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Le sfide della massoneria in un mondo senza centro

2/1/2023

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La fiducia che gli elettori della Gran Loggia mi hanno voluto tributare con un larghissimo consenso mi riempiono di orgoglio e nel contempo mi caricano di una grande responsabilità. 

A cura di Luciano Romoli

Il risultato raggiunto, con l’elezione dello scorso tre dicembre è la conferma della validità del percorso intrapreso, ora non c’è tempo per volgersi indietro, le sfide che ci attendono sono urgenti e molteplici. Per abitare la complessità occorre rimettere al centro l’Uomo con i suoi bisogni. Nella Massoneria è possibile trovare risposte essenziali ai grandi interrogativi esistenziali che agitano l’individuo in questo delicato cambiamento d’epoca. Anche per questo motivo ho scorto un crescente interesse dei giovani per la nostra comunità, un segno importante che dobbiamo saper cogliere.

C’è una domanda di senso che attraversa la contemporaneità, va raccolta, interpretata, approfondita. Noi massoni disponiamo dell’attrezzatura culturale adeguata per affrontare la contemporaneità in tutte le molteplici sfaccettature attraverso cui si presenta. Saper con equilibrio proiettare l’istituzione massonica fuori dal “tempio” per affrontare con spirito laico, ma nel contempo con forte senso di spiritualità e tensione metafisica, i drammi della storia, rimanendo sempre dalla parte dei diritti naturali e universali dell’individuo, è per me un imperativo categorico, che osserverò con l’aiuto di tutti i fratelli della Gran Loggia.

La continuità della storia umana si specchia nella massoneria
La nostra Comunione deve ritrovare la sua centralità che le compete per ragioni storiche e culturali. La continuità stessa della civiltà umana si specchia nella storia della massoneria, questa consapevolezza deve guidarci nell’opera di costruzione del tempio che non ha mai fine. Cruciale la funzione della memoria, perché “essere stati è la prima condizione per continuare a esserci” come ci insegna un grande intellettuale del Novecento, lo storico degli Annales, Fernand Braudel.

In quest’ottica rivitalizzare la Tradizione e gli Antichi Valori avendo cura di calarli nella dimensione sociale e nella “realtà effettuale” sarà un compito, che cercherò di assolvere in misura prioritaria. “Massoneria del fare” e “Massoneria della tradizione” non sono nella mia visione disgiunti, ma affluenti della stessa spiritualità che vivifica la comunità di cui facciamo parte. Dobbiamo con padronanza utilizzare tutti gli strumenti che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione per comunicare quello splendore del mondo, che i Massoni sanno cogliere perché educati a coltivare la spiritualità. Nei processi di innovazione dell’Umanità la libera moratoria ha sempre recitato un ruolo di primo piano. Nell’immediato futuro il mio obiettivo sarà di confermare questa capacità di leggere il presente a partire dalla promozione di un dialogo efficace tra le generazioni, aspetto cruciale in un corpo sociale roso dalle crisi ricorrenti e da una scarsa attitudine all’ascolto dei giovani, che tanto hanno da dirci.

Contro la deriva del pensiero unico
Ci tengo a precisare, che nessun cambio di rotta sarà possibile senza l’apporto da parte di tutti. Il filosofo e matematico, Bertrand Russell amava ripetere “che il cammino della crescita si percorre insieme agli altri”, questo vale ancora di più per la nostra comunità, che deve saper presidiare i propri valori in un febbrile confronto con il mondo esterno. Sono i valori che danno senso al viaggio, tutti dobbiamo maturare uno scatto di orgoglio e coagulare le energie fisiche e soprattutto morali migliori, perché la storia ha bisogno del nostro apporto. Il lavoro che deve portare al cambiamento dell’individuo è una opera grande e meravigliosa che non può avere fine. Impone un’applicazione costante ma decisiva, se vogliamo sfuggire alla deriva del pensiero unico.

Ogni massone sa che un’altra dimensione è possibile, non si accontenta di quella “immanenza satura” che prova ogni giorno con ogni mezzo a negare l’alterità, schiacciando ogni prospettiva di dialogo. La spiritualità e i principi in cui crediamo impongono una reazione rispetto ad ogni tentazione autoritaria. La costruzione del tempio è per noi fondata sui valori, attorno a cui si modella quella relazione vitale tra individuo e società, che la paura del contagio aveva fatto evaporare. Risulterà, perciò, decisivo mantenere uno sguardo attento al Tempio, ma anche alle dinamiche esterne, in particolare a quanto accade nelle nostre Officine, al fine di individuare le eccellenze e i talenti che possono fare da motore di progresso.

Il valore della ricerca
Il mio impegno sarà anche volto a dare impulso alla ricerca, che deve contribuire a far crescere la conoscenza, che nella società dell’informazione, si aggiunge ai tradizionali fattori della produzione (terra, capitale, lavoro) quale ingrediente imprescindibile di progresso e di civiltà. La ricerca è il collante che tiene insieme l’operosità delle Officine. In particolare dobbiamo essere capaci di trasmettere l’“orgoglio” e la “purezza” del nostro pensiero quale motore della crescita, etica ed intellettuale, dell’uomo. Le novità, di cui voglio farmi promotore, non riguarderanno solo il nostro modo di relazionarci con il contesto sociale, ambientale ed economico, perché anche sul fronte organizzativo interno si concretizzeranno interessanti iniziative a cominciare dall’armonizzazione di statuti regolamenti, che renderà i processi decisionali snelli ed efficienti, in risposta alle esigenze di una società in divenire e nel rispetto della tradizione storica segnata dalla sperimentata capacità di lettura del cambiamento che l’organizzazione massonica ha sempre dimostrato.

​Sul terreno delle relazioni internazionali faremo sentire una presenza incisiva. Le sfide globali in un mondo senza centro assumono un peso strategico che non può essere sottovalutato se si vuole portare a compimento il progetto universale di promozione dell’uomo, iscritto nei fondamenti ontologici dell’essere massonico. Essere ambasciatori di pace, di sviluppo, di promozione e della sostenibilità ambientale, sono grandi questioni che ci vedranno direttamente impegnati. In conclusione credo che dobbiamo essere “presenza critica” con tutta la forza morale necessaria a combattere le battaglie di principio, a tutte le latitudini esse si presentino. Abbiamo un estremo bisogno di avvertire quell’energia fondamentale che pone la donna e l’uomo al centro del magico progetto della vita, al quale tutti dobbiamo tendere per essere protagonisti consapevoli del nostro viaggio. A tutti auguro di cuore buon lavoro
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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