A stravolgere i piani e le tattiche dei quasi 800 atleti iscritti è stata la decisione di invertire il percorso.
Per festeggiare i 150 anni dalla conquista del Cervino, montagna simbolo della competizione, Gressoney La Trinité e Cervinia si sono invertiti, diventando rispettivamente la partenza e l’arrivo, discese ardite che diventano salite.
Non è stato solo il percorso a tenere sulle spine i partecipanti, ma anche il tempo. A pochi giorni dalla gara, prevista il 25 aprile, le previsioni meteo non erano le migliori.
Il direttore tecnico Adriano Favre, in collaborazione con Luca Mercalli e il suo team, ha quindi deciso di posticipare il Mezzalama al 2 maggio, data per la quale era previsto uno spiraglio di bel tempo.
Dopo una notte di neve e tempesta, all’alba del giorno della partenza è arrivata la finestra meteo che Mercalli aveva previsto.
Sulla linea erano schierate 260 cordate, di cui 15 femminili, provenienti da 22 nazioni, atleti pronti ad affrontare una maratona totalmente nuova.
I 45 chilometri della Maratona dei Ghiacciai (con 3145 metri di dislivello positivo e 2863 metri di dislivello in discesa) hanno dato subito filo da torcere ai partecipanti.
Lo sperone del Naso del Lyskamm, il ghiacciaio a 4100 metri di quota, era sferzato da raffiche di vento gelido e micidiale, una cittadella di neve e ghiaccio da espugnare.
Le quattro cordate di testa si sono contese il podio fino oltre la vetta del Castore, il punto più alto della gara, a 4226 metri.
Infine, una trionfale discesa di 12 chilometri dal colle del Breithorn, altezza 3826 metri, fino al traguardo di Breuil-Cervinia, 2020 metri, sotto un sole sfavillante, di fronte a un magnifico Cervino imbiancato.
Crediamo sia giusto, però, ricordare che la vittoria è stata anche di Adriano Favre e del suo staff, le guide alpine che hanno preparato il percorso sul filo dei quattromila.
“Non potrei mai non essere soddisfatto - commenta Favre - l’organizzazione è talmente complicata che quando il trofeo giunge al termine è soddisfazione allo stato puro”.
La cordata vincente è stata quella del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur composta dal valsusino Matteo Eydallin, al suo terzo successo al Mezzalama, il giovane valtellinese Michele Boscacci e l’ossolano Damiano Lenzi, che hanno concluso la prova con il tempo di 5h10’49’’.
I vincitori, durante la salita al Castore, hanno guadagnato cinque minuti di vantaggio che hanno mantenuto fino al traguardo.
Il team di Italia 2, formato da Robert Antonioli, Manfred Reichegger e Lorenzo Holzknecht ha combattuto a lungo la squadra del tedesco Anton Palzer, lo svizzero Martin Anthamatten e il bergamasco Pietro Lanfranchi, terzi a 17’’, superati durante la lunga discesa finale.
Tra le partecipanti, vince a sorpresa il team esordiente di Emelie Forsberg (Svezia), Axelle Mollaret (Francia) e Jennifer Fiechter (Svizzera) dopo una battaglia agguerrita contro le favorite Laetitia Roux (Francia), Mireia Mirò Varela (Spagna) e Severine Pont Combe (Svizzera) superate sul Naso del Lyskamm e battute per 2’51’’.
“Quest’anno - commenta Adriano Favre - la partecipazione femminile ha registrato un calo a causa del ribaltamento del percorso che era estremamente tecnico e faticoso.
Negli ultimi 10 anni, però, la partecipazione delle atlete è sempre andata in crescendo.
Solitamente le squadre femminili sono una ventina, ma non bisogna tralasciare la partecipazione delle atlete nelle squadre miste, ma bisogna considerare anche che la gara è estremamente faticosa e alle donne non viene fatto nessuno sconto”.
Alle 15:00 di sabato due maggio il Mezzalama era finito, e per fortuna, perché la finestra meteo che aveva permesso questa emozionante gara si stava già richiudendo.
A cura di Eleonora Barone