Classe 1970, una laurea in Scienze dell’Educazione e un passato da docente alle scuole superiori, Simona Vietina è l’espressione della politica al servizio del cittadino e del territorio: già primo cittadino di Tredozio (riconfermata nella tornata elettorale del 2019 con oltre il 72% dei consensi), non ha esitato ad accettare la sfida del parlamento grazie ad un trionfale risultato nelle elezioni 2018 dove ha conquistato la vittoria nel collegio uninominale di Cesena alla Camera. Il suo obiettivo, dichiarato fin dal primo momento, è chiaro: “Combattere lo spopolamento delle bellissime aree montane intensificato dalla desertificazione commerciale, per ottenere questo risultato, è necessario creare delle zone libere da ogni tassa per ridare vita alle piccole attività, ai negozietti, agli artigiani. Questo è il punto del programma di Forza Italia che mi sta più a cuore”. Un intento nobile che, nella doppia veste di Sindaco e di Parlamentare Simona Vietina ha perseguito con tenacia a colpi di interrogazioni, mozioni, levate di scudi e impegno in prima linea costante non trascurando neppure di “sporcarsi letteralmente le mani” per stare a fianco dei suoi concittadini. Esemplare, in tal senso, è stata la mattina in cui, indossati stivali e impermeabile, si è prodigata in prima persona nella pulizia del paese dalle conseguenze di una grave alluvione che ha colpito Tredozio nel 2018.
“Il mio impegno per la montagna nasce da un mix di amore per il territorio che mi ha scelta e accolta come primo cittadino e di amarezza nel vederlo progressivamente impoverirsi: imprese che chiudono, scuole che non aprono classi per mancanza di bambini, eccellenze che scompaiono o finiscono nel dimenticatoio a causa della mancanza di infrastrutture adeguate a supportarle. Nel corso degli anni – spiega la deputata azzurra – i comuni montani sono stati oggetto di un gravissimo spopolamento al quale si è cercato di porre rimedio con una serie di interventi animati da buona volontà ma privi di una strategia organica. Slegate fra loro, le diverse iniziative che vanno dal Fondo Nazionale Integrativo per i comuni montani, alla Strategia Nazionale per le aree interne, alle misure per le opere pubbliche nei piccoli comuni tra il 2013 e il 2020, fino ad arrivare a quanto previsto nella legge di bilancio 2020, hanno fallito nell’intento di fermare il declino economico e sociale che ha investito le zone montane. Per ovviare a questa mancanza di organicità, (unicità di intenti), che finisce per trasformare iniziative anche lodevoli in un costo per i cittadini senza la soddisfazione del risultato, ho proposto in tempi recenti sia l’istituzione di un Ministero per la montagna che un Disegno di Legge che permettesse, finalmente, un approccio metodico e organizzato al problema. In attesa della calendarizzazione ormai prossima della discussione sulle mie proposte, il 28 gennaio ho avanzato una mozione sul tema delle aree montane che è stata approvata all’unanimità”.
Iniziative concrete per il territorio
Occorre quindi un sostegno concreto alla montagna: una sfida che Simona Vietina ha abbracciato fin da subito: “Creare occasioni di rilancio per il territorio montano – spiega – è imprescindibile dal potenziamento dei servizi fondamentali come il trasporto pubblico e il sistema distributivo commerciale. C'è una costante emorragia di imprese ma soprattutto di persone che sta progressivamente impoverendo queste comunità. È compito delle istituzioni porre in atto strategie concrete per non disperdere la ricchezza di questi territori, fatta di risorse naturali, ambientali, paesaggistiche e culturali, un vero e proprio tesoro, unico e impareggiabile, che può essere salvaguardato solo evitando lo spopolamento di aree nelle quali la presenza umana si rivela fondamentale e determinante. Una presenza che può essere garantita solo con interventi di concreta agevolazione, che si discostino dall'assistenzialismo a pioggia di risorse una tantum, limitate e il cui accesso appare anche difficoltoso per i piccoli imprenditori di montagna. Da tempo ho presentato una proposta di legge contro lo spopolamento delle comunità montane: la proposta di legge 866 che mi vede come prima firmataria, vuole essere uno strumento concreto di sostegno e rilancio del territorio montano e in particolare di quelle aree a rischio di desertificazione. Una proposta di legge che mira a garantire agevolazioni fiscali alle imprese già esistenti mediante l'istituzione di zone a fiscalità di vantaggio e ad attrarre nuovi investimenti attraverso riduzioni fiscali pensate per le cosiddette zone franche montane. Tali agevolazioni, nell'ottica di incentivare il ripopolamento delle aree montane marginali, sono destinate a quelle attività e imprese, anche agricole, il cui personale dipendente, almeno per l'85 per cento, risieda nelle zone o nei comuni di riferimento e per i quali l'agevolazione viene concessa. L'obiettivo è attrarre nuovi investimenti e raggiungere l'obiettivo di creare nuova occupazione, producendo conseguentemente un maggiore benessere economico e sociale, arrestando lo spopolamento, nonché tutelando e salvaguardando il complesso delle tradizioni culturali, enogastronomiche e imprenditoriali del nostro Appennino e delle aree montane. Sono previste anche nuove forme di contributo per il trasporto pubblico per agevolare i comuni, anche piccolissimi, che non riescono, o vi riescono con grandi difficoltà, a far fronte a tale spesa a causa di bilanci particolarmente ridotti”.
Una prima vittoria
In attesa che la discussione sulla proposta di legge venga finalmente calendarizzata, una prima vittoria importante è stata conquistata grazie all’approvazione di una mozione che ha impegnato il Governo, alla fine di gennaio, su molti fronti: “A partire dalla piena attuazione alla legge n. 158 del 2017 “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni”, dotandola di risorse adeguate, al fine di consentire il perseguimento delle finalità in essa previste, a prevedere la costituzione di fondi per incentivare la residenza nei piccoli comuni, anche mutuando dalle esperienze regionali già in corso e a valutare la possibilità di istituire zone montane a fiscalità di vantaggio sulla base del grado di marginalità, del rischio di desertificazione economica e commerciale e del calo demografico nell'ultimo quinquennio, in linea con quanto previsto anche dal mio Disegno di Legge. Altri temi cruciali presenti nella mozione sono poi la tutela del paesaggio nelle aree montane non solo come elemento necessario per la qualità della vita dei cittadini, anche valutando l’utilizzo a tale scopo di quota parte delle risorse previste per il Green new deal dalla Legge di bilancio per il 2020 e l’erogazione di risorse volte a favorire l’insediamento di giovani imprenditori nelle aree marginali, agricole e montane del Paese”.
“Un’altra vittoria importante – incalza la parlamentare azzurra – è relativa all’introduzione di specifiche misure di welfare, (sanità, trasporti, istruzione, servizi pubblici) per le aree montane del Paese, migliorando le finalizzazioni delle risorse della Strategia nazionale per le aree interne e ridefinendo a livello nazionale i criteri di inclusione nelle aree di intervento, al fine di evitare disparità di trattamento ed esclusioni, derivanti da criteri di selezione aggiuntivi adottati dalle Regioni, come è accaduto in Emilia Romagna. A ciò si aggiungono misure per il superamento del digital divide nelle aree montane e per l’incentivazione e la tutela dell’agricoltura nelle aree marginali e disagiate”.
La battaglia per la montagna è ancora lunga ma oggi ogni comune montano d’Italia sa di poter contare su una paladina pronta a difenderlo e che non esiterà a dare il massimo affinché la montagna, non solo quella emiliano-romagnola, torni a brillare come merita.
Intervista all'On. Simona Vietina, a cura della Redazione.