Gente in Movimento
  • Home
  • Chi siamo
  • Notizie
  • Collaboratori
  • Rivista
    • Sfoglia GM
    • Scarica GM
    • Regala GM
  • Contatti
  • Sponsor & Partner

Le pietre d’inciampo: risposta antisemitismo

14/10/2020

0 Comments

 
Foto
Un’iniziativa monumentale diffusa per ricordare le singole vittime della deportazione nei campi di concentramento e di sterminio nazisti.
Foto
Il dovere della memoria, nel vorticoso scorrere del tempo e degli eventi, resta l’unico spazio di riflessione e di necessaria condivisione della propria storia collettiva. Ma è indispensabile, oggi più che mai, che la memoria sia messa nelle condizioni di dispiegare i suoi potenti effetti con la massima profusione di energie. 

Lo abbiamo compreso con chiarezza in queste ultime settimane: linguaggi e gesti violenti hanno sdoganato apertamente un clima fatto di razzismo, xenofobia, inaudita violenza verso le persone e le cose. Una regressione antropologica fondata sulla cultura del nemico, dell’odio, della mancanza di rispetto sembra aver ricondotto alle pulsioni più istintive e bestiali. 

Perfino nel lungo periodo di lockdown e di emergenza sanitaria mondiale abbiamo dovuto registrare atti di vandalismo e aggressività ma, cosa ben più allarmante, anche numerosissimi casi di antisemitismo. Il ministro tedesco dell’Istruzione Anja Karliczek ha dovuto denunciare una “ostilità antiebraica inaccettabile e spaventosa”; in Germania sono spuntati adesivi che paragonavano gli ebrei al coronavirus; la rete è stata invasa da commenti antiebraici e da odio pregiudiziale. 

Si tratta di episodi preoccupanti che non possiamo affatto liquidare come gesti di beoti, né derubricare a sciocchi fenomeni di imbecillità. Il ruolo della memoria nel contrasto agli odi, ai pregiudizi, alla violenza continua, pertanto, ad essere fondamentale. 

Se è vero che l’1,3% degli italiani ritiene che la Shoah sia una leggenda e che il 10,5% giudica invece che durante la Shoah non siano morti 6 milioni di ebrei, allora significa che una questione di rimozione della memoria collettiva esiste ed è in allarmante espansione. Se a ciò aggiungiamo gli episodi crescenti di violenza e di vandalismo a sfondo antisemita nei confronti di monumenti e luoghi di ricordo della tragedia fascista, allora il quadro è tristemente completo. 

Occorreva, dunque, rispondere con convinzione e far comprendere che nessuno aveva intenzione di abbassare la guardia, nemmeno in momenti così difficili. Nasce così l’idea di depositare una mozione di Aula a mia prima firma che mettesse in luce una delle esperienze culturali ed artistiche più virtuose sul ruolo e sulla funzione della memoria: il progetto denominato “Pietre d’inciampo” (Stolpersteine), ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig sul finire degli anni Novanta. Si tratta di un’iniziativa monumentale diffusa per ricordare le singole vittime della deportazione nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. 

La “pietra d’inciampo” è un piccolo blocco di pietra ricoperto di ottone lucente, su cui sono incisi il nome, l’anno la data di nascita, il luogo della deportazione e la data di morte del deportato, collocato in prossimità delle abitazioni in cui risiedettero i deportati prima della cattura. Oggi ne troviamo in diverse città italiane, e a tutti sarà probabilmente capitato di vederne qualcuna. 

Attualmente se ne trovano infatti a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino,
Venezia, Napoli e in altri centri minori. Le prime furono posate a Roma nel 2010. Come enunciato dal sito pietredinciampo.eu, obiettivo è creare un inciampo emotivo e mentale, una sorta di inciampo della coscienza, mantenendo così viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana, la casa, e invitando allo stesso tempo chi passa e si imbatte nell’opera a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data. 

Molte città hanno saputo cogliere l’occasione offerta dal progetto di Demnig per coinvolgere i giovani studenti attraverso percorsi didattici e multimediali di approfondimento in grado di rivitalizzare la memoria collettiva della tragica esperienza della deportazione e degli orrori della Shoah. 

A Torino ad esempio, grazie alla sinergia tra il Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà, la Comunità ebraica di Torino, il Goethe-Institut Turin e l’Associazione nazionale ex deportati (Aned) e le istituzioni scolastiche, sono state sperimentate forme virtuose di collaborazione con il coinvolgimento diretto degli studenti in progetti interdisciplinari molto partecipati e capaci di incentivare processi di coesione sociale. 

Le scuole coinvolte hanno infatti preso parte a un percorso sviluppato su più incontri, differenziato tra la scuola primaria e le secondarie di primo e secondo grado: con i bambini si è scelto di lavorare in maniera più approfondita sui luoghi di memoria e sul contesto storico in cui il fenomeno della deportazione si è sviluppato, mentre con i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado ci si è concentrati sulla definizione del sistema concentrazionario nazista e fascista, sulle peculiarità della deportazione razziale e politica e sulla storia della deportazione da Torino, per fornire strumenti utili alla ricostruzione delle biografie delle vittime, assegnando ad ogni scuola una Pietra d’inciampo. 

Contestualmente, agli studenti e agli insegnanti è stato richiesto di ideare e progettare un “evento” finalizzato alla valorizzazione dell’installazione artistica e alla divulgazione della storia delle vittime, da realizzarsi nella settimana del Giorno della Memoria. I progetti didattici collaterali alla posa delle Pietre d’inciampo hanno avuto notevole successo a Torino e hanno contribuito alla sensibilizzazione delle nuove generazioni sui temi legati agli orrori della Shoah, suggerendo la possibilità che siano gli studenti stessi, opportunamente supportati, a identificare e indicare nuovi nominativi a cui poter dedicare, in futuro, una Pietra di Inciampo. La mia mozione assurgerebbe l’esperienza torinese a modello per altre realtà del Paese.

Nello specifico, la mia mozione impegna il Governo a promuovere la diffusione e la conoscenza del progetto artistico e culturale delle “Pietre d’inciampo” su tutto il territorio nazionale e a introdurre nelle scuole del territorio, in accordo con i servizi educativi dei musei e degli archivi di Stato, percorsi didattici di approfondimento finalizzati alla ricostruzione della geografia urbana dei luoghi di deportazione e della biografia delle vittime della dittatura nazi-fascista. 

Come ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “il virus della discriminazione, dell’odio e del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica”. 

Occorre dunque che la politica contribuisca a diffondere i dovuti anticorpi, nel presente dei nostri giorni. E per farlo, non può non concentrarsi sulle generazioni più giovani e più esposte ai rischi di contagio.


Traduzione delle pietre di inciampo: qui visse Ludwig Levy, nato nel 1870, deportato nel 1942 a Theresienstadt (campo di concentramento nella Repubblica Ceca) e morto il 16/09/1942 a Treblinka (campo di sterminio nell’est della Polonia).



​A cura dell’On. Michele Nitti.

© Gente in Movimento - riproduzione riservata

0 Comments

Your comment will be posted after it is approved.


Leave a Reply.

    RUBRICHE

    Tutti
    ATTUALITÀ
    BENESSERE E BELLEZZA
    CINEMA E LIBRI
    CONSUMATORE
    COSTUME E SOCIETÀ
    DESIGN
    ECONOMIA E LAVORO
    EUROPA
    EVENTI
    EVENTI E SPETTACOLI
    FOOD & WINE
    FOTOGRAFIA
    IMPRESA
    INNOVAZIONE
    MODA
    MOTORI
    MUSICA
    POLITICA
    PREVIDENZA
    PROFESSIONI
    RASSEGNA STAMPA
    SICUREZZA
    SPORT
    TEMPO LIBERO
    VIAGGI

    ARCHIVIO

    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Luglio 2017
    Maggio 2017
    Marzo 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014

Copyright © 2019 GENTE IN MOVIMENTO. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica iscritta nel Registro della Stampa del Tribunale di Aosta - aut. n° 3/2014
Proprietario ed Editore: DGConsulting s.c. (P.IVA 05034680966), con iscrizione al ROC n° 24934.
​Direttore responsabile: Secondo Sandiano
Per qualsiasi comunicazione: redazione@genteinmovimento.com -  Collabora con noi
Iscriviti alla Newsletter