Giusto per rimanere in tema, nel settore alimentare sono già state progettate macchine per “stampare” pizza, ravioli e pasta. Perché quindi fermarsi ai primi, e non fornire la possibilità di stampare i dolci?
Al CES - Consumer Electronics Show - di Las Vegas, la più importante fiera annuale nel settore dell’elettronica di consumo, 3D Systems ha proposto la sua innovativa risposta a questa domanda, presentando il prototipo della sua ChefJet 3D, disponibile anche nella sua variante Pro.
La versione base è più piccola e stampa in una sola tonalità, mentre la variante Pro è in grado di sfornare dolcetti multicolore.
Entrambe però supportano cartucce degli stessi ingredienti: dai classici vaniglia e cioccolato ai più esotici menta, anguria e ciliegia.
Ne ho assaggiata una (facciamo anche tre o quattro): il sapore non è male, mentre la consistenza è leggermente polverosa. La friabilità è molto maggiore di quella che mi sarei aspettato da una caramella fatta solo di zucchero e il risultato è un’implosione immediata della struttura.
Arriverà sul mercato nella seconda metà dell’anno a prezzi che potrebbero aggirarsi attorno ai 5.000 dollari per il modello Pro e 1000 dollari per quello Entry level.
Giunti a questo punto vi starete giustamente chiedendo: sì, ma come funziona in pratica?
La risposta è più semplice di quanto pensiate. Basterà disporre delle materie prime (zucchero per il modello base, anche cioccolato per la versione Pro), inserire il progetto del dolce ed il gioco è fatto, la stampante inizierà a lavorare in completa autonomia fino al compimento dell’opera.
Il compromesso ovviamente viene subito a galla nella mente dell’acquirente: cosa si fa se non si hanno competenze nella modellazione 3D? Viene in aiuto il manuale fornito assieme alla stampante, contenente diversi progetti combinabili per dar sfogo al proprio estro creativo, alle quali andranno poi aggiunte tutte le ricette “disegnate” dall’attiva community online degli appassionati.
Come in ogni cosa, però, anche qui non mancano i lati negativi, a partire dalla velocità di stampa.
Il futuro è sì arrivato, ma è ancora acerbo in questo campo, dunque non aspettatevi di stampare la torta di compleanno di vostro figlio in pochi minuti. La stampante ha i suoi tempi, e oltre i 2,4 centimetri in verticale all’ora non riuscirà a materializzare le vostre composizioni.
Non finisce qui, però. Molti interessati al prossimo acquisto di questa meraviglia, come già detto, non possiedono le doti necessarie per trasporre sul programma apposito le fantasie dolciarie che passano loro nella testa: si dovranno accontentare di “costruire” dolci utilizzando gli schemi proposti dalla ditta o da altri utenti. Insomma, una sorta di Lego culinario se vogliamo ridurla ai minimi termini.
A cura di Francesco Rossi