Una tale ricchezza andrebbe valorizzata, supportata e aiutata, tuttavia sembra che l’attuale Governo voglia,
invece, colpire proprio artigiani, piccoli imprenditori e liberi professionisti colpevoli, a quanto pare, dell’alto tasso di evasione fiscale nel nostro Paese.
Recentemente, infatti, il Governo haapprovato l’introduzione del limite all’utilizzo del contante abbassandolo a 2.000 euro nel 2020, per poi applicare una riduzione maggiore nel 2022 portando il limite a 1.000 euro.
Dietro la storica battaglia contro l’evasione fiscale, quindi si cela una dura lotta contro gli italiani considerati come evasori seriali e non, invece, come importante risorsa per il nostro Paese.
Occorre evidenziare inoltre che questo tipo di disposizioni non generano risultati apprezzabili in termini di lotta all’evasione, ma solo disagi e incrementi dei costi per consumatori, professionisti e imprese. Inoltre, lo scorso dicembre anche la Banca Centrale Europea è intervenuta con forza sull’argomento chiedendo al Governo italiano chiarimenti sui rischi sociali ed economici che la disposizione avrebbe potuto generare al momento della sua entrata in vigore. Tuttavia, il Governo M5S-PD ha ignorato i dubbi provenienti da Francoforte ed ha confermato la disposizione, non curandosi delle possibili ripercussioni negative sull’economia italiana già in crisi.
In questo clima, l’opposizione, e in particolare la Lega, ha fatto sentire la sua voce non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo, per evitare l’introduzione della norma che rappresenta l’ennesimo tentativo da parte della sinistra di vessare le imprese italiane di piccole e medie dimensioni senza, di contro, risolvere rilevanti questioni di competenza tributaria in capo alle grandi società del web e alle multinazionali. La Lega ha, infatti, presentato una interrogazione urgente alla Commissione europea per avere un parere sulla manovra del Governo italiano, per la quale ancora si attende una risposta.
Non dimentichiamo, infatti, che prima di intervenire sul limite al contante, sarebbe opportuno intervenire nel limitare il costo dell’utilizzo dei pagamenti elettronici imposti dalle Banche e dalle multinazionali dei servizi di pagamento per poi, eventualmente, imporre un limite all’utilizzo del contante. Non si può negare, infatti, che quest’ultimo rappresenta uno strumento fondamentale di inclusione economica, in particolare per determinate categorie della popolazione.
È bene ricordare, inoltre, che nel 2015 la direttiva europea n.849 aveva fissato un limite pari a € 10.000 per gli scambi in contanti. Tale limite può essere considerato più che accettabile ai fini di una reale lotta al riciclaggio di denaro e all’evasione fiscale, attività attuate principalmente dalle organizzazioni criminali. Il punto della questione, infatti, non è solo specifico ma di portata generale.
Per far ripartire l’economia italiana è necessario non sovraccaricare di oneri e limiti le imprese, ma è necessario aiutarle semplificando la gestione quotidiana e la burocrazia, al pari delle altre grandi economie europee e mondiali. Il rapporto tra contribuente e Stato dovrebbe essere un rapporto di reciproca fiducia e di sostegno, al fine di valorizzare l’enorme patrimonio imprenditoriale del nostro Paese e facilitare la generazione di ricchezza e benessere.
Questa lotta contro i piccoli imprenditori e professionisti mina l’intera economia italiana, anche in ragione di limiti e rigidità di bilancio pubblico imposte dalla Commissione Europea che con la sua politica dell’Austerity ha bloccato la nostra crescita ormai da troppi anni.
Per quanto la lotta all’evasione fiscale sia dovere di ogni governo, dovrebbe essere altrettanto doveroso e prioritario proteggere le nostre imprese dalle continue vessazioni alle quali sono sottoposte, sia in termini di tasse e imposte, sia in termini di limiti e burocrazia.
Inoltre, è bene evidenziare che il limite al contante, così come disegnato dal nostro attuale Governo, non è presente in Paesi “modello” come Germania e Olanda i cui sistemi economici, peraltro, si reggono sulle grandi industrie e sui grandi capitali.
Con manovre di questo tipo il Governo giallo-rosso rischia di paralizzare l’economia italiana e le imprese oneste: se queste sono le soluzioni del Presidente Conte e dei suoi ministri per risollevare il Paese, allora consigliamo un ripasso delle nozioni base di Macroeconomia nell’interesse dell’Italia e degli italiani.
A cura dell’On. Antonio Rinaldi.