In essa abbiamo l’estrema necessità di offrire misure adeguate a superare questa lunga crisi finanziaria e stagnazione dei consumi, proponendo strumenti adeguati.
Entro il 31 dicembre, tutti noi parlamentari, abbiamo la responsabilità di apportare modiche ed introdurre emendamenti alla legge di Bilancio, per raggiungere obiettivi necessari per lo sviluppo del Paese.
Il Reddito di cittadinanza e Quota 100, proposte di tipo assistenzialistico, sono apparse sin da subito inefficaci per incentivare l’incremento dei consumi e conseguentemente del PIL italiano; al contrario si è registrata una contrazione degli stessi. Esse hanno mostrato una forte debolezza di tipo pratico e concettuale. Ho contribuito alla formazione della nuova coalizione di Governo, insieme al mio gruppo politico Italia Viva.
Una scelta di responsabilità che ho pienamente condiviso, in quanto era indispensabile agire compatti per il bene dell’Italia, per evitare di gettare la comunità nella precarietà sociale ed economica e scongiurare il paventato aumento dell’IVA. Queste nobili motivazioni, però, devono oggi concretizzarsi in proposte valide che la legge finanziaria, se isolata dal quadro economico complessivo, non è nelle condizioni di offrire.
Occorre, infatti, un vero piano economico shock che, come proposto dallo stesso Matteo Renzi, lo scorso 15 Ottobre 2019, lancia un messaggio forte per sbloccare e realizzare tutte le opere di infrastrutture e dissesto idrogeologico oggi in attesa in implementazione in Italia.
Questo comporterà lo sblocco e quindi la messa in opera di circa 120 miliardi di progetti, interrotti e/o mai iniziati, i quali produrranno lavoro, occupazione, aumento dei consumi con conseguente incremento della ricchezza e del benessere di ogni individuo, senza la necessità di intervenire così pesantemente con il reddito di cittadinanza.
Questo sarà il frutto di un dialogo mai interrotto con tutte le compagini sociali che chiedono di sbloccare opere già finanziate. Paradossalmente, quindi, possediamo la liquidità necessaria per un grande piano che riguardi il settore delle Opere Pubbliche, primo referente per le commesse delle Piccole e Medie Imprese.
Vi sono oggi circa 74 miliardi di euro di opere stradali e ferroviarie bloccate come la Tav, la Gronda, l’autostrada Roma-Latina e la Strada Statale 106 in Calabria.
Stessa sorte riguarda investimenti per porti e aeroporti, nonché per i piani riguardanti periferie e città.
Sono attualmente 25,9 i miliardi di euro disponibili e non spesi per arginare il dissesto idrogeologico: cifra da distribuire tra mitigazione del rischio, edilizia scolastica, reti fognarie e depuratori, bonus sisma, piani invasi e acquedotti.
Occorre attenzione costante ai progressi di questi progetti con focus sulle aree interne della penisola, basilari per risolvere l’emergenza spopolamento che ci sta affliggendo.
Nel contempo si devono supportare i settori di eccellenza quali il campo culturale e quello turistico, valorizzando il nostro inimitabile patrimonio artistico e paesaggistico.
La dialettica parlamentare deve superare le divisioni ideologiche alla ricerca di questi risultati e di una rivoluzionaria implementazione della Politica Green che riguardi l’energia, la quale consenta una reale transizione ecologica e nello stesso tempo riduca il cuneo fiscale per investimenti strutturali nell’economia circolare e piani di adattamento ai cambiamenti climatici.
Ridurre le emissioni di gas serra è oggi più che mai non solo un imperativo morale, ma anche un dovere verso le nuove generazioni ed il Pianeta.
Tuttavia, imporre tassazioni punitive non è la risposta utile a sensibilizzare l’imprenditoria e l’opinione pubblica.
Rincari nella tassazione devono, perciò, accompagnarsi ad incentivi ed investimenti eco-sostenibili.
Inoltre, una rimodulazione dell’Irpef è indispensabile per far attivare un cuneo fiscale capace di far ripartire i consumi, il settore occupazionale e conseguentemente una crescita economica adeguata di questo Paese. Tutto ciò deve attivarsi assieme ad una revisione accurata delle micro-tasse della futura manovra finanziaria.
Si tratta, dunque, di scelte di politica economica che per poter essere valide devono affiancarsi ad una immediata semplificazione burocratica, in modo che le opere attualmente in programma possano essere messe in moto senza altri dilazioni e che gli investimenti esteri nel nostro Paese siano sempre più frequenti. E’ necessario che l’investitore straniero non esiti a causa della burocrazia italiana.
Per concludere, cito John Maynard Keynes, ispiratore della macroeconomia moderna, che così riassumeva il ruolo dei Governi contemporanei: “Importante per il Governo non è fare le cose che gli individui stanno già facendo, ma fare le cose che al presente non vengono fatte per niente. Non potete aspettarvi che gli imprenditori si mettano a varare programmi di ampliamenti, mentre stanno subendo perdite.”
A cura dell’On. Nicola Carè.