Nel corso di questi incontri abbiamo avuto modo di mettere in campo delle attività che hanno portato alla luce alcune dinamiche relazionali non espresse e mai manifestate tra i pazienti DCA e i loro cari. Per comprendere il vissuto e le emozioni di entrambe le parti abbiamo creato una situazione ad hoc in cui le persone si immedesimavano nel sentire dell’altro e riuscivano a comunicare pensieri ed emozioni. Questo ha permesso a tutti di comprendere il sentito dell’altro e di mettere in atto quel comportamento di accoglienza, comprensione e comunicazione “verso l’altro” una volta tornati a casa.
Abbiamo avuto riscontri molto positivi e piccoli passaggi di avvicinamento. Abbiamo anche avuto modo di dare una buona chiave di lettura del “non detto”, di abbattere le barriere del giudizio e del fraintendimento e dare un buon rinforzo emotivo. Ci siamo accorti che questa tecnica risulta efficace e funzionale, soprattutto in ambiti in cui la paura domina.
Le persone presenti hanno avuto modo di rigenerare sé stesse, oltre che di comprendere alcune cose e di tornare a casa con qualche piccolo strumento in più per condividere e combattere una battaglia (quella dei disturbi alimentari) che logora, non solo chi ne soffre, ma tutti coloro che ne sono coinvolti.
Una banalità sulla quale abbiamo prestato attenzione, ma sulla quale nessuno si sofferma è ciò che l’hostess dice in aereo relativamente ai casi di emergenza: le mascherine dell’ossigeno prima ai genitori e poi ai bambini. Analizzando questa cosa, che apparentemente può sembrane crudele, ci siamo resi conto che il senso è invece di grande importanza, proprio per i bambini!
Se il genitore muore perché non ha ossigeno è assolutamente certo che il figlio morirà perché nessuno potrà occuparsi della sua salvezza. Questo banale ma fondamentale concetto va applicato anche in casistiche come il DCA: le famiglie vanno “ossigenate”, sostenute e rinforzate affinché possano, a loro volta, sostenere e aiutare i figli. In alternativa è il declino totale per tutti. Ogni mese quindi dedicheremo una giornata (prevalentemente il sabato) a questa tecnica comunicativa.
Le famiglie, gli amici, i parenti e tutti coloro che sono a contatto con un disturbo alimentare sono invitate a partecipare e saremo lieti di fornire strumenti e qualche consiglio molto utili. Forniamo una mail alla quale contattarci [email protected]. Gli incontri sono gratuiti e nel pieno rispetto di tutte le norme di riservatezza. Ci siamo prefissati uno scopo: essere sostegno e rinforzo e ci stiamo adoperando con grande successo verso questa meta. Vi aspettiamo.
A cura di Elisa Amelia.