E oggi le cose non vanno molto diversamente, purtroppo: l’incapacità di controllare (o la mancanza di volontà) perdurano in un settore che trovo cruciale per la vita quotidiana di tante persone, il trasporto pubblico. Sui mezzi di trasporto, l’ho ripetuto fin dalle primissime fasi della pandemia, sarebbero stati necessari rigidi controlli degli accessi: non mi riferisco ai treni a lunga percorrenza ma alle centinaia di corse che autobus e corriere effettuano ogni giorno, o ai vagoni dei pendolari in cui nessuno verifica il numero d’ingressi né la distribuzione dei passeggeri. Una situazione paradossale che, nei mesi estivi, è stata ulteriormente aggravata dagli spostamenti verso le destinazioni della villeggiatura con situazioni da carro bestiame, persone assiepate e ammucchiate in ogni dove e, naturalmente, nessun controllo.
Queste situazioni favoriscono la diffusione e circolazione del virus e sono una concausa importante nell’impennata dei casi che stiamo registrando: lo erano l’anno scorso quando sollevai il problema, purtroppo inascoltata, lo saranno ancora di più quest’anno dove ci troviamo costretti a confrontarci con una variante ancora più aggressiva. La soluzione sarebbe stata una vaccinazione globale per tutta la popolazione adulta ma, a ben vedere, siamo ancora lontani dal bersaglio.
Ecco quindi che il Green Pass diventa un obbligo necessario per l’accesso a questi mezzi sui quali, non mi stancherò di ribadirlo, occorre verificare anche che il numero dei passeggeri rispetti quanto indicato dalla norma.
Ma se chiediamo al Paese di rispettare una norma, dobbiamo essere noi parlamentari per primi a dare il buon esempio: ecco perché sono convinta se il Governo vuole imprimere un’accelerata sul Green Pass noi parlamentari dobbiamo essere pronti a ottenerlo ed esibirlo. Non stiamo forse imponendo a medici e personale della scuola di completare il ciclo vaccinale e ottenere il green pass a pensa della sospensione dello stipendio?
Bene, allora altrettanto si faccia con tutti i parlamentari. E non mi si venga a parlare di scorciatoie, con il Green Pass annacquato per chi ha ricevuto una sola dose: in questo momento opportunità per concludere il ciclo vaccinale non mancano, così come le dosi. A tutti i miei colleghi dico: vacciniamoci e sì al Green Pass per entrare in Parlamento. È un problema anche di senso e dovere civico, oltre che di rispetto per le fasce più deboli: se tutti gli adulti si fossero vaccinati, ad esempio, i bambini di qualunque età sarebbero pressoché al sicuro senza vaccino. Invece, grazie a una fetta di popolazione che sceglie di non vaccinarsi, in futuro saremo costretti a vaccinare anche i piccoli e piccolissimi.
È arrivato il momento di responsabilizzare tutti sull’immunizzazione, indispensabile per uscire da questa
terribile pandemia e riportare il Paese, e la sua vita economica e sociale, verso una situazione di sicurezza e normalità.
A cura dell’On. Simona Vietina.