Fino al 15 maggio sarà possibile assistere allo spettacolare allestimento di ben novantasette capolavori, organizzato dal Centre Pompidou di Parigi e 24 Ore Cultura.
Sono cinquanta le opere del discepolo di Renoir, Signac e Bonnard, incorniciate, grazie alla collaborazione del Centre Pompidou, da quarantasette quadri d’eccellenza di artisti contemporanei a Matisse come Picasso, Renoir, Modigliani, Mirò, ecc.
Seguendo il corso della vita di Matisse, questa mostra si articola in nove sezioni, secondo un filo cronologico scandito da approfondimenti tematici che consentono di comprendere le opere e il percorso del pittore dagli esordi nell’atelier di Gustave Moreau negli anni 1897-1899 alla sua scomparsa avvenuta negli anni Sessanta e coronata dalla sue ultime carte dipinte e ritagliate.
Assolutamente da vedere è il “Ritratto di Greta Prozor”, eseguito dall’artista nella Parigi del 1916 e dedicato a un’attrice che frequentava gli ambienti artistici e letterari dell’epoca.
Fu proprio Matisse a chiedere a Greta di posare per lui e dopo averla ritratta in diversi disegni, non soddisfatto, la congedò, portando a termine il lavoro senza la sua modella.
Questa difficoltà nella realizzazione del quadro, si comprende grazie alle numerose tracce ridipinte e ai molti strati successivi alla prima pennellata.
È proprio in quel periodo che la tavolozza di Matisse si scurisce e si moltiplicano i ritratti dalle forme schematiche esageratamente geometriche, arrivando fino ai limiti dell’astrazione.
La figura di Greta Prozor, infatti, appare seduta come sospesa in uno spazio verticale e stretto e i toni ocra e grigio, appartenenti al contesto della Grande Guerra, permettono all’osservatore di comprendere la volontà dell’autore nell’enfatizzare la tensione che risulta dalla costruzione dello spazio, dando al ritratto una dimensione lirica.
Stimolante sezione da approfondire è anche quella dedicata all’opera “Jazz”, un moderno manoscritto con dipinti elaborato tra il 1943 e il 1944.
L’opera di 146 pagine fu pubblicata nel 1947 ed è costituita da un insieme di venti tavole colorate realizzate con la tecnica dello stampino, che permise a Matisse di disegnare nel colore, accompagnando le opere con sue riflessioni manoscritte.
Alla fine della sua vita, infatti, Matisse abbandonò gli strumenti della pittura tradizionale per riscoprire questa tecnica che gli permise di continuare a creare anche se costretto in carrozzina.
Il libro e la tecnica di carte dipinte ritagliate crearono molto entusiasmo tra i giovani artisti d’Oltreoceano degli anni Quaranta e tra gli europei dagli anni Cinquanta e tutt’oggi sono di ispirazione per milioni di artisti.
La mission della mostra è dunque quella di raccontare la vita e le opere di Henry Matisse anche attraverso i suoi amici artisti e i suoi rivali come Picasso, Renoir, Modigliani, Mirò, ecc.
Un appuntamento culturale assolutamente da non perdere!
A cura di Anna Pellegrino