Fino al punto di aver trasformato questo diktat sociale nella propria professione.
Dimidium facti, qui coepit, habet - chi comincia è a metà dell’opera - scrisse saggiamente Orazio e, a manifestare propensione per questo tipo di lavoro devono essere state le prime esperienze giovanili da rappresentante di istituto, o un’innata capacità di far parlare le persone tra loro, di essere quello che nei tempi antichi veniva definito sensale, colui che sapeva organizzare ottimi matrimoni d’interesse. La persona di cui parliamo è Nicola Palmisano (in foto a destra).
Imprenditore torinese che con lo Studio Palmisano, ha dato avvio ad una forma di consulenza innovativa e strategica.
Dalle strategie di marketing, al mettere in proficua relazione soggetti economici come aziende, professionisti, associazioni imprenditoriali, sindacali e sportive, circoli e club, cral e istituzioni pubbliche.
Fornendo assistenza e coadiuvando con consigli mirati i diversi profili, ha saputo costruire un nuovo modo di porsi nella società, sapendo mettere davanti gli interessi di chi definisce partner e mai clienti.
Quando gli si chiede come ha maturato questa idea, Palmisano risponde con un piccolo aneddoto su Henri Poincaré, il matematico e fisico teorico francese, dove si narra che avesse risolto un annoso complesso problema matematico proprio mentre stava salendo su un autobus e pensava a tutt’altro.
Il marketing relazionale deve avvenire con facilità, sostiene, come se stessimo occupandoci d’altro. In realtà dietro vi è un grosso lavoro di analisi, di valutazione di occasioni realistiche e di pazienza certosina nel costruire reti reali, reti virtuali e soprattutto reti virtuose.
Il nocciolo del suo lavoro è quello di essere riuscito a costruire una buona metodologia operativa, per consentire ai suoi partner di salire agevolmente su un autobus che li porti a nuove occasioni di business.
A cura di Edmondo Bertaina