I nostri mari, laghi, fiumi e lagune liberi dai rifiuti. È questo l'obiettivo della “legge Salvamare”, in corso di approvazione in Parlamento, di cui sono la Relatrice e della quale oggi voglio parlarvi.
Partiamo da qualche dato. Ogni anno vengono prodotte circa 300 milioni di tonnellate di materie plastiche, di queste almeno 8 milioni si perdono in mare.
Solo nel nostro Mediterraneo, il 95% dei rifiuti è composto da plastica e 134 sono le specie vittime di ingestione da plastica. Tra queste, testimoni indifese dell’inquinamento sono senz’altro le tartarughe, soggette a intrappolamento e assunzione dei frammenti. Ma tra i tanti casi che ci fanno capire come questo sia un problema che affligge tutto il mondo marino, c’è la storia, voglio ricordarlo, del capodoglio trovato morto due anni fa a Porto Cervo, in Sardegna. Nella pancia aveva un feto di circa 2 metri e 22 chili di plastica. A riempire i due terzi del volume del suo stomaco c’erano sacchetti, reti da pesca, oggetti usa e getta e contenitori di detersivi.
In questo quadro si pone la “legge Salvamare”. Infatti, le misure che saranno adottate e volte alla riduzione delle plastiche in mare serviranno ad aiutare queste creature marine. Intanto, i pescatori, così come i sub e i diver, potranno, finalmente, recuperare rifiuti in mare e portarli a riva, in piena trasparenza e secondo un nuovo sistema virtuoso che riconosce il valore della loro azione.
Sottolineato che fino ad oggi, benché siano i maggiori fruitori dell'ambiente marino, gli stessi pescatori non possono raccogliere e trasferire al porto i rifiuti pescati anche accidentalmente, perché se lo fanno potrebbero incorrere in eventuali sanzioni. Con questa legge, essi potranno portare a terra i medesimi rifiuti in modo tale da consentirne il corretto smaltimento, senza incorrere in violazioni o dover sostenere oneri per la loro rimozione. Azione estesa a tutte le acque interne e quindi ai fiumi, ai laghi e alle lagune.
Tra le novità, c’è poi l'articolo 5, a cui io tengo particolarmente, perché riguarda la gestione delle biomasse spiaggiate, quindi la gestione delle alghe, ma anche delle piante marine, quali la Posidonia oceanica. Chi vive nelle città costiere capisce perfettamente il problema che hanno tutti gli anni i sindaci nel dover pulire le spiagge dal deposito massiccio delle foglie di Posidonia oceanica e, quindi, anche quello che finora è stato un grosso problema, potrà essere risolto. Infatti, con l'introduzione dello stesso articolo 5 introduciamo delle nuove modalità per le quali facilitiamo anche gli enti locali nel poter gestire queste biomasse. Questo è stato un lunghissimo lavoro di interlocuzione con i ministeri che hanno ben compreso le problematiche legate a questo specifico settore. Anche il ministro Sergio Costa, che ringrazio nuovamente, all'epoca ha preso un grosso impegno riguardante la disciplina della materia che poi è stata introdotta come articolo.
Tra le misure previste, grande attenzione è stata dedicata alla sensibilizzazione e alla promozione dell’educazione ambientale, soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado. che vada nella direzione non solo di far comprendere agli stessi ragazzi il corretto conferimento dei rifiuti, ma anche l’importanza e il valore nel mantenere salubre l’intero ambiente marino.
È per i nostri giovani, per le generazioni future lo scopo di tutto questo nostro lavoro, volto alla tutela di un patrimonio prezioso che deve vedere tutti consapevoli e responsabili. Capiamo bene l’importanza dell’approvazione di quella presto sarà la “legge Salvamare” di cui sono davvero orgogliosa e felice di parlarvi. L'aula del Senato, il 9 novembre scorso, ha approvato il relativo disegno di legge, che ora dovrà tornare alla Camera per l'approvazione definitiva. Dopo la lunga sospensione dovuta alla pandemia, siamo in dirittura d'arrivo e io, deputata della Commissione Ambiente, non posso nascondervi il mio grande entusiasmo. Auspichiamo che entro la fine dell'anno questo provvedimento possa vedere la luce.
Articolo a cura di Paola Deiana