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Le misure del Governo contro la povertà

13/3/2017

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L’impegno del Governo contro la piaga della povertà: provvedimenti e progetti per fronteggiare questo fenomeno.
L'ISTAT nel mese di dicembre 2016 ha pubblicato i dati sulla povertà in Italia che fotografano una situazione per nulla rassicurante: si stima che nel 2015 il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, vale a dire una persona su quattro. Il Mezzogiorno è ancora l’area più esposta, infatti la relativa percentuale sale al 46,4%. Le persone che vivono in famiglie con cinque o più componenti sono quelle più a rischio.
Per questo, in linea di continuità con quanto avviato dal precedente Esecutivo, l’attuale Governo considera una priorità assoluta l'impegno per l'attuazione di una misura universale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale.
In attesa della emanazione di  provvedimenti legislativi, finalizzati all'introduzione di un'unica misura nazionale correlata alla differenza tra il reddito familiare del beneficiario e la soglia di povertà assoluta, nonché alla razionalizzazione degli strumenti e dei trattamenti esistenti,  nei limiti delle risorse disponibili nel Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, il legislatore è intervenuto con alcuni provvedimenti finalizzati ad intraprendere  da subito misure adeguate a fronteggiare tale fenomeno. 
Infatti, la Legge di bilancio 2017 ha previsto un incremento - a regime - di 150 milioni di euro del   Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale che era stato istituito con la Legge di stabilità 2016. Sostanzialmente è raddoppiata la disponibilità finanziaria (750 milioni) rispetto al 2016 destinata al SIA Sostegno all'Inclusione Attiva anticipando, di fatto, l'entità di risorse già prevista per il 2018. 
Inoltre, è stata stabilita la necessità di emanare un Decreto interministeriale, a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, che nel frattempo provveda all’ aggiornamento - per il 2017 - dei criteri per l'accesso al SIA anche al fine di ampliare la platea dei beneficiari, rispettando comunque le priorità previste dalla legislazione vigente. In queste settimane il Ministero sta dunque lavorando alla stesura di tale Decreto che rinnova e dà continuità al SIA anche per il 2017.
Il SIA - che è attivo da settembre dello scorso anno - può essere considerato una “misura ponte” in vista della realizzazione del Reddito di Inclusione, è concepito come strumento universale di contrasto alla povertà, basata su un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'autonomia sostenuti da servizi personalizzati e da una rete integrata di interventi individuati dai servizi sociali, con i servizi per l'impiego, i servizi sanitari, le scuole e con i soggetti del Terzo settore e di tutta la comunità.
Per rendere più efficace questa attività di presa in carico e di attivazione dei nuclei familiari beneficiari del SIA, nel 2016 è stato finanziato con quasi 500 milioni di euro un avviso pubblico rivolto ai Comuni per la realizzazione di interventi volti a rafforzare la rete dei servizi in tutte le regioni.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sta anche predisponendo un Decreto ministeriale, che sarà efficace a partire da marzo, per consentire la concreta utilizzazione di tutte queste risorse e per ridefinire, sulla scorta dell'esperienza già realizzata, i criteri di accesso alla misura che privilegino le famiglie con figli minori o disabili o con una donna in stato di gravidanza, allo scopo di ampliare la platea dei beneficiari in ragione dell'aumentata disponibilità di risorse. L'obiettivo è quello di raggiungere, nel 2017, circa 400.000 famiglie con 800.000 minori e oltre 1 milione e mezzo di persone.
Il lavoro di definizione dei contenuti del Decreto, con la finalità di rendere questa fase di transizione la più vicina possibile alle caratteristiche del Reddito di Inclusione, viene sviluppato attraverso un confronto con le Regioni, che hanno partecipato ad un incontro svoltosi il 21 dicembre scorso, e con l'Alleanza contro la povertà.
Gli interventi programmati dal Governo per fronteggiare il grave problema della povertà includono anche una specifica misura sperimentale, prevista anch’essa dalla Legge di Stabilità del 2016, finalizzata a contrastare la povertà educativa minorile.   Un Fondo, istituito ad hoc per gli anni   2016, 2017 e 2018, sarà alimentato dai versamenti effettuati su un apposito conto corrente dalle Fondazioni, nell'ambito della propria attività istituzionale.  Il 29 aprile 2016 è stato siglato un protocollo d'intesa - tra la il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Presidente dell'ACRI-  con cui sono state definite specificatamente le modalità di alimentazione del Fondo, i relativi indirizzi strategici e la modalità di gestione. Il protocollo ha individuato, altresì le modalità di intervento che consistono in pratica nella emanazione di appositi bandi volti a sollecitare la presentazione di progetti mirati da parte di soggetti pubblici e privati, compresi quelli appartenenti al Terzo settore.
Per le Fondazioni che alimentano con propri versamenti il suddetto Fondo verrà riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d’imposta, pari al 75% dei versamenti effettuati. Il Fondo finanzierà progetti per 400 milioni di euro in un triennio.
Inoltre, anche il FEAD - Fondo di aiuti europei agli indigenti - riserva una parte delle risorse stanziate alla povertà educativa: 150 milioni sono destinati alla distribuzione di materiale scolastico per i minorenni inseriti in famiglie con grave disagio economico già presi in carico nell’ambito del SIA o in situazione equivalente. Ulteriori 77 milioni sono destinati ai servizi di refezione scolastica nei contesti maggiormente deprivati economicamente e socialmente, per contrastare la povertà alimentare dei bambini e permettere loro di usufruire di servizi socio-educativi in orario extra-scolastico.
Il FEAD, di cui è titolare il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, contribuisce anche ad alleviare le forme più gravi di povertà distribuendo prodotti alimentari. L’Italia ha scelto di integrare la componente obbligatoria di finanziamento del Programma Operativo con una componente volontaria, più che raddoppiando in tal modo le risorse disponibili. Per la distribuzione di beni alimentari (servizi di mensa, distribuzione di pacchi alimentari, empori sociali, distribuzione tramite unità di strada) sono a disposizione circa 480 milioni di euro per la programmazione 2014-2020.
Al contempo, prosegue l’esame da parte della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, del disegno di Legge delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, che è stato già approvato dalla Camera dei Deputati e che punta ad affrontare globalmente ed organicamente il fenomeno della povertà, prevedendo concrete azioni univoche e strutturali.
 
A cura di Luigi Bobba
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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