Ad aiutarci in questa situazione c’è la tecnologia e soprattutto internet, il quale riesce a farci connettere con le persone care, a trasmettere informazioni e ci permette di continuare a lavorare. Ma cosa succede quando sempre più persone accedono ad internet, dalle reti mobili, alla fibra? Si romperà internet? Anche se sembra assurda è una domanda che si sono posti in molti, dopo aver notato l’aumento del 50% delle attività e del traffico internet come riportato da Akamai, società tecnologica che monitora il web.
Un aumento che fatto tremare molti, e che ha fatto decidere a due grandi compagnie, come Netflix e Sony, ad abbassare il bitrate dei loro contenuti in streaming (video e giochi) per permettere ai propri utenti di continuare ad utilizzare il servizio ad una qualità inferiore ma senza blocchi. Tim, Wind e tutti i maggiori operatori di rete hanno confermato i dati: TIM ha visto una crescita dei volumi del 90% su rete fissa e 30% su mobile, mentre Open Fiber calcola invece un aumento del traffico dal 40 al 70% in download e del 300% in upload.
Numeri attorno al 40% per WindTre. Oltre a questo, si sono registrati alcuni sovraccarichi nelle app e software di videochiamate, visto l’aumento delle videoconferenze di lavoro e il desiderio delle persone di sentirsi più vicini in ogni modo possibile. Un esempio su tutti, il sovraccarico ai server INPS a causa del flusso di domande (a cui però va aggiunto l’attacco hacker).
Tutto questo porterà ad un punto di rottura? Per ora i provider hanno risposto regalando dati e abbonamenti e fornendo tutto il supporto possibile ai propri utenti. L’uso della rete però è destinato ad aumentare: per lavorare, per reperire informazioni, per la didattica…
Di certo, anche un con allentamento delle misure di sicurezza, non si tornerà molto presto alla normalità ed è probabile che le infrastrutture di comunicazione dovranno essere potenziate per garantire una qualità adatta e sostenibile per tutti. Nonostante la sorpresa iniziale però, ora il traffico internet, almeno nei Paesi occidentali si è stabilizzato e le compagnie, da Vodafone a Orange, da O2 a At&T, si sono attrezzate per gestire al meglio il flusso di dati.
No, internet non si spezzerà per il virus e l’emergenza, ma affronterà certamente altri problemi. Primo tra questi la forte diseguaglianza nella distribuzione della rete e delle infrastrutture.
In Europa e altri Paesi occidentali, i vari operatori si sono mossi immediatamente per attivare hotspot e aumentare la banda per i propri utenti, ma bisogna anche ricordare che molte parti del mondo si basano ancora su vecchie linee (ad esempio antenne 2G).
Non bisogna pensare alla rete solo come un bene di lusso: il modo in cui viviamo ora, il nostro mondo, basa molte delle sue opere sulla rete, compreso ospedali e servizi primari. Ed è qui che entra in gioco il secondo problema, la sicurezza informatica. Sovraccarichi, attacchi hacker, tutto ciò diventerà la norma in un mondo sempre più connesso? È altamente probabile, ed è per questo che molti esperti invitano gli utenti a seguire alcune regole di base della cybersecurity: attivare password sicure e univoche, controllare sempre le fonti di download e mail, installare firewall, antivirus e dove possibile anche VPN per router.
Fondamentale inoltre è garantire un flusso continuo di banda ai servizi essenziali e proteggere quei server da possibili attacchi hacker (come i DDoS) che potrebbero compromettere parti essenziali dei nostri servizi quotidiani.
Questa crisi non spezzerà la rete, ma obbligherà consumatori e provider di servizi a ripensare al modo in cui viene utilizzato internet e quali sono le priorità del suo utilizzo.
A cura di Stefania Grosso.