Il Paese chiede un cambiamento della scuola. Una scuola che prepari le generazioni alle sfide del presente e del futuro. Studenti e famiglie vogliono una scuola più attenta alle loro esigenze. È qui l'origine de La Buona Scuola, una proposta accompagnata subito nell'autunno 2014 da una campagna di ascolto nel territorio e, poi, da una proposta di legge che coglie alcuni punti chiave. |
Nei mesi scorsi ho ascoltato anch'io numerose proteste, tra loro spesso nettamente distinte. Di molte mi sono fatto carico direttamente, in particolare di chi ha subìto e rischia di subire torti evidenti dai provvedimenti del passato. Per aprire una nuova fase era necessario fare un punto e andare a capo. La legge in ogni caso è stata modificata in molti punti rispetto al testo iniziale, segno importante dell'ascolto e del dialogo sviluppato, a prescindere dal contrasto che ha suscitato.
Dal punto di vista del legislatore, si tratta di guardare in primo luogo all'interesse generale, cioè di tutti i cittadini. Bisogna comporre interessi diversi e, quando ci si prova, si finisce spesso per scontentare qualcuno, che magari per un solo punto che gli va contro è disposto a condannare un intero provvedimento. Ma l'alternativa - diciamolo francamente - è l'immobilismo oppure i cambiamenti di facciata, che spesso, lo dice la storia, contengono tagli e riduzioni indotte dalle mille convenienze non dette, oltre che dalla congiuntura economica.
Io invece - lo dico da insegnante prima che da deputato - penso sia necessario correre il rischio di cambiare, convinto per di più che chi ha sempre fatto il suo mestiere con passione e impegno non ha proprio nulla da temere, anzi.
Ora la legge c'è ed il piano di nuove assunzioni è partito. Si tratta, dunque, di realizzare al meglio questa volontà generale di cambiamento della scuola, facendo ciascuno la propria parte nel modo migliore. Come sempre su diversi fronti, ma anche in modo nuovo, pensando che una maggiore autonomia offerta ad ogni istituto sia la risorsa fondamentale per offrire un servizio migliore agli studenti e alle loro famiglie, in linea con le esigenze del Paese e con il dettato costituzionale.
L'augurio è che a far buona la scuola siano come sempre le comunità che le formano nei mille e mille plessi presenti, per fortuna, in ogni angolo del nostro Paese.
A cura di Giorgio Zanin