Il progetto, finanziato dal PNRR, terminerà nel 2026 e prevede, oltre al servizio di consultazione e prestito della collezione libraia con annesse sale dedicate alla lettura, anche spazi per la socializzazione con una caffetteria, postazioni per il lavoro e studio integrate a sale per le attività laboratoriali, oltre che un piccolo auditorium.
Il progetto, che sorge su Corso Massimo d’Azeglio, si inserisce in un programma di riqualificazione del parco del Valentino che comprende sia gli edifici pubblici che le attrazioni annesse ad esso, tra cui il Borgo Medievale ed il Teatro Nuovo. In aggiunta a ciò, questo grande progetto contribuirà al ripristino della navigazione sul Po, il quale stringe anch’esso una relazione stretta con il parco.
La Biblioteca nello specifico sorgerà nei padiglioni 2 e 4 della vecchia sede di Torino Esposizioni, costruito nel 1938 su progetto dell’Architetto Ettore Sottsass Senior in collaborazione con l’Ingegnere Pier Luigi Nervi. La sua realizzazione ebbe l’iniziale scopo di ospitare il Palazzo della Moda, commissionato dall’amministrazione al fine di ospitare eventi e sfilate legate al settore.
Il progetto prevedeva in origine un impianto di quattro edifici disposti intorno ad un giardino rettangolare, ma questa previsione subisce diverse trasformazioni nel dopoguerra, come la sostituzione del padiglione centrale con un salone absidato intitolato a Giovanni Agnelli, per poi essere oggetto di ulteriori modifiche che hanno alterato quasi integralmente l’idea iniziale del progettista.
Il complesso è oggi un importante esempio di architettura razionalista ed è stato utilizzato negli anni per ospitare diverse funzioni, come il Salone dell’Autarchia durante il periodo del Fascismo e poi il Polo Fieristico e il Salone dell’Automobile nelle decadi Sessanta e Settanta. Più di recente ha ospitato l’Università degli Studi di Torino in una delle sue sedi distaccate quando, nel 1989, le attività fieristiche della città vengono dirottate al Lingotto che è attualmente sede principale dell’attività fieristica torinese, e fino al 2001 il padiglione Giovanni Agnelli diventa sede del palaghiaccio della città. Infine, nel 2006, in occasione delle Olimpiadi Invernali viene utilizzato come impianto di hockey su ghiaccio per ospitare diverse competizioni.
L’impatto che questa operazione di riqualificazione architettonica avrà sulla città ha tutte le potenzialità per avere un gran successo, grazie soprattutto al contributo culturale che un edificio così grande, restituito alla collettività, può avere.
Questo progetto si trova in linea con altre esperienze italiane contemporanee, come il caso milanese di riqualificazione del complesso che ha ospitato Expo 2015. Il progetto della società Arexpo per l’edificazione di MIND Milano Innovation District prevede infatti un centro multifunzionale come nuovo polo economico e educativo del capoluogo lombardo.
Entrambe queste tendenze rientrano nella cultura della rigenerazione urbana a contrasto con il consumo di nuovo suolo urbanizzabile. Dare nuova vita a spazi dismessi, o che hanno ospitato funzioni temporanee, è una strategia sostenibile per rispondere alle nuove domande sociali.
La nuova Biblioteca Civica Centrale di Torino si inserisce perfettamente in questa visione di riuso di beni architettonici e spazi urbani.
Non resta che attenderne l’apertura per poter beneficiare di un nuovo bene a servizio dei cittadini.