Marina Calderone, Ministro del Lavoro del nuovo Governo Meloni, rientra tra i profili più tecnici del nuovo Esecutivo. Il Ministero da lei guidato è crocevia dei più delicati aspetti sul fronte sociale, dalla rivisitazione del Reddito di cittadinanza alla riforma delle pensioni, dall’occupazione al precariato. |
Attiva non solo al fianco di aziende in diversi settori di attività è anche presente in trattative sindacali e relazioni industriali. Ha quindi maturato esperienze anche nella composizione delle controversie di lavoro e in processi di riorganizzazione aziendale, oltre che nel campo del diritto fallimentare. Numerosi i ruoli dirigenziali ricoperti negli anni: dal 2014 al 2020 è stata componente del Consiglio di Amministrazione di Finmeccanica, oggi Leonardo. Presidente del Club Europeo delle Professioni Giuslavoristiche, del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali e membro del Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese): incarico per cui è co-portavoce nella Categoria Libere Professioni e componente di diverse Categorie e Sezioni nel Gruppo III (Attività Diverse).
Portano la sua firma, infine, numerosi articoli su quotidiani e riviste, scientifiche ed economiche, e libri in materia di lavoro e previdenza. Da anni promuove un taglio del cuneo fiscale, unico punto che ha messo d’accordo tutti i partiti in campagna elettorale, convinta sostenitrice di una legge sull’equo compenso per i professionisti e le professioniste.
Ma anche sul Reddito di Cittadinanza Marina Calderone dimostra di avere le idee chiare: più volte ha sottolineato la necessità di rendere più snelle le procedure che riguardano le politiche attive collegate al sussidio, e più efficace la fase di ricerca del lavoro per i beneficiari del sostegno economico. Secondo la Neoministra è necessario un maggiore coinvolgimento delle aziende e delle associazioni di rappresentanza, ma anche una riduzione dei tempi di avvio del processo che dovrebbe portare i cittadini e le cittadine a rientrare nel mondo del Lavoro e, infine, una revisione del numero di offerte di lavoro che possono essere rifiutate e dei criteri di congruità che rendono accettabili le stesse proposte.
Marina Calderone, oltre ai temi che l’attualità pone ai vertici dell’interesse generale, sostiene cavalli di battaglia di cui si è già fatta portavoce negli ultimi anni: ad esempio la legge sull’equo compenso dei professionisti, su cui si attendeva questa estate l’approvazione definitiva, che non è mai arrivata a causa della crisi politica, oppure semplificazione e chiarezza normativa ma anche valorizzazione delle politiche attive del lavoro. Con l’incarico conferitole, Marina Calderone passa dalla parte di chi promuove le proposte a quella di chi le mette in pratica, un banco di prova non da poco.