Fin dall’antichità, i colori vengono usati come simboli di vita, oggetti di comunicazione ed espressione. Anche la moda, come ogni forma artistica, si serve dei colori per costruire narrazioni, svelare segreti e disegnare nuovi orizzonti a cui chiunque possa ispirarsi. Partendo da questo ideale, Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della maison Valentino, reinventa la casa di moda sotto un nuovo punto di vista cromatico. |
L’annullamento cromatico adottato è un gesto tanto sperimentale quanto profondamente umano, che esalta l’individualità e la materia tessile, riassumendo valori e sentimenti e amplificandone i significati.La monocromia esalta così una varietà di corpi, atteggiamenti, fisicità. Le forme della FW22/23 di Valentino Pink PP sono scolpite addosso ai corpi: pieghe geometriche che si stringono attorno ad ampi volumi, linee sensuali, orli cortissimi e vite sempre segnate, il tutto intensificato da fiocchi, rouche, petali, pizzi e ricami. Tutto è un’esplosione di rosa, sia nel guardaroba maschile che in quello femminile. Innegabilmente la scelta dello stilista Pierpaolo Piccioli può essere definita audace, dato che nell’immaginario collettivo si accosta la maison all’iconico rosso. Ma questo non è il classico rosa, simbolo di innocenza e femminilità. Il Pink PP mantiene tutta la forza del rosso Valentino: è schietto, intenso e audace, travolgente.
Durante il secondo decennio degli anni 2000, il rosa è tornato in tendenza, assumendo anche la nomina di colore più amato dai Millennial; è passato da simbolo femminista del movimento #MeToo a elemento fondamentale del “dopamine dressing” (quella tendenza stilistica che consiste nella scelta dell’outfit con il fine di influenzare positivamente il proprio umore). Il colore rivoluzionario diventa anche un codice Pantone, grazie ad una collaborazione tra la maison ed il celebre istituto. Sul profilo Instagram di Pantone, vediamo tre post dedicati al nuovo colore, dove possiamo leggere in una delle tre caption una frase significativa di Piccioli: “Pink PP è il risultato di una ricerca cromatica e di una necessità, avevo bisogno di mettere in un colore tutte le mie speranze, i miei sogni e in sostanza tutto ciò che mi fa stare bene.
Il Pantone Color Institute mi ha aiutato a trovare la giusta sfumatura, attraverso un dialogo che è stato da un lato tecnico, dall’altro emotivo, come sempre accade quando si crea qualcosa di individuale e irripetibile. Dopo un periodo lungo e per certi versi incerto, con questo rosa è stato come rinascere”.