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Il paradosso della quercia e della macchina

14/11/2022

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​“Un germoglio nasce e con il giusto tempo cresce sino a diventare una poderosa e maestosa quercia. Ci posson volere secoli per farla diventare così grande da dare riparo a molteplici specie di ogni genere: da altre piante sino a diversi mammiferi e insetti.

​A cura di Andrea Fortuna
​Come detto, i secoli passano ed essa rappresenta l’orgoglio di madre natura. Intorno a sé ci sono solo piante e nulla di più sino al giorno in cui gli umani hanno costruito una strada lì vicino, ma la quercia non è stata abbattuta. Altri anni sono passati e molta gente con i propri mezzi di trasporto si dirigeva dalle loro abitazioni fino al lavoro e viceversa. Niente di che, l’uomo lo faceva già in passato con i carri, percorrendo ciò che prima era semplice terra battuta, ed ora viaggiava con mezzi più tecnologici su una splendida strada asfaltata con tanto di lampioni. Una strada sicura per gente che andava a lavorare, sino al giorno in cui un uomo ubriaco, con la sua splendida e potente auto, ha perso il controllo e si è schiantato contro la quercia. L’uomo nell’impatto è morto carbonizzato e la poderosa e antica quercia è bruciata e non è stato possibile fare nulla per salvarla. In una frazione di secondo qualcosa che viveva da secoli è stata uccisa da un pic colo mammifero poco evoluto con il suo mezzo di trasporto.

​La semplice domanda che un saggio potrebbe porvi è se vorreste essere la poderosa quercia, che ha vissuto per secoli dando riparo a diverse creature ma che in definitiva non ha potuto fare nulla di più, o un semplice essere umano con una breve vita durante la quale ha fatto di tutto, persino crearsi una famiglia, ma sconvolgendola morendo precocemente, distruggendo persino un’auto tanto bella quanto costosa. Molti sceglierebbero l’uomo poiché è nel consumismo, nell’individualismo, che ha fatto tutto quello nella sua vita per puro egoismo in primis e per l’amore e sicurezza economica della sua famiglia.

Alcuni sceglierebbero d’esser la grande quercia, che senza badare a sé ha dato protezione ad animali e piante sino alla conseguenza che neppure lei poteva immaginare ma (c’è sempre un ma in tutte le storie) c’è una piccola fazione che fa la terza scelta, quella che pochi hanno appunto compreso: essere il tempo. Se alla nascita della quercia, quando era solo un semplice germoglio, fosse in quel preciso momento passata l’automobile, l’uomo sarebbe sopravvissuto andando oltre e la futura quercia sarebbe rimasta illesa. In tutta questa storia il personaggio principale non è difatti la quercia, la strada, l’umano e neppure la splendida automobile, ma bensì il tempo. Esso governa, evolve e deteriora tutto, non lo si può arrestare o comprare, solo viverlo. Una grande lezione poiché ci si può dispiacere per la quercia che inevitabilmente verrà abbattuta o per l’uomo che nonostante la corsa frenetica in ospedale è morto sotto i ferri, c’è chi persino sarà dispiaciuto per un’automobile tanto costosa quanto rara ma sono semplici eventi che inesorabilmente il tempo farà dimenticare a tutti.

Crescerà una nuova quercia che darà riparo ad altri animali e piante, ci saranno nuove strade che verranno percorse da automobili sempre più potenti e nessuno si ricorderà più di quel pover’uomo che decedette insieme a una quercia secolare mentre l’automobile li brucerà contemporaneamente.” Parole e insegnamenti di Duan Mu Sheng 16 aprile 1919 - 21 settembre 2020.

Caro lettore, non so chi tu sia né che lavoro tu faccia ma una cosa la so per certa: se per un attimo sono riuscito ad attirare la tua attenzione vuol dire che o ti stai annoiando a morte dove sei ora, o hai bisogno di staccare un attimo la spina dalle mille preoccupazioni che per ora ti affliggono o, più semplicemente come me, sei affamato di curiosità. Curiosità, la parola chiave della mia vita, dell’intera mia esistenza, la chiave di volta che tutto regge e fa evolvere ogni cosa che faccio. Dal disegno sino alla scrittura, affrontando diverse tematiche dagli insegnamenti buddisti dei miei Maestri di vita (uomini e donne orientali che ho avuto il piacere di conoscere sin da quando ero bambino) all’amore della poesia tramandata da mio padre (il primo libro che mi regalò fu di Jacques Prévert) il quale scriveva poesie d’amore per mia madre e riflessioni sulla vita. Ma partiamo dall’inizio, da ciò che ero sino a quello che per ora sono e che un giorno mi evolverò nuovamente.

Mi chiamo Andrea Fortuna e sono nato in una via di periferia di Milano. I miei genitori hanno sempre lavorato e lottato nella vita per avere quel poco che serviva per andare avanti. Una madre forte e coraggiosa che non si è mai arresa alle diverse avversità della vita, un padre in apparenza duro ma perdutamente innamorato di sua moglie tanto da avere vere e proprie crisi d’ansia se non la vedeva arrivare nel solito orario… cosa che faceva anche lei con lui. Si amavano così tanto che erano complici in ogni cosa e forza in tutto. Il vero senso dell’amore incondizionato. Un fratello maggiore dedito al lavoro e al futuro dei suoi figli. Poi ci sono io, un umile uomo che si è fatto le ossa lavorando e aiutando il prossimo con quel poco che potevo fare e avere. Insomma, una famiglia come tante con i classici alti e bassi e le solite conseguenze dei piccoli errori che tutti noi abbiamo fatto in gioventù e che ancora facciamo. Da 6 anni sono affetto da una malattia degenerativa che mi sta bloccando sempre più le braccia, le gambe e portando via la memoria ma, come dico sempre, goditi la vita, ogni istante è importante. Non mi arrendo, ho imparato grazie ai miei amici cinesi a prendere cura del mio spirito rafforzandomi sempre più partendo da dentro. Questo è il mio nuovo io.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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