Il 6 ottobre 2021 a Brdo, in Slovenia, si è tenuto un vertice dei leader Europei e dei Paesi balcanici, per discutere le possibilità di un futuro allargamento dell’UE a questa regione. Da questo incontro è stato redatto un documento, la dichiarazione di Brdo, che riassume le conclusioni tratte dall’importante incontro. |
Tra questi, vengono evidenziati: il primato della democrazia, dei diritti e valori fondamentali e dello Stato di diritto, la prosecuzione degli sforzi per lottare contro la corruzione e la criminalità organizzata e per sostenere la buona governance, i diritti umani, la parità di genere e i diritti delle persone appartenenti a minoranze. La credibilità di questi impegni dipende dall’efficace attuazione delle riforme necessarie e dal conseguimento di solidi risultati sostenuto da una comunicazione pubblica chiara e coerente. Una società civile autonoma e mezzi di comunicazione indipendenti e pluralistici sono componenti essenziali di qualsiasi sistema democratico.
L’UE è il partner più stretto, il maggiore investitore e il principale donatore della regione. Per questo, la portata delle misure di sostegno deve essere pienamente riconosciuta e veicolata nella comunicazione dei Paesi balcanici e nei loro dibattiti pubblici. D’altro canto, il sistema di sostegno europeo continuerà ad essere legato al conseguimento di progressi tangibili in materia di Stato di diritto e di riforme socioeconomiche, e all’adesione ai valori, alle regole e agli standard europei. I partecipanti hanno confermato la volontà di rafforzare la cooperazione internazionale, sia all’interno della regione, sia tra i Paesi Balcani e gli Stati membri confinanti.
L’accordo di Prespa con la Grecia e il trattato sulle relazioni di buon vicinato con la Bulgaria sono due esempi importanti degli sforzi compiuti dai presenti per favorire la riconciliazione, la stabilità regionale, e per risolvere controversie che sono radicate nel passato: la stabilità e lo sviluppo dell’intera regione sono requisiti fondamentali per garantire il proseguimento dei percorsi europei. I leader hanno poi discusso di un tema di estrema attualità, ovvero l’emergenza sanitaria per il Covid-19. La crisi pandemica continua ad avere gravi ripercussioni sulle società e sulle economie europee, evidenziando la necessità di accordi di cooperazione bilaterali.
Dallo scoppio della pandemia, l’UE è stata al fianco dei Balcani occidentali, sostenendoli a livello sanitario e socioeconomico con a 3,3 miliardi di euro. Per far sì che si possa uscire al meglio da questa situazione, l’Unione è pronta a migliorare ulteriormente l’accesso ai vaccini, alla diagnostica e alle terapie e a garantire e ottimizzare la prevedibilità e la resilienza delle crisi future, rispecchiando la solidarietà e il sostegno reciproco su cui si fonda. I rappresentanti dell’Unione hanno poi presentato il piano economico e d’orientamento per l’attuazione dell’agenda verde per i Balcani occidentali. Il piano prevede un pacchetto di investimenti di circa 30 miliardi di euro per la regione nell’ arco dei prossimi sette anni, di cui 9 miliardi di EUR in sovvenzioni e 20 miliardi di EUR in investimenti, stanziati dal nuovo strumento di garanzia per i Balcani occidentali.
Al fine di massimizzare il potenziale impatto del piano economico e di investimenti, i partner dei Balcani occidentali dovranno intraprendere riforme economiche e sociali nonché rafforzare lo Stato di diritto. Il piano può stimolare la ripresa socioeconomica e la competitività verdi a lungo termine, sostenerne la transizione verde e digitale, promuovere la connettività sostenibile, l’integrazione regionale, gli scambi commerciali e, in tal modo, consolidare la cooperazione e la convergenza con l’Unione, anche in relazione agli obiettivi dell’UE in materia di clima. Ricordiamo che il piano europeo di decarbonizzazione prevede la diminuzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.
In linea con il Green Deal, l’agenda è un motore fondamentale della transizione verso economie moderne, neutre in termini di emissioni di carbonio, resilienti ai cambiamenti climatici ed efficienti sotto il profilo delle risorse per liberare il potenziale dell’economia circolare, combattere l’inquinamento e migliorare la gestione dei rifiuti. Per il successo della sua attuazione è necessario un forte impegno della regione, confermato dai presenti favorevoli all’accordo. Infine, si è discusso di sicurezza. La decisione dei Paesi Balcanici di stare al fianco dell’UE è un chiaro segno del loro orientamento strategico.
Pertanto, ci si aspetta che approfondiscano ulteriormente la cooperazione in materia di politica estera e di sicurezza comune (PESC), compiano progressi tangibili e sostenibili verso un pieno allineamento alle posizioni di politica estera dell’UE e agiscano di conseguenza. Precisiamo che alcuni Paesi sono già pienamente allineati a tutte le decisioni e dichiarazioni PESC e li incoraggiamo a proseguire in questa direzione. L’UE e i Balcani occidentali condividono una serie di sfide in materia di sicurezza che richiedono un’azione coordinata. Rafforzeremo la cooperazione internazionale per contrastare la disinformazione e altre minacce ibride riconducibili, in particolare, ad attori di Paesi terzi che cercano di minare la prospettiva europea della regione.