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L’Italia 4.0, la sfida digitale con l’eccellenza ‘sartoriale’

14/3/2019

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Tanta voglia di tecnologìa e di essere partecipi della rivoluzione digitale in atto nel mondo: un cambiamento che in Italia affascina ma al tempo stesso solleva molteplici interrogativi. 

​Intervista a Marco Fanizzi, amm. del. della DELL-EMC Italia di Andrea Lovelock.
Per un personaggio come Marco Fanizzi, amministratore delegato della DELL-EMC Italia, dell’omonimo colosso mondiale dell’informatica (computer e storage) che fattura complessivamente oltre 90,6 miliardi di dollari l’anno, l’universo digitale è una sfida continua, necessaria e intrigante.

D. Quali sono le priorità per i professionisti che devono approcciare al modello ‘Italia 4.0’ ?

“Nell’attuale “era digitale” – che si espande giorno dopo giorno – in cui persone, oggetti (“Internet delle Cose”), aziende sono costantemente connesse e dialogano tra loro in tempo reale, il professionista si sta preparando a cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione, attraverso l’evoluzione del proprio ruolo. 

Grazie alla tecnologia, infatti, il professionista ha oggi l’occasione di diventare sempre più un consulente aziendale a maggior valore aggiunto, utilizzando le piattaforme digitali per dotarsi di un più alto livello informativo ed essere in grado di contribuire in modo rilevante alla definizione delle strategie aziendali.”  

D. In alcuni suoi interventi a forum internazionali lei ha dichiarato più volte che la ‘digitalizzazione’, oggi necessita di soluzioni ‘sartoriali’: cosa vuol dire questo per un’impresa, per un professionista? 

“Sin dalla presentazione del piano Industria 4.0, le imprese si sono adoperate per implementare soluzioni che permettessero loro di “abbattere” le barriere territoriali, attraverso progetti di e-commerce, strategie di marketing digitale mirate e particolarmente in linea con le caratteristiche dei mercati di approdo, piani articolati volti al miglioramento dei servizi di vendita e di customer-care.

Oggi, molte aziende stanno continuando su questa strada, accelerando il processo di trasformazione digitale della propria catena del valore e di fornitura.

Investire in maniera strategica sulle tecnologie di digital manufacturing, per esempio, e digitalizzare i processi produttivi permette di incrementare le capacità di personalizzazione dei prodotti, velocizzando il time-to-market e contenendo i costi di produzione.

Ai professionisti, invece, il digitale permette di incrementare la collaborazione con i propri clienti, attraverso una efficace condivisione dei documenti di lavoro e delle informazioni, per essere in grado di “customizzare” al meglio il proprio intervento, in base alle esigenze di ogni singolo cliente.”

D. La rivoluzione tecnologica cambia radicalmente i parametri della vita quotidiana: quali le piccole o grandi novità che stanno già modificando i nostri stili di vita?
 
“La cosiddetta “era dell’informazione” è entrata ormai a pieno regime. I consumatori e i clienti vivono e lavorano costantemente connessi alla rete, producendo un’enorme mole di dati e di informazioni durante ogni attività, anche quella più semplice.

I vecchi paradigmi del business sono stati radicalmente messi in discussione dalla nuove tecnologie. I nuovi trend tecnologici hanno influito in maniera irreversibile sulle aspettative dei consumatori, che chiedono un accesso sempre più veloce ai servizi o addirittura una connessione in modalità 24/7 da ogni luogo e in ogni momento.

È evidente che le aspettative dei consumatori stiano cambiando radicalmente lo scenario di mercato.

I clienti oggi si aspettano di poter interagire non solo tra loro, ma anche con una moltitudine di aziende, via mobile e in tempo reale. In questo contesto, per restare competitivi, le aziende sono state chiamate a reinventare il proprio business model per gestire livelli di accesso e di interazione senza precedenti.

D. Ritiene che l’Italia si stia adeguando con la giusta tempestività ai cambiamenti tecnologici in atto? E quali sono, se ce ne sono, i deficit più vistosi?

“Bisogna dire che l’assegnazione delle frequenze per il 5G rappresenta per l’Italia un passo fondamentale verso la digitalizzazione del Sistema Paese e l’incremento della competitività delle nostre imprese.

Il 5G rappresenta la rete di connessione della “quarta rivoluzione industriale”. Grazie alla maggior ampiezza di banda, il 5G permette di fare leva su una velocità di trasmissione dati senza precedenti, con un consumo di energia significativamente inferiore.

Si diffonderanno, quindi, nuove tecnologie che hanno bisogno di massimizzare un’alta velocità di trasmissione di grandi volumi di dati.

Tecnologie come quelle, per esempio, impiegate nel mondo sanitario, per rendere più efficace e affidabile l’assistenza medica da remoto, o al mondo dell’automotive, con lo sviluppo delle prossime “auto intelligenti”, in grado di scambiare tra loro informazioni come quelle sulle condizioni del traffico.

Applicazioni interessanti si avranno anche nel campo dell’Industria 4.0, dove le fabbriche stanno diventando sempre più “intelligenti”, con impianti di produzione pienamente automatizzati.

In questo scenario, contraddistinto da un’ampiezza di banda mai avuta prima, anche le tecnologie dell’Internet of Things – ovvero i dispositivi personali e i dispositivi interconnessi che necessitano di essere collegati a una rete – subiranno un’accelerazione significativa a livello di diffusione.”  

D. Ci può tracciare alcuni esempi pratici di nuove professioni in grado di offrire ai giovani opportunità di lavoro ancora inesplorate?

“La tecnologia innovativa cambia il modo del lavoro, cambia i modelli di business, cambia il modo in cui le persone usufruiscono dei servizi. Qualsiasi servizio essendo digitale diventa automaticamente veloce, intercambiabile e condiviso.

Con questa logica anche il modo del lavoro cambia, nuove professioni vanno a sovrapporsi a professioni antiche. Il modello di relazione uno a uno cambia in una relazione molti a molti dove la qualità offerta e percepita deve essere al centro perché è facile che trovando l’idea giusta il business cresca molto più velocemente ma è anche molto più facile fallire per un servizio offerto male che rapidamente danneggia la reputazione dell’azienda.

Quindi un mondo del lavoro etico, qualitativo, solido e condiviso è il percorso per i nostri giovani in ogni settore. Per settori come sanità, immobiliare, automotive, finanza, food, turismo, manifatturiero, terziario, agricolo, esiste un modo nuovo di fare business, digitale e con una più forte propensione alla sostenibilità ambientale e alle responsabilità verso le persone meno fortunate.” 

A cura di Andrea Lovelock.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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