Il nostro è il Paese delle caste, dei potentati, delle lobby, piccole o grandi che siano. Le stesse associazioni dei consumatori possono essere delle piccole lobby di potere, delle roccaforti di ostentata purezza “mediatica” posta come baluardo di una politica ormai inesistente: la difesa dei meno fortunati, dei meno rappresentati, dei meno abbienti, per dirla in maniera colta. |
È sufficiente scrutare a fondo per capire cosa sono state sino ad oggi le associazioni dei consumatori. La maggior parte di queste strutture (che per legge dovrebbero essere a partecipazione democratica) hanno un senso della democrazia abbastanza “dittatoriale”. Per capire questo ossimoro è sufficiente sapere da quanto tempo queste strutture sono comandate dagli stessi personaggi.
Strutture come Codacon, Adiconsum, Adoc o Federconsumatori ed Adusbef (per citarne solo alcune) non hanno un Presidente o un Segretario generale. Hanno dei veri e propri re, che non hanno avuto un vero e proprio ricambio. Ben che vada presiedono queste strutture da “appena 10 anni”. Dunque, parliamo di strutture pilotate e controllate da sindacati (che decidono politiche interne ed esterne di queste strutture) oppure da veri e propri padroni che hanno fatto di un’entità che dovrebbe essere al di sopra della proprietà privata un qualcosa appartenente a loro.
AECI nasce come una struttura nuova. Non affrancata ad alcun potere. Libera, indipendente, fuori da logiche partitistiche, da comportamenti sindacalisti. Un’associazione dei consumatori nata per difendere i consumatori. Punto! Talvolta il consumatore può essere opposto al lavoratore e/o addirittura vittima. Talvolta è impossibile difendere il consumatore ed il lavoratore nello stesso momento. Chi indossa i vestiti della difesa dei lavoratori non può contemporaneamente vestire quelli della difesa del consumatore. È un conflitto di interesse.
AECI è dunque una struttura indipendente e per questo libera e realmente democratica.
A cura di Ivan Marinelli