Altri casi simili sono stati riscontrati in tutto il mondo: le acque limpide dei canali di Venezia che sono tornate a popolarsi di pesci, i delfini che conquistano il porto di Cagliari, le anatre che vagano spensierate nel centro di Parigi e i puma che saltano indisturbati da un muro all'altro a Santiago del Cile. Il direttore della ricerca del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, Romain Julliard, lo scorso aprile ha confermato come la presenza di animali selvatici sia dovuta al fatto che, senza l'uomo e la circolazione abituale nelle zone urbane, gli animali si sentono liberi di esplorare la città. Dati alla mano, l'osservatorio cittadino delle farfalle urbane di Barcellona ha dimostrato come nei mesi di maggio e giugno 2020 il numero di specie per parco sia aumentato del 28%. Se confrontato con lo stesso periodo dell'anno precedente, il dato raggiunge il 74%.
La scorsa primavera a Barcellona sono state avvistate specie mai viste prima in città. Il confinamento dovuto al coronavirus, il miglioramento della qualità dell'aria e l'aumento delle precipitazioni hanno favorito un notevole aumento della flora e della fauna cittadino. I barcellonesi così, affascinati dal nuovo volto della città, hanno deciso di promuovere un vero e proprio progetto di sviluppo verde che prevede la creazione di 780.000 metri quadrati di aree verdi e di più di 49.000 metri quadrati di strade verdi.
L'obiettivo è di circondare l'intero agglomerato urbano, integrando questi spazi nella vita quotidiana dei suoi abitanti, al punto di immergere letteralmente la Sagrada Familia nel verde. Il progetto comprende anche l'istituzione di un atlante della biodiversità per registrare tutte le specie di flora e fauna che esistono a Barcellona, monitorandone la presenza e favorendo il ripopolamento dei parchi all'insegna di un miglioramento della vita di uccelli e insetti, grazie anche all'introduzione di "hotel" dedicati, piccole casette ideali per la nidificazione (immagine seguente).
La rivoluzione verde della città passa anche dall'educazione dei cittadini. Se fino ad ora la comparsa di un fiore o di una pianta sulla facciata di un palazzo era sinonimo di degrado, sporcizia e abbandono, d'ora in avanti verranno favoriti e implementati sistemi di integrazione del verde nel cemento. Il presidente dell'associazione spagnola dei parchi e giardini pubblici, Francisco Bergua, sottolinea l'importanza di optare per un modello di valorizzazione delle città: "naturalizzare la città non significa trasformarla in uno spazio selvaggio, ma pensare a parchi e giardini in termini di infrastrutture verdi. Se possiamo trarre qualche aspetto positivo dalla pandemia di Covid-19 che ancora affligge il mondo, dobbiamo farlo. Osservando il comportamento della flora e della fauna durante il lockdown, abbiamo capito che è il momento di dare una svolta radicale alla relazione tra uomo e natura, trovando un nuovo equilibrio.