Nella cultura indo-tibetana è una rappresentazione artistica e religiosa del Cosmo in tutta la sua bellezza e la sua energia creatrice. La scintilla di questa forza generatrice risiede nello spirito umano e il Mandala ne raccoglie gli echi proiettando a sua volta le nostre emozioni, le sensazioni e gli stati d’animo più profondi nei colori e nelle forme. Per questo motivo molte civiltà antiche si esprimono fin dalle origini attraverso il Mandala.
In Oriente i monaci tibetani realizzano Mandala di sabbia colorata per pregare e meditare ed è bello vedere la sacralità di ogni singolo gesto sia durante la realizzazione sia durante la dissoluzione. In Messico, gli Huicholes creano mandala utilizzando lana e legni, in Occidente molte delle nostre nonne, senza saperlo, hanno realizzato Mandala con l’uncinetto solo che li hanno chiamati centrini o centro tavola.
In tempi lontani dalla tecnologia le civiltà hanno rappresentato da Nord a Sud, da Est a Ovest, Mandala con materiali diversi utilizzando spesso termini simili se non addirittura uguali. Ad esempio i Mandala tessuti degli Huicholes si chiamano “Ojo de Dios” (Occhio di Dio), in occidente nel Medioevo introdussero i rosoni sulle facciate delle chiese, dei veri e propri Mandala che chiamarono “Occhio di Dio”, in entrambi i casi la rappresentazione di un’energia divina che protegge l’essere umano.
Il Mandala è uno strumento molto potente, da millenni affascina ricercatori e studiosi di tutto il mondo non solo per la sua bellezza ipnotica e simmetrica ma per le molteplici possibilità di sviluppo che permettono allo stesso essere umano di entrare in contatto con sé stesso e con il Cosmo.
Il principio del Mandala è connaturato allo spirito umano e la sua forma circolare ed essenziale suscita sentimenti di protezione, sicurezza in chi lo guarda; nello stesso tempo permette di esprimere emozioni che non sempre si riescono a spiegare con le parole. Lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung comprese il potere di questo disegno e lo utilizzò quale strumento di introspezione e terapia per i suoi pazienti.
A cura di Lorena Colizza.