A Tal proposito faccio riferimento ad alcune parole di consueto utilizzo come:
• EGOCENTRICO: colui che pone sé stesso al centro di tutto;
• EGOISTA: colui che si preoccupa solo dei propri interessi e del prorpio benessere;
• EGOARCA: colui che vuole imporre la propria autorità e morale;
• EGOLATRA: colui che ha il culto e l’adorazione di sé.
Nonostante l’ego non goda di grande stima, mi piace precisare che, se presente in giusta misura è utile in fase di crescita come benzina per acquisire un po’ di fiducia. Parlando di comunicazione, porre una domanda all’ego è di grande effetto, proprio perché la persona si sentirà tenuta in grande considerazione. In alternativa come possiamo pensare di intraprendere una conversazione con qualcuno che ritiene di essere il centro dell’intero universo? Sarebbe impossibile. Riprendendo il discorso dell’IO bisogna prima farsi chiarezza se voglio interloquire con quella parte di me con cui poco mi rapporto e che tengo sempre a freno, che solo ogni tanto ha modo di emergere, oppure quell’IO a volte preteso, come quando mi interfaccio con domande del tipo “dimmi se mi vuoi bene”, “dimmi che cos’hai”. Frasi che in qualche modo colmano più chi le rivolge che chi le riceve.
Fondamentalmente abbiamo compreso che questi IO sono complessi da cogliere. Questo avviene anche nella comunicazione verso noi stessi, come ad esempio chiedersi se si sta bene o male. Mi risponderete che sapete come state, ma attenzione: una cosa e saperlo, un’altra è interrogarsi, in quanto parliamo di due momenti ben distinti tra loro! Uno è coinvolto, l’altro è presente e in ascolto. Chiedersi come sto è un po’ fare il punto della situazione, fermarsi e analizzarsi, avere una diversa prospettiva.