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Il ritratto fotografico

2/1/2023

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Premesso che con qualsiasi macchina fotografica possiamo ottenere delle belle immagini, se vogliamo dedicarci al ritratto è meglio dotarci di una attrezzatura un po’ più completa.

Una macchina fotografica reflex farà al caso nostro, tutto ciò che inquadriamo attraverso il mirino sarà esattamente quello che abbiamo visto e la stampa successiva lo confermerà al cento per cento. 

A cura di Claudio Rensi


Molti sono gli obiettivi che si possono utilizzare nel ritratto fotografico, generalmente, per il formato 24x36, si utilizzano dei teleobiettivi la cui lunghezza focale varia fra gli l’ottanta e i centottanta mm così da permetterci una foto armoniosa rispettosa delle proporzioni. Generalmente nelle foto di ritratto si tende a sfocare lo sfondo e questo lo otteniamo impostando un diaframma aperto (5,6 può andar bene) stando attenti che sullo sfondo non ci siano elementi di disturbo tali da compromettere il risultato finale, naturalmente la luce che utilizzeremo sarà preferibilmente quella naturale o in alternativa ci avvarremo della luce artificiale fornita da lampade al tungsteno, neon ecc. Personalmente prediligo la luce ambiente, dove i contrasti sono ridotti e la luce risulta più morbida, ripongo poi particolare attenzione a come posizionarmi rispetto al soggetto che fotografo. Sarà mia premura, se voglio valorizzare gli occhi, effettuare la ripresa ad una certa altezza se invece voglio esaltare bocca e mento dovrò abbassare l’angolazione.

Nelle foto di bimbi dovrò invece, dopo aver instaurato un rapporto di collaborazione, posizionarmi al loro livello così da evitare che l’immagine finale mi restituisca un soggetto schiacciato a terra cosa che una ripresa eseguita dall’alto restituisce. Prediligo inoltre che la persona che fotografo si posizioni leggermente di fianco e con una gamba più avanti rispetto all’altra, anche le mani devono scivolare armoniose sul corpo per dare una sensazione di movimento.

Molti sono gli accessori che possono aiutare il fotografo durante le riprese in studio come i panelli riflettenti che, posizionati difronte o lateralmente al soggetto fotografato, compensano una luce di fondo. Ci sono poi particolari filtri che applicati sull’ottica fotografica possono creare l’effetto di una leggera sfocatura creando un’atmosfera davvero particolare così da ricordare un grande fotografo inglese Leonard David Hamilton, noto per i suoi ritratti erotici e nudo artistico softcore di giovani donne.

Diverse sono le tonalità dei panelli che si possono utilizzare come il bianco che schiarisce le ombre o dorato che contribuisce a riscaldare il soggetto che risulterà abbronzato o di altri colori che avranno come risultato la dominante del colore stesso.

L’importante per una buona foto è che la persona che noi fotografiamo si senta sempre a suo agio e che i colori del trucco e dell’abito che indossa ben si armonizzino con lo sfondo. Alcune case produttrici di obiettivi avevano immesso sul mercato degli obiettivi soft con la principale caratteristica di eliminare, nelle foto di ritratto, eventuali imperfezioni della pelle, piccole macchie, qualche pelo superfluo dando come risultato finale un’immagine non perfettamente a fuoco.

Oggi con la tecnologia digitale tutto questo è scomparso sostituito da programmi che ti permettono di intervenire sull’immagine cambiando sfondi, colori dei capelli, dell’iride, che ti aiutano in post produzione ad ottenere dei risultati davvero interessanti. Ritengo degno di particolare attenzione un programma che ti aiuta a recuperare le vecchie foto restituendo loro il colore originale contribuendo ad eliminare graffi e imperfezioni, recuperando i vecchi ricordi.

Avevamo accennato in articoli precedenti di come salvare le immagini, se fosse meglio il jpg o il formato raw, torniamo sull’argomento con alcune precisazioni. Nel menù delle macchine fotografiche digitali si può scegliere come salvare le immagini se in jpg, in raw o in entrambi i formati. La differenza fra jpg e raw è sostanzialmente che il primo ti restituisce l’immagine che hai appena scattato già elaborata, piacevole a vedersi ma dove il tuo intervento in post produzione è piuttosto limitato. Al contrario, l’immagine in raw ti fornisce un’immagine molto più completa visto che salva tutte le informazioni catturate del sensore. In parole povere ti dà la possibilità di recuperare molti dettagli, ti permette di salvare un’immagine anche se leggermente sovra o sotto esposta.

​La vera differenza fra un formato e l’altro si avrà in chi utilizza la post produzione, utilizzando il raw avremo una qualità decisamente superiore, potrai recuperare le zone d’ombra e le alte luci, dare più o meno tonalità al cielo, bilanciare il bianco nel senso di eliminare eventuali dominanti di colore. Certamente il raw è particolarmente utile per chi lavora in post produzione, anche se oggi molte sono le applicazioni che si possono usare per beneficiare di questo utilizzo . Va ricordato però che proprio per la ricchezza dei dettagli che vengono memorizzati avremo dei file molto pesanti e quindi una maggior lentezza nel salvare le immagini sulla scheda e questo mi danneggerebbe in foto in cui devo scattare ripetutamente in velocità.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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