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Lo yoga nella gestione delle risorse umane

16/12/2014

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Lo stress lavoro-correlato è tra le cause di malattia più comunemente riferite dai lavoratori e colpisce più di 30 milioni di persone nell'Unione europea, ovvero circa il 22% dei lavoratori. 
Dagli studi condotti, intanto, emerge che una percentuale compresa tra il 40% e il 50% di tutte le giornate lavorative perse è riconducibile allo stress.
I grandi cambiamenti nel mondo del lavoro, a partire dell'introduzione di nuove tecnologie fino alla diffusione di nuove forme contrattuali flessibili, oltre a portare un profondo mutamento dell'organizzazione del lavoro, hanno introdotto anche nuovi rischi lavorativi. Le cause di insorgenza di stress sono da attribuire a uno squilibrio cognitivamente percepito tra gli impegni che l'ambiente fisico e sociale impone di fronteggiare e la propria capacità (percepita) di affrontarli; quando si sperimenta una condizione di questo tipo nella realtà lavorativa si parla di stress-lavoro correlato. 
La ricerca nel settore ha mostrato che le cause dello stress lavoro-correlato sono molteplici, ma riconducibili principalmente alla tipologia di professione, all'organizzazione del lavoro e al modo in cui sono gestite le risorse umane nel contesto lavorativo.
In Italia sarebbero circa 4 milioni le persone soggette a stress da lavoro. Nel nostro paese il rischio maggiore, oltre ad una serie di disturbi di carattere psico-sociale, che spesso portano ad un utilizzo crescente di psicofarmaci, è rappresentato da quelle malattie che poi correlate passano alla fase della somatizzazione, come ad esempio i disturbi gastrointestinali cardiovascolari.
In questo contesto dovrebbe essere previsto l’insegnamento, ai Manager, di tecniche speciali per raccogliere informazioni in diversi campi, per analizzare le informazioni che vengono raccolte, per scegliere le alternative diverse ed agire in base a quelle scelte. 

Lo yoga nelle competenze di un manager olistico. Per mantenere l’equilibrio e l’obiettività di fronte a temporanee pressioni psicologiche la mente è fondamentale, insieme alle capacità di leadership, per essere un buon manager olistico. 
Per un dirigente è imprescindibile avere il controllo sulla propria mente. In caso contrario sarà lei a dominare lui facendolo preda di insidie quali stress, depressione, negatività e ingabbiandolo in un circolo vizioso senza fine rendendolo preda degli eventi. 
Alla luce di quanto enunciato fino a qui risulta chiaro che per ogni manager equilibrato e lungimirante che voglia compiere il proprio lavoro nel migliore dei modi, sia indispensabile dotarsi di uno strumento che possa “allenarlo” in tal senso, garantendogli di volta in volta tanto un’ottimale realizzazione dei suoi compiti quanto contemporaneamente il mantenimento di quell’equilibrio indispensabile a non farlo cadere preda delle insidie del suo lavoro.
E’ qui che lo Yoga entra in gioco aiutando il manager olisitico e allenandolo al controllo della mente attraverso l’arte dell’affermazione (tipicità nell’Hata Yoga). Ma per essere in armonia anche il corpo deve essere colmo di quell’energia positiva ricercata attraverso le affermazioni. Per questo con gli esercizi di ricarica prima e con gli Asana (posture, posizioni, ecc.) dopo, il corpo fisico si rilassa e ricarica realizzando quello che dovrebbe prefiggersi come obiettivo principale anche per un manager olistico: “la calma nella forza e la forza nella calma”.
L’apice di questo processo si raggiunge poi con la meditazione, fine ultimo dello Yoga.  La meditazione calmerà la mente, il cuore e il sistema nervoso, rilasserà i muscoli conferendo la pace interiore. E allora il manager olistico avrà molte frecce al suo arco per centrare obiettivi sempre più ambiziosi.


Lo yoga applicato in alcune situazioni aziendali. Di seguito sono elencate alcune tipiche situazioni con cui un manager olistico deve confrontarsi e cimentarsi durante lo svolgimento delle sue attività. Per ognuna di esse, in base all’esperienza personale dell’insegnante, saranno individuate una serie di sequenze (scelta dell’affermazione, centratura, riscaldamento, posizione e meditazione) utili ad acquisire maggiore consapevolezza dei propri mezzi ed esprimere al meglio le proprie capacità.
Naturalmente queste pratiche sono eseguite prima di affrontare una giornata lavorativa la cui attività preminente tipica è la seguente:
1) Attività di auditing organizzativo: Le attività di auditing (verifica, controllo) rappresentano un momento fondamentale nel lavoro del manager. Egli deve essere attento osservatore, saper  interagire con le persone, raccogliere le evidenze oggettive, il tutto per dare una “diagnosi” appropriata per la cura dei problemi organizzativi;
2) Gestione della formazione: Il manager a fronte della mancanza di sapere che può creare disarmonia è colui che, attraverso strumenti quali lo studio e l’esperienza continua, definisce le reali esigenze dell’azienda per poi farsene portavoce e realizzatore con il resto del team aziendale, anche attraverso un’attenta coordinazione degli specifici compiti di quest’ultimo;
3) Confronto continuo con la propria capacità di prendere importanti decisioni: All’interno delle organizzazioni aziendali sistematicamente è necessario prendere decisioni strategiche che coinvolgano i diversi fattori produttivi. Questo diventa un processo vitale per la sopravvivenza della stessa struttura in cui si opera a partire dalla considerazione degli elementi oggettivi e soggettivi in possesso del manager olistico.

Conclusioni. Il manager olistico è colui che vuole e cerca di porsi al cospetto di un’azienda con un approccio che gli permetta di conoscerla e migliorarla a 360°, ovvero nel momento che si trova ad operare in uno dei suoi comparti, non può e non vuole evitare di considerare anche i restanti, ciascuno con le sue caratteristiche e limiti. Per questo motivo la centratura dev’essere il leit motiv di tutta la sua attività di supervisore, dirigente e formatore: ecco perché il suo lavoro inizia prima che all’interno dell’azienda, nell’allenamento della sua coscienza e del suo corpo attraverso lo yoga e nella centratura del suo spirito attraverso la meditazione. 

A cura di Aurelio Prisco
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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