Dopo un notevole esborso finanziario Torino si è assicurata l’onore di organizzare, assieme a Belgrado e Manila, la manifestazione.
Gli azzurri partono baciati dalla fortuna, evitando le temibili Francia, Serbia e Canada.
A Torino infatti i gironi vengono così suddivisi: Girone A con Grecia (lontana parente della squadra dominatrice di qualche anno fa), Messico e Iran e il Girone B con Italia, Croazia e Tunisia.
La formula è semplice: gironcino all’italiana, passano le migliori due, che si affronteranno in semifinale e finale secca. La vincente stacca il pass per Rio.
C’è molto calore e fiducia attorno all’Italia dei tre Nba “e mezzo” (Bargnani, Belinelli, Datome e soprattutto Gallinari), che per la prima volta viene guidata da Ettore Messina, indubbiamente l’allenatore italiano più vincente nel panorama cestistico internazionale.
Le bancarelle del merchandising sono letteralmente prese d’assalto, anche se, purtroppo, le partite delle altre nazionali vengono un po’ tralasciate dal pubblico italiano.
Il Girone A vede imporsi facilmente la Grecia (affidata al talentino NBA Giannis Antetokounmpo) e seconda il Messico.
Il Girone B ha come protagonista l’Italia, che batte facilmente la Tunisia e si sbarazza senza troppi patemi della Croazia, che arriva invece seconda.
Una bella iniezione di fiducia, anche se le stelle della squadra hanno un rendimento un po’ altalenante: Gallinari ha da poco recuperato da un infortunio, mentre Belinelli gioca con la maschera protettiva per una frattura alla mascella rimediata durante un’amichevole.
Venerdì 8 luglio alle 16 la prima semifinale è Grecia-Croazia.
Tifo molto caldo sugli spalti per le due nazionali, in particolare per gli ellenici, però la differenza di talento è netta.
La Grecia insegue sempre (partenza shock 13-31), con uno svantaggio costantemente in doppia cifra.
Ha uno scatto di orgoglio quando quasi riesce a raggiungere la Croazia nel terzo quarto, ma quando Bogdanovic e Saric decidono di mettere la freccia, i Croati scappano e la Grecia si affloscia.
Il punteggio finale è di 66-61 per la Croazia, che ha dato l’impressione di giocare a marce basse. Spiccano i 20 punti di Bogdanovic.
A seguire, alle 21, è l’ora dell’Italia. Il palazzetto si riempie di canotte azzurre, che intonano a gran voce l’inno di Mameli.
La pratica Messico è sbrigata senza troppi pensieri: finisce 79-54, con una buona prestazione di squadra.
Mancano i picchi dei solisti, ma il pensiero generale è che si siano gestiti per la finale del giorno successivo.
Il sabato è il grande giorno. Davanti ai cancelli del Pala Alpitour si formano code importanti (attenti e severi i controlli della sicurezza), qualche maglia a scacchi rossi e bianchi, ma il grosso è la marea azzurra pronta a spingere la nazionale a Rio.
Parte l’inno, inizia la gara e… black out! Il primo quarto è stato caratterizzato da un black out del tabellone segna punti durato circa 40 minuti. Dopo lunghissimi attimi (i cestisti sono tornati in campo per far ripartire il riscaldamento) la sfida ricomincia.
Non è una bella partita, si sente la tensione, tanti, tantissimi errori, soprattutto da parte azzurra.
La Croazia è più precisa al tiro, l’Italia però tiene botta, sostenuta soprattutto da Melli e Hackett e si arriva all’intervallo sul 39-34.
Gli azzurri hanno problemi di falli, alcune chiamate discutibili, ma soprattutto mancano completamente le stelle, in particolar modo Bargnani, ma in tribuna si respira fiducia e c’è voglia di festa.
Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo, Italia imprecisa e Croazia che potrebbe scappare ma alla fine si fa riprendere. Il terzo periodo finisce 54-52.
Tutti si aspettano una solida reazione da parte di Gallinari e Belinelli, devono essere loro a trascinare la squadra nell’ultimo quarto.
E invece? Invece succede che Gallinari a pochi minuti dalla fine dell’ultimo quarto è costretto a lasciare il campo per falli, seguito a ruota da Datome.
Eppure c’è ancora speranza. Con una reazione di orgoglio targata Melli, si impatta la partita sul 70 pari: un tap-in strappato dalle mani croate e depositato a canestro a tre secondi dalla fine. It’s overtime baby.
E qui succede la tragedia.
Melli fuori per falli, Belinelli che ha sparacchiato da fuori cercando di tenere in partita gli azzurri lo segue poco dopo, mentre dall’altra parte Bogdanovic e Saric martellano come fabbri.
Eppure ci sarebbe ancora una possibilità di agganciarli, ma proprio come l’anno scorso agli Europei sale in cattedra (negativamente parlando) Alessandro Gentile, prima sbagliando un lay up facile facile che solitamente realizzerebbe ad occhi chiusi e poi regala palla dopo un rimbalzo difensivo.
Il tabellino recita 82-76, un silenzio tombale cala sul Pala Alpitour.
La partita alla fine si concluderà 84-78, ma serve a poco saperlo.
Complimenti alla Croazia, che con una squadra giovanissima avanza con merito a Rio trascinata dai 26 punti di Bogdanovic e dalla prestazione monstre di Saric (18 punti e 13 rimbalzi).
Era fondamentale invece per la nazionale italiana arrivare a Rio, per tutto il movimento, invece hanno tradito Gallinari (5 su 13), Belinelli (4 su 15) e Bargnani (2 su 7).
E per l’ennesima volta Alessandro Gentile ha bucato la partita che conta.
Un fallimento che va analizzato e corretto per i prossimi Europei, prendendo questa disfatta come spunto per ripartire.
A cura di Federico Rosa