Si tratta, infatti, di un’importante occasione di rilancio per numerosi comparti, da traghettare nel futuro con intelligenza e visione. Se daremo concretezza alle strategie che stiamo ponendo in campo, avremo un’Italia rinnovata e moderna, in grado di renderci competitivi e all’avanguardia.
Cruciale la decarbonizzazione dei trasporti, dove deve essere data priorità agli interventi di elettrificazione della rete ferroviaria che ne è sprovvista, individuato le linee dove avviare la sperimentazione dei treni ad idrogeno in prossimità di attività industriali che ne utilizzano.
Attraverso il rafforzato coinvolgimento delle amministrazioni sul territorio, si rende necessaria la sostituzione dei mezzi per il trasporto pubblico locale, promuovendo il ricambio del parco automezzi con soli Euro VI di ultima generazione, ovvero con mezzi a trazione GNL e GNC che potrebbero portare, peraltro, un effetto positivo sul sistema produttivo italiano e da ultimo, ove possibile, promuovere il ricambio del parco attraverso i veicoli elettrici (a batteria o fuel cell).
L’importanza del settore dei trasporti verso una compiuta transizione ambientalmente compatibile è fondamentale. Per questo abbiamo richiesto che si valuti come prioritario insistere sulla produzione di idrogeno nei trasporti, declinando in maniera compiuta su tutto il territorio nazionale lo sviluppo di una rete di ricarica elettrica e una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno con un massimo di 40 distributori di carburante per uso promiscuo, sia per i mezzi pesanti che per i veicoli leggeri, così da ridurre le emissioni inquinanti.
Il “progetto idrogeno” dovrà poi essere esteso al trasporto marittimo, considerandone l’incidenza rilevante sulle emissioni climalteranti: la tecnologia abilitante del fuel cell hydrogen, del resto, è la medesima. Attraverso misure di incentivazione va rinnovata la flotta con miglioramento delle performance ambientali, ponendo l’attenzione sull’esigenza di garantire che gli incentivi rivolti al rinnovo e al rifitting della flotta privata abbiano una ricaduta occupazionale e industriale sul territorio nazionale ed europeo.
Allo stesso modo per le altre filiere coinvolte nella costruzione di mezzi come bus e materiale rotabile. In quest’ultimo caso, si avvia a fase di revisione il contratto decennale di media-lunga percorrenza dove risulta quanto mai opportuno prevedere l’acquisto di nuovi carrozze e locomotori rispetto al contratto attuale che prevede solo interventi di revamping del materiale rotabile esistente.
Inoltre, è importante procedere al potenziamento dell’alta velocità ferroviaria su tutto il territorio nazionale, con priorità alle aree non ancora completate come il Mezzogiorno e il Nord Ovest, nonché ad investimenti di upgrading e elettrificazione. Anche le stazioni dovranno essere adeguate, proseguendo nei programmi “Easy Station” e “Smart Station” che vedono impegnata RFI, entro il 2026, nel renderle più accessibili e confortevoli a tutti i viaggiatori, senza distinzione alcuna, secondo i requisiti della normativa europea.
Nell’ambito degli interventi volti a garantire una mobilità sostenibile, infatti, vanno tutelati e garantiti pienamente i diritti degli utenti del trasporto ferroviario, marittimo, aereo e stradale, in ogni forma soggetta a tariffa o pedaggio, anche con riferimento al diritto alla libera circolazione e soggiorno su tutto il territorio nazionale sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione. Con i colleghi parlamentari della Commissione Trasporti della Camera abbiamo poi rilevato l’assenza, all’interno del PNRR, di un programma strutturato di rinnovo del parco dei veicoli industriali e commerciali da attuare attraverso una serie di incentivi mirati per le aziende.
Occorre, inoltre, avviare un adeguato programma di rinnovo dei quasi 26mila autobus che compongono il parco veicolare destinato ai servizi di noleggio con conducente e linee commerciali, sia a corto che a lungo raggio. È a nostro parere opportuno prevedere un adeguato stanziamento al fine di incentivare sia l’ammodernamento che il rinnovo della flotta del settore dei bus turistici ecologici e tecnologicamente avanzati, nonché a promuovere tutte le opportune iniziative volte ad allineare l’imposizione delle accise sul gasolio commerciale usato come propellente per autoveicoli delle categorie M2 e M3 per il trasporto occasionale di passeggeri ai regimi di tassazione dei principali Stati europei.
Per le reti e infrastrutture per la mobilità dolce e il cicloturismo abbiamo incluse anche le green ways e le reti sentieristiche che utilizzano vecchi sedimi di ferrovie e varianti di tracciato abbandonate da molto tempo e completamente disarmate per trekking, escursioni, percorsi nei parchi e nella natura.
Infine, abbiamo richiesto che venga materialmente realizzato l’archivio nazionale delle strade: si tratta di uno strumento che consentirebbe di monitorare lo stato tecnico delle infrastrutture, così da poter predeterminare gli interventi funzionali ad assicurare la sicurezza, nonché la regolare circolazione dei veicoli, e contribuirebbe ad innalzare il livello di efficienza e di sicurezza del sistema viario italiano. Ci apprestiamo, dunque, a porre notevoli risorse su un Piano che mira a modificare radicalmente le nostre vite quotidiane, nel solco della rivoluzione verde e della transizione ecologica: ogni nostra azione deve essere pesata nei confronti dell’ambiente; non per farne meno ma per farla meglio. Ad iniziare dal modo in cui ci spostiamo.
A cura dell’On. Emanuele Scagliusi.