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Guida assistita, come cambia l’attenzione?

12/5/2017

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Le nuove tecnologie vanno a modificare il fattore umano al volante. Scopriamo quali sono i rischi per il guidatore.
Nel panorama delle auto in circolazione possiamo trovare auto più o meno moderne, che possono essere distinte, in base al grado di supporto alla guida, tra auto a guida manuale, auto con guida assistita e nel prossimo futuro auto con guida autonoma.
Le auto, in altre parole, stanno diventando via via sempre più autonome dall’azione del conducente nella gestione della guida. In commercio si possono trovare numerosi sistemi che possono aiutare il guidatore nello svolgere alcune funzioni: sensori di parcheggio, telecamere, cruise control, ecc.
Tutti questi sistemi vanno a modificare il compito di guida inteso in senso tradizionale: il conducente infatti, non agirà più sull’auto in modo diretto, ma, all’aumentare di tali dispositivi, il suo compito sarà quello di monitorare che tutti i sistemi di guida assistita operino correttamente e svolgano la loro funzione.
Da un punto di vista del fattore umano però, tale cambiamento, da conducente attivo a “controllore”, non è così semplice. Infatti i problemi potrebbero essere almeno di due tipi. Da una parte, il problema potrebbe riguardare il sovraccarico cognitivo del conducente nel dover gestire un insieme di stimoli sonori e visivi che indicano il funzionamento dei dispositivi.
Dall’altra il monitorare che tutto funzioni risulta un compito noioso per l’individuo che finisce per distrarsi e a non essere pronto ad intervenire nel momento in cui un dispositivo non funzioni correttamente. A tal proposito ricerche dimostrano che esistono delle differenze significative nei tempi di risposta nei casi in cui diventa necessario un intervento nella modulazione della velocità tra soggetti che guidano in condizione di guida manuale o in condizione di guida assistita: i soggetti del primo gruppo hanno tempi di risposta più brevi rispetto ai secondi (Vollrath, Schleicher, and Gelau (2011). Questo avviene perché affidandosi al sistema, si ipotizza che esso interverrà nel momento opportuno, ed è difficile rendersi conto quando è invece necessario intervenire direttamente perché il sistema non ha funzionato. Inoltre, proprio perché è il sistema che svolge delle azioni al nostro posto, il livello di attenzione diminuisce e di conseguenza si è meno pronti ad intervenire.
In un periodo di transizione come quello in cui ci troviamo le questioni critiche potrebbero essere anche altre. Per esempio, non tutte le auto avranno le stesse dotazioni, e, il passaggio, da un’auto con sistemi di guida assistita a un’auto senza tali sistemi, potrebbe creare confusione nel conducente.
Questo accade per esempio quando si guida un auto con cambio manuale o automatico, può accadere di compiere degli errori, decelerare senza scalare la marcia per esempio, perché si pensa di stare guidando con un cambio automatico invece che manuale. Estendendo queste difficoltà all’insieme dei dispositivi di cui potranno essere dotate le nostre auto, la confusione, e di conseguenza, gli errori alla guida, potrebbero essere numerosi con una riduzione della sicurezza alla guida. Inoltre, l’utilizzo di sistemi sofisticati a livello tecnologico richiede lo sviluppo di interfacce che ne permettano l’utilizzo da un’ampia porzione della popolazione, ma le conoscenze di natura tecnologica non sono ugualmente diffuse per fasce di età (giovani vs anziani) e genere.
Infine, guardando al futuro, quando la guida sarà totalmente autonoma, si apriranno anche questioni etiche importanti, relative alle impostazioni dei software che gestiranno le scelte che l’auto dovrà compiere: di fronte a un ostacolo improvviso, il conducente che guida in modalità manuale, in base alla propria esperienza e in base al contesto, prenderà la decisione per lui migliore in quel momento, che potrà essere schivare l’ostacolo girando a destra, sinistra o frenando. Ma, nella stessa situazione, in caso di guida autonoma, l’auto che decisione prenderà? In base a quali criteri?
In conclusione, la tecnologia avanza, e molto velocemente, i cambiamenti richiesti ai conducenti saranno molti e sarà necessaria una modifica del comportamento di guida verso comportamenti di monitoraggio che risulteranno difficili per il conducente perché di natura tendenzialmente monotona.
Inoltre, se non dovremo più guidare cosa faremo in auto? Si apriranno numerose possibilità di azioni alternative alla guida, il conducente diventerà sempre più consumatore, in auto si potranno fare acquisti online, riservare un posto al ristorante, ecc., con un conseguente aumento della distrazione e quindi, si ridurrà sempre più la capacità di agire in caso di imprevisto. Si dovrà quindi imparare a gestire un’auto che guida da sola, riuscendo a mantenere uno stato di allerta funzionale e mantenendo comunque la capacità di guidare in modalità manuale in modo tale da riuscire ad intervenire in caso di necessità.
 
A cura di Federica Confalonieri
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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