Questo provvedimento dimostra, innanzitutto, che è possibile velocizzare le opere, ridurre i tempi senza rinunciare alle regole, alla trasparenza e alla tutela del lavoro. Si possono ridurre i tempi e i vincoli burocratici senza sospendere il Codice Antimafia o il Codice degli Appalti.
Questa è la cifra del Decreto: liberiamo risorse enormi per appaltare opere pubbliche e infrastrutture, accelerando le gare e non rinunciando alla trasparenza. Inoltre, dopo gli emendamenti che abbiamo proposto e che sono stati approvati sulla pubblicazione dei bandi e sulla rotazione delle aziende per gli appalti sopra soglia, abbiamo ulteriormente migliorato l’aspetto della trasparenza.
Anche sull’edilizia, la norma semplifica in modo significativo gli iter amministrativi e autorizzativi, ma lo fa senza togliere ai sindaci e agli amministratori le prerogative rispetto alle scelte urbanistiche. In sintesi, si tratta di un provvedimento che facilita la rigenerazione urbana. Nel testo, infatti, si prevede la possibilità di abbattere e ricostruire edifici esistenti che devono essere sostituiti, considerandoli come una semplice ristrutturazione e non come una nuova costruzione: nella maggioranza dei casi, infatti, sarà sufficiente la semplice segnalazione di inizio attività. Sarà, inoltre, consentito intervenire sulle sagome e aumentare le volumetrie. Con un emendamento approvato al testo, abbiamo consentito anche di poter realizzare, solo con la Scia e senza bisogno del permesso di costruire, anche nuove costruzioni di interesse pubblico come scuole, ospedali, edilizia sociale.
Non è vero che il Decreto Semplificazioni blocca gli interventi nei centri storici. Per tali interventi continuerà a servire il permesso a costruire, non potranno essere omologati a semplici ristrutturazioni, ma l’abbattimento e la ricostruzione restano possibili, anche modificando le sagome e le volumetrie, se coerenti con gli strumenti urbanistici comunali e regionali. Questo serve per impedire l’abbattimento e la ricostruzione di immobili di pregio; è, quindi, una scelta per salvaguardare un patrimonio culturale e storico del Paese.
In materia di edilizia, quindi, c’è una semplificazione importante che può creare lavoro e migliorare le città, fatta con equilibrio, tenendo insieme necessità di fare presto, tutelando il patrimonio storico, culturale e di pregio. Nel testo del decreto-legge, ovviamente, c’è anche molto altro che dovrebbe essere valorizzato. Mi limito a alcune sottolineature.
La prima riguarda la parte innovazione e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: è una parte importantissima del provvedimento che renderà concretamente la vita più semplice a famiglie e imprese, mettendo la PA nelle condizioni di essere più vicina ai cittadini e di dare risposte più rapide a cittadini e imprese.
Il secondo elemento che voglio valorizzare, e che è frutto del lavoro dei Gruppi e dell’interlocuzione con i Comuni, riguarda la mobilità nelle città, in quanto, attraverso emendamenti sono stati introdotti più strumenti per organizzare la mobilità evitando che il post-Covid, con le difficoltà di utilizzo del trasporto pubblico, ci faccia tornare indietro a un uso diffuso e prioritario dell’automobile, con le conseguenze devastanti che avrebbe su traffico e ambiente. Il Decreto Semplificazioni, quindi, serve al Paese.
A cura dell’On. Franco Mirabelli.