Con il Decreto Legge n. 193/2016 si stabilisce che Equitalia cesserà a partire dal 1° luglio 2017, per cui verranno sciolte e cancellate dal Registro delle imprese senza procedura di liquidazione tutte le società del Gruppo.
Da quel momento l’attività di riscossione dei tributi verrà svolta dalla nuova Equientrate, controllato direttamente dalle Entrate e sotto la vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Come dichiarato più volte dal Governo, la nuova Equientrate, rappresenterà un taglio netto con un modello di riscossione dei tributi sempre molto controverso come quello di Equitalia.
Lo stesso Decreto Legge prevede però che Equientrate avrà maggiori poteri rispetto a Equitalia: oltre a tutti i poteri dell’ente di riscossione avrà di fatto l’aggiunta della capacità di accesso alle informazioni che caratterizzano l’Agenzia delle Entrate.
Tutto questo è previsto dall’’art. 3 del Decreto fiscale, chiamato proprio “Potenziamento della riscossione” che afferma che il nuovo ente potrà “utilizzare le banche dati e le informazioni” alle quali è autorizzata ad accedere l’Agenzia delle Entrate, il tutto ai fini delle funzioni relative alla riscossione.
Equientrate avrà a disposizione tutte le informazioni relative ai rapporti di lavoro o di impiego che si potranno ottenere accedendo direttamente alle specifiche banche dati dell’Istituto nazionale della previdenza sociale.
Ecco che a partire dal 2017 diventerà possibile applicare tutti i poteri delle Entrate non soltanto atti all’individuazione dell’evasione ma anche alle fasi di pignoramento e ipoteca.
Comunque con la chiusura di Equitalia e con il passaggio alla nuova Equientrate, le cartelle esattoriali non ancora pagate, ma già a rischio di prescrizione, potrebbero subire ulteriori ritardi. Nel caso quindi in cui i termini per la prescrizione (dieci anni per Iva, Irpef e canone Rai, cinque anni per tributi locali e multe) siano abbastanza vicini, con il tempo intercorso per la transizione da un ente all’altro è possibile che si possa arrivare al superamento della data di scadenza delle cartelle.
Ovviamente è molto difficile fare calcoli precisi al riguardo, ma in alcune circostanze al contribuente potrebbe convenire attendere la prescrizione piuttosto che aderire alla rottamazione delle cartelle.
A cura di Leonardo Peruffo