Nella primavera scorsa avevamo denunciato con forza l’inopportunità di associare il nome “Langhe” a una pianta, perché significava autorizzarne la coltivazione in tutta Italia, permettendo poi di vendere come “nocciole delle Langhe” nocciole che con le colline piemontesi non hanno nulla a che fare.
È abbastanza evidente che se leggo “Langhe” penso a un prodotto che arriva da una precisa area geografica, ma questi piantini potranno essere coltivati ovunque nel nostro Paese: dal Veneto alla Sicilia!
Una decisione assurda, in conflitto anche con le normative europee, che vietano l’uso di dizioni ambigue come i nomi dei luoghi proprio perché possono indurre in errore.
Il paradosso, tra l’altro, è che l’unico posto d’Italia dove il nome “Langhe” non potrà essere usato sarà… nelle Langhe! Il disciplinare per la produzione della Nocciola IGP Piemonte approvato dall’Unione Europea prevede infatti l’uso di un’altra dicitura, ovvero “Tonda Gentile Trilobata”.
Insomma uno schiaffo assurdo a un intero territorio, contro il quale ricorreremo per ogni via, compresa quella giudiziaria.
Recentemente è partita una lettera che chiede, in forma di autotutela, l'immediata modifica del Registro nazionale e l'eliminazione della denominazione "Tonda Gentile Langhe", per impedire l’uso improprio del termine in altre parti d’Italia.
Se dal Ministero non arriverà una risposta positiva, proseguiremo la battaglia: a Roma, impugnando l'atto presso il TAR del Lazio, e in Europa, dove denuncerò personalmente questa netta violazione delle normative UE.
A cura di Alberto Cirio