Asaf Hanuka è un fumettista-blogger di 40 anni, di provenienza sefardita che racconta sottoforma di vignette la sua vita a Tel Aviv. Una vita non semplice, né perfetta, ma infarcita di tutte le piccole e grandi preoccupazioni che attanagliano un persona. I capricci del figlio, gli alti e bassi con la moglie, i sogni infranti, il mutuo che incombe, i soldi che non bastano mai e i sogni che si diradano come i capelli sulla testa. In questo senso va letta la scelta del titolo, la vita che certe volte ti aspetta sul ring, un avversario che sai essere più forte, ma che sei costretto ad affrontare. Anche se spesso ti manda KO.
Un tratto semplice, pulito, quasi scolastico, eppure perfettamente adeguato al suo stile di narrazione fatto di vita di tutti i giorni, ma anche di situazioni surreali, supereroi Marvel e metafore.
A vederlo così sembrerebbe quasi la storia di una persona di mezz’età, distrutta dalla vita, che ammorba il lettore, eppure riesce a sfogare le sue frustrazioni quotidiane mantenendo un registro cinico ed ironico, non prendendosi mai troppo sul serio.
Alterna vignette di dialogo ad altre di solo disegno, come appunto alterna vignette di tono più importante dove magari affronta di petto qualche fatto storico o politico, anche se raramente fa riferimenti diretti al mondo esterno, limitandosi ad interpretazioni che deve fare il lettore.
Un mondo, che decide di far comparire solo in presenza della televisione. Ogni volta che la accende compaiono immagini di violenza, guerra, sofferenza quasi a smorzare ulteriormente quelle che noi consideriamo piccole o grandi crisi: fuori ci sono enormi drammi, che noi abbiamo la fortuna di vivere filtrati dallo schermo della nostra tv.
Un mondo assurdo e contemporaneo, che alterna le sue vignette autoconclusive a metà strada tra il realismo ed il grottesco, per comporre il diario della sua vita.
Non importa sapere se le scene familiari che vediamo o quelle più personali che racconta siano effettivamente accadute nella sua vita: Hanuka è sincero in quanto capace di non risparmiarsi autocritiche, di fotografare la propria vita nelle sue banali ipocrisie, nelle sue stanchezze, nelle sue debolezze personali, grazie a un bagaglio retorico visivo profondo, che allarga la prospettiva della sua quotidianità a quella di tutti noi e tocca le corde della sensibilità di ogni adulto alle prese con i problemi di ogni giorno, grandi e piccoli. Perché sì, K.O. a Tel Aviv è un fumetto adulto, anche se non solo per adulti.
Un racconto che non può lasciare indifferenti o disinteressati, una lettura che arricchisce, diverte e a volte commuove.
Un fumetto da avere nella propria collezione.
A cura di Federico Rosa