“Dobbiamo porre le condizioni affinché ognuno possa creare il proprio posto di lavoro. È finita l’epoca dell’attesa di un aiuto clientelare. Solo con una collaborazione forte tra i lavoratori e le imprese sarà possibile sviluppare le straordinarie potenzialità di questo territorio, che ha sofferto la crisi in modo profondo". |
Così Rolando Marciano, Presidente di Cepi-Uci, Confederazione Europea Piccole Imprese, commenta la chiusura dei lavori del convegno “Imprese e lavoratori per lo sviluppo del territorio”, svoltasi lo scorso 18 luglio a Cassino (FR). Tra i relatori Marco Giannelli, Presidente nazionale CONFIE-CEPI, Paolo Moretti, Presidente dell’Istituto per il Governo Societario, Marcello Pigliacelli, Presidente della Camera di Commercio di Frosinone e Arturo Vitale, Segretario generale CEPI-UCI.
“Il sistema creato da CGIL, CISL e UIL ha fallito, il lavoratore non è più rappresentato dai tre sindacati tradizionali. È necessario costruire un nuovo rapporto in cui il sindacato si faccia carico del vero tema della sostenibilità e dello sviluppo economico del tessuto produttivo del Paese - spiega il Segretario generale di CONFAEL Domenico Marrella - Noi guardiamo con grande interesse alle esperienze nord europee e tedesche che vedono i sindacati protagonisti nelle imprese e i lavoratori interessati alla crescita delle aziende stesse attraverso anche lo strumento della partecipazione agli utili. Il sindacato deve formare il lavoratore ed aiutare le famiglie con i suoi servizi”.
Particolarmente interessante la relazione del professor Moretti che, intervenendo, ha fatto proprie le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Con la sola austerity all’Europa mancherà il respiro”. E che ha poi affrontato il tema di una riforma organica del fisco italiano.
“Serve una codificazione a due livelli del sistema tributario con una revisione della tassazione per imprese e persone fisiche, bisogna spostare il carico dalle persone alle cose. È necessario abolire Imu e Tasi su fabbriche e capannoni che fanno lievitare del 14% il carico fiscale sulle imprese. Gli studi di settore non hanno più senso e penalizzano troppo gli artigiani e i professionisti. Inoltre, urge una riforma del contenzioso fiscale, che è troppo lungo e farraginoso per le imprese, per i cittadini ed in ultima istanza anche per lo Stato”.
A cura di L.P. Ufficio stampa Cepi-Uci