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In viaggio a Rodi fra mito e natura

28/8/2015

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Le spiagge, i borghi imbiancati a calce, i miti dell’antichità e le tracce dell’Ordine dei cavalieri. Un’isola tutta da scoprire.
È l’estate della Grecia. Telegiornali, siti web, social media non fanno che rimbalzare ogni giorno notizie sul Paese. I motivi di questa notorietà sono ben familiari. Crisi, euro, fallimento.
Banche e Governi potranno pure guardare con affanno ai conti e agli impegni dei greci, ma noi viaggiatori non possiamo - né dobbiamo! - dimenticare che la Grecia è ben più di una serie (sbilenca) di numeri.

La Grecia è calore, ospitalità e un bicchierino di ouzo all’ombra di una bouganville. 
È un concentrato di bellezza e cultura, patria del pensiero filosofico e culla della democrazia occidentale. 
È splendore antico, mito e natura, dispersi a macchia d’olio fra una penisola di brulli pendii e migliaia di isole e isolotti incastonati nel Mediterraneo orientale.

Tra le isole più grandi e più intrise di “spirito” greco c’è Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso, ad una manciata di chilometri dalle coste turche.
Rodi è celebre per il Colosso, una delle Sette Meraviglie del mondo antico. Si dice fosse un’enorme statua del dio Helios all’ingresso del principale porto cittadino, crollata in un terremoto di oltre duemiladuecento anni fa.
Oggi, nei punti in cui probabilmente poggiavano i piedi del Colosso, svettano le statue di due cervi, eretti a simbolo dell’isola per averla liberata da un’invasione di serpenti. Così dice la leggenda.

Il capoluogo isolano, Rodi città, adagiato sulla punta settentrionale dell’isola, è Patrimonio Unesco dal 1988. Le sue vie trasudano un passato millenario, florido sin dall’antichità greca.
Conquistata nel Trecento dall’Ordine dei cavalieri di San Giovanni, di ritorno dalla Terrasanta, Rodi è un perfetto esempio di cittadella fortificata.
L’impronta cavalleresca si mischia in un affascinante connubio con i tratti arabeggianti che lasciarono i turchi, subentrati nel Cinquecento ai cavalieri cristiani.
Così, ad un passo dalle acque trasparenti dell’Egeo, possenti mura merlate cingono la città vecchia di Rodi attorno al palazzo del Gran Maestro, tra la suggestiva Via dei Cavalieri e poderose costruzioni in pietra chiara.
Poco distante, la moschea di Solimano il Magnifico segna il confine del quartiere turco. Il minareto svetta oltre le insegne e le tende da sole delle piccole botteghe artigiane aperte sulle vie lastricate. È un tripudio di ceramiche, terrecotte, merletti, saponette profumate, olio e frutta secca.
Non mancano i giardini, le fontane, le chiese bizantine, i cortili dalle eleganti pavimentazioni a mosaico. E il mare, quella distesa blu a perdita d’occhio che, lambendo le sponde di Rodi città e dell’isola, crea incantevoli calette sabbiose o rocciose. 

Alcune sono sovraffollate e chiassose, altre sconosciute al turismo di massa e intatte. Come la spiaggia deserta di Agios Georgios, nei pressi di Gennadi, sulla costa sud-orientale dell’isola, incorniciata da macchia mediterranea e dune di sabbia finissima che scendono dolci fra acque turchesi.
Molto belli, ma più frequentati, sono il lido sabbioso di Tsambika, vicino ad Archangelos, un’insenatura dorata protetta da alture scoscese di roccia e arbusti, e quello di ciottoli di Glystra, nei pressi di Lardos. Entrambi offrono lettini e ombrelloni a pochi euro e qualche chiosco in cui gustare un gyros pita, variante del kebab.

Ma il luogo più affascinante dell’isola è Lindos. Avete in mente le casette basse intonacate a calce, le persiane blu e le terrazze sopra le taverne che si affacciano sul mare turchese? Tutto questo è Lindos. Un piccolo paese raccolto sul fianco di un promontorio che digrada nel Mediterraneo, sulla costa orientale di Rodi.
Il paesino, percorribile soltanto a piedi, è un rincorrersi di negozi e locali fra tortuosi vicoli acciottolati e chiesette bizantine, tutto in salita. Il borgo culmina nell’acropoli in cima alla rocca, raggiungibile a piedi o in sella ad un asino.
I resti dell’acropoli - non molti, in effetti - sono protetti dalle robuste mura del castello quattrocentesco dei cavalieri. La vista da lassù è straordinaria.
Da un lato del promontorio, la spiaggia attrezzata di Lindos si srotola ai piedi delle costruzioni bianche del borgo. Dall’altro lato, la baia di Agios Pavlos protegge alcune incantevoli calette con le sue rocce a precipizio nelle acque cristalline.

Proseguendo da Lindos verso sud sulla costa est, si arriva fino a Prassonisi, appendice all’estremità meridionale dell’isola. Si tratta di una piccola penisola montuosa, collegata da una sottile striscia di sabbia a Rodi, che diventa isolotto con l’alta marea.
Il vento qui soffia fortissimo e a farla da padrone sono le vele dei surfisti.

Infine, gli amanti della natura non possono perdersi il parco della Valle delle Farfalle, a nord dell’isola, per percorrere sentieri immersi in un bosco straripante di vita, fra ruscelli, piccole cascate e specchi d’acqua smeraldo.
Protagoniste del parco sono piccole farfalle che, a migliaia, trovano rifugio tra i suoi alberi, in una girandola di ali castane, dorate e scarlatte.

A cura di Francesca Vinai
Foto Credits: Francesca Vinai
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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