estera, comprendente Africa, Asia, Oceania e Antartide.
Sono subito entrato nella complessa macchina parlamentare del Paese per conoscerne i meccanismi. E’ stata una sfida e la base di partenza per raggiungere l’obiettivo prefissatomi durante la mia campagna elettorale: focalizzarsi realmente sulle problematiche della cittadinanza italiana all’estero, una risorsa economica e culturale immensa per l’Italia, le sue imprese e il “Made in Italy”.
Gli italiani all’estero sono una realtà multiforme, include:
- coloro che, dopo la Seconda Guerra mondiale, per necessità economiche, si sono trasferiti in Germania, Francia, Svizzera, Canada, Australia, Argentina;
- i loro discendenti: seconda, terza, quarta generazione; tutte con un profondo senso di italianità e delle tradizioni. Sono loro oggi i reali ambasciatori dell’Italia: hanno lauree, master e specializzazioni e rivestono posizioni di altissimo livello nei Paesi di adozione;
- gli expat, trasferitisi per aziende italiane che posseggono filiali all’estero e per le quali già lavoravano;
- le nuove emigrazioni.
Nel mondo si contano circa 70 milioni di italiani, tra i nati nel Paese e i discendenti: solo 5 milioni risultano registrati all’AIRE (Anagrafe Italiana Residenti Estero). Veri testimonial del Sistema-Italia e del Made in Italy che annovera eccellenze imprenditoriali e culturali.
Incidono sul benessere dell’intera penisola, settima potenza economica nel mondo e, solo nel 2017, hanno mosso oltre 400 miliardi di Euro in esportazioni. L’Italiano all’estero è una risorsa per il consumo di prodotti di eccellenza, prezioso per il nostro quadro economico.
Le piccole e medie aziende, il “Made in Italy”, sono sinonimo di una qualità da emulare. Queste attività creano benessere con lavorazioni accurate e un capillare lavoro di marketing: siamo radicati e leader nei gusti dei consumatori.
Il fenomeno migratorio conta oggi professionisti qualificati dotati di grande intraprendenza. La mia priorità è la loro rappresentanza: ascoltarne le opinioni alla luce del contributo che essi apportano. Tutte queste potenzialità richiedono costante promozione di lingua e cultura, possibili con opportune coperture finanziarie.
Assistiamo, al contrario, ad un progressivo assottigliamento delle liquidità destinate, ad una riduzione dei Parlamentari per le circoscrizioni estere, diminuendo fondi per le istituzioni italiane a lingua, cultura, editoria.
Questa carenza di “ossigeno” avrà certamente ripercussioni economiche negative: una incomprensibile inversione di tendenza, tale da cancellare una delle risorse più positive del Paese.
Bisogna pertanto analizzare accuratamente le prime migrazioni, quelle legate alla seconda e terza generazione, integrate nel contesto estero ed in costante rapporto economico con l’Italia, senza trascurare la giovane emigrazione attuale.
Ognuno di loro esporta competenze, beni, capacità: produce costante afflusso di capitali da e per il Paese.
Il Governo propone la riduzione di senatori e deputati per la cittadinanza estera: dagli attuali 18 (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12.
Un deputato eletto all’estero rappresenterebbe circa 700.000 iscritti all’AIRE, un senatore poco meno di 1 milione e 400.000, ledendo il diritto costituzionale alla rappresentanza.
La decisione trascurerebbe gli iscritti all’AIRE e gli elettori in crescita. Essa, tuttavia, è soltanto la problematica più palese. Le conseguenze si avvertiranno principalmente a livello economico.
Dovremmo, in controtendenza, aumentare la rappresentanza: attraverso la presenza globale diamo impulso all’economia, in un quadro internazionale sempre più competitivo.
Questa comunità nel mondo, estremamente coesa, è la base di un Rinascimento economico, per una mirata espansione commerciale.
Nel corso degli Stati Generali della Lingua Italiana abbiamo discusso a fondo degli oltre cinque milioni di cittadini all’estero.
La stampa oltre i confini nazionali è preziosissima fonte di informazioni, opera per la diffusione “dell’italianità’’, pur ricevendo 30 centesimi di euro all’anno per iscritto all’AIRE. Allo stesso modo, le istituzioni all’estero: ambasciate, Consolati, Camere di commercio italiane, Com.It.Es., istituti di Cultura, l’Italian Trade commissions: una rete che rinforza comuni radici, esporta e crea benessere.
Promozione del Sistema-Italia è creazione di opportunità lavorative che, certamente, si diffondono direttamente nel Paese. Per anni, sono stato CEO e segretario generale presso la camera di commercio e Industria Italiana in Australia, promuovendo la creazione di una salda connessione con le aziende.
Scambio di idee e competenze, competitività internazionale e ascesa nel quadro globale: imperativi per cui siamo chiamati a dare risultati. Ciò richiede investimenti, attenti al loro apporto nel quadro economico nazionale complessivo.
Numerose sono state le visite da me effettuate, come gli incontri con imprenditori, aziende e cittadini. Le collaborazioni subirebbero un arresto decisivo se le istituzioni perdessero le liquidità operative: imprese, cultura e connubio tra queste saranno fortemente danneggiate.
È essenziale rinsaldare i legami cultural/economici, come fatto attraverso l’istituzione dell’Associazione d’Amicizia Italia Australia.
Le visite in Sudafrica, a Taiwan e quelle che compirò in Africa e Medio-Oriente, dimostrano la mia propensione a nuove collaborazioni internazionali e al rafforzamento di quelle esistenti.
Lavorare per l’Italia con aziende, imprenditori e cittadini: il “valore-made in Italy”, simbolo di prestigio, mediante l’indiscutibile risorsa degli Italiani all’estero.
Saranno una delle forze determinanti per la ripresa economica del Paese. È necessaria però una cooperazione stabile e solida, una assistenza costante e capillare che darà certamente i suoi frutti e diffonderà validi risultati per tutti.
A cura dell’On. Nicola Carè.