Di solito si lavora per obiettivi andando ad esplorare vari ambiti: emotivo, lavorativo, intimo, ecc. Sono una Counselor olistica, laureata a Roma, mia città Natale, nel 2012 e da allora ho avuto la grande fortuna di svolgere la mia professione sia individualmente che nei gruppi e nelle scuole elementari.
Dopo i tre anni di corso, ho deciso sin da subito di ampliare le mie conoscenze per mettere a disposizione di chi si rivolge a me più strumenti possibili. Perché sono convinta che, soprattutto nel mio lavoro oltre che nella vita di tutti i giorni, ognuno di noi è diverso e quindi per poter arrivare a tutti bisogna avere un bagaglio ben fornito.
Nel counseling la parola chiave è relazione, tutto il lavoro si basa su questo termine. La prima relazione che si cerca da subito di mettere in evidenza è quella con se stessi.
Attraverso gli incontri si cerca di far comprendere l’importanza di un dialogo il più possibile sincero e non giudicante nei propri confronti. La base più potente per imparare a comprendere chi siamo e cosa vogliamo parte proprio dall’interno.
Viviamo in una società che continua inesorabilmente a portarci fuori, a guardare all’esterno affinché io possa trovare una felicità apparente e illusoria. Lo sapevano bene già i primi “counselor” ovvero i grandi filosofi che le risposte in realtà sono dentro di noi. E' il fulcro centrale della professione cercare di far arrivare un messaggio che per millenni è girato, ma che, ahimé, sembriamo proprio aver dimenticato.
Tutto ciò che accade è la risposta alle proprie credenze, per poter apportare dei cambiamenti duraturi nel tempo, è necessario che si conoscano tali credenze e si comprenda in modo naturale che tutto ciò che fino ad un momento fa si pensava e si credeva, può essere modificato. Il counselor è colui che porta la persona a tale cambiamento, rispettando i tempi e, soprattutto, facendo in modo che sia la persona ad attuare tale trasformazione. La cosa fondamentale è capire che nessuno può cambiare qualcuno.
Studiare la mente umana per poter fornire delle spiegazioni mi ha sempre affascinato, motivo che nel corso degli anni mi ha portato qui.
Oggi più che mai l’osservazione è indispensabile per riuscire a restare centrati e, soprattutto, a non perdere di vista che nonostante tutto, ciò di cui possiamo avere certezza, è che solo facendo un’introspezione approfondita di noi possiamo scegliere ciò che ci fa star bene.
Da quando si è fermato tutto, abbiamo avuto in realtà una grande opportunità: guardarci dentro, sviscerare finalmente ciò che siamo.
Mi dispiace da professionista e soprattutto da cittadina del mondo notare sempre di più che si continua a cercare al di fuori ciò che invece è dentro di noi. Se avessimo speso questo tempo di fermo, per prenderci una pausa da tutto ciò che ci circonda per andare in profondità credo che tanto mal contento e tanta frustrazione sarebbero scemate. Il counseling in questo momento a mio parere può essere una delle risposte, poiché può supportare le persone in questa “pandemia”.
Soprattutto per coloro che si sono ritrovati soli, o a dover fronteggiare un lutto, una perdita improvvisa, o per coloro che immagino si siano trovati a dover rimanere in quattro mura con persone non gradite.
Mi piacerebbe pensare che le persone capiscano l’importanza di volersi bene. Solo quando si inizia ad amare se stessi si capisce cosa vuol dire effettivamente amare. La risposta come hanno detto anche famosi scienziati è l’amore. Un’energia potente tanto da muovere il mondo.
Siamo portati in modo erroneo a credere che conoscere se stessi sia cosa riservata solo a chi ha seri problemi o, per dirla in modo colloquiale, ai matti. In realtà il mondo anglosassone utilizza i supporti psicologici tra cui anche i counselor per prevenire la malattia. Questo non perché gli anglosassoni siano illuminati o abbiano effettivamente a cuore la salute dell’individuo, ma semplicemente perché si basano sul dato certo che una persona in salute è più produttiva di una malata e costa molto meno allo Stato.
Da un punto di vista più etico ciò non mi trova d’accordo con il mondo anglosassone, allo stesso tempo trovo molto appropriato ciò che offrono: danno la possibilità alla persona di non portarsi per anni pesi che possono essere lasciati subito.
Il counseling permette di affrontare ciò che sta accadendo sotto un’aspetto estremamente positivo, perché si basa sul fatto che qualsiasi cosa porta la persona è tanto importante quanto la persona stessa. Si restituisce alla persona il suo valore e porta finalmente a sentirsi responsabili della propria vita. Ciò che differenzia questo approccio è proprio l’opportunità di agire nel presente, nel solo tempo che abbiamo veramente a disposizione per fare la differenza.
Nel mio percorso di crescita professionale, ho trovato molto utile la Mindfullness questa tecnica meditativa il cui esponente e fondatore è Jon Kabat-Zinn. Poter far comprendere che lo strumento più potente che abbiamo a disposizione è la consapevolezza di tutto ciò che sta accadendo in questo preciso momento è veramente catartico.
E' chiaro che in un periodo estremamente delicato come questo bisognerebbe poter basare il lavoro sulla relazione vera, quella fatta da due persone in carne ossa e senza mascherine, guanti e distanza di sicurezza.
Allo stesso tempo, una caratteristica di questa professione è anche la flessibilità, l’accoglienza e la morbidezza. Perciò andiamo incontro a questa situazione e ci adeguiamo per il tempo che servirà ad offrire il nostro supporto anche attraverso un monitor. Prendiamo l’aspetto positivo della tecnologia e lo utilizziamo per portare benessere a tutti.
Per chiunque voglia mi può trovare alla pagina Facebook Counselor olistico Gaia Smoquina e può leggere altri articoli sulla rivista del benessere on-line www.unicowellness.it.
A cura di Gaia Smoquina.