Ho partecipato al primo di una serie di incontri patrocinati dal Comune di Sanremo, dove sono state spiegate le basi della medicina ayurvedica e della meditazione Sahaja Yoga.
La medicina ayurvedica si basa sul concetto che l’uomo è un insieme di corpo e mente, se sta male la mente si ammala anche il corpo e viceversa, la malattia è causata da uno squilibrio fra i tre elementi (detti dosha) che caratterizzano tutte le entità, i dosha sono:
- vata (aria e spazio)
- pitta (fuoco)
- kapha (terra e acqua)
Ognuno di noi ha questi elementi in proporzioni variabili, con la dominanza di uno di loro, e questo ci rende unici e particolari.
Il disequilibrio interiore provoca dei nodi nell’energia vitale, detta prana, e, se non vengono sciolti, portano alla malattia.
La diagnosi dello specialista ayurveda si basa su osservazione, palpazione, percussione, auscultazione, presa del polso, esame della lingua e degli occhi, oltre ad un colloquio approfondito con il paziente al riguardo delle abitudini di vita e la storia del disturbo riferito, la cura comprenderà tutto, mente e corpo, dalle abitudini ai pensieri sbagliati e pertanto dannosi.
Ed ecco che entra in gioco la meditazione, necessaria per la cura della mente e per fermare il caos di pensieri che ogni giorno ci crea preoccupazioni inutili.
Alla base della meditazione Sahaja Yoga c’è la ricerca della gioia esistenziale, quella che ci permetterebbe di provare un senso di benessere, indipendentemente dai fattori esterni che ci procurano solo felicità momentanea.
La pace interiore si raggiunge solo eliminando i pensieri e trovando il silenzio mentale, sempre secondo il metodo Sahaja Yoga, noi occupiamo la nostra mente a pensare al passato, che non è modificabile, e al futuro, che ancora non conosciamo, perdendoci il presente che ci regalerebbe il silenzio e la gioia.
Per poter sperimentare questo silenzio dobbiamo prima di tutto risvegliare l’energia primordiale, presente nell’osso sacro di tutti noi, chiamata Kundalini, collegandoci così, attraverso un complesso sistema di plessi e canali energetici che parte dall’osso sacro e arriva fino all’osso della testa detto fontanella, con l’energia cosmica attingendone nutrimento.
Questo risveglio non può essere forzato, ma deve essere spontaneo e voluto, seguendo una serie di esercizi di meditazione e preghiera alla Madre, non si sa se intesa come Madre Terra o come Madre fondatrice del metodo Sahaja Yoga.
Una volta risvegliata, la Kundalini ci aiuta a “mettere in ordine” i nostri elementi, aiutandoci nella guarigione e mantenendoci in armonia con noi stessi e con l’universo che ci circonda.
A cura di Adriana Pozzo.