La lotta ai mutamenti climatici, la transizione ambientale dell’economia, lo sviluppo sostenibile sono priorità per questo Governo, una sua ragione fondante, la scelta più evidente di discontinuità con il passato.
Con questo decreto-legge e con le tante norme contenute nel disegno di legge di bilancio proprio sulla questione ambientale diamo concretezza al nostro impegno. Lo facciamo perché dobbiamo rispondere a una situazione reale; agli effetti dell’inquinamento, dei mutamenti climatici, del dissesto idrogeologico.
Lo dobbiamo ai ragazzi e alle ragazze che chiedono futuro, che ci chiedono di difendere il Pianeta, che ci chiedono di cambiare tutto.
Abbiamo bisogno di assumere il tema della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile come questione centrale, come compatibilità necessaria e ineludibile: sostenibilità ambientale, sociale, economica.
Scegliere, come facciamo grazie all’emendamento che abbiamo presentato, di trasformare, dal 1° gennaio 2021, il CIPE in Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) è importante: è una scelta concreta più volte sollecitata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che impegna il pubblico e le istituzioni, a fare scelte che devono rispondere proprio ai criteri di sostenibilità. È una trasformazione importante di cui siamo orgogliosi.
Nel decreto-legge sul clima ci sono, inoltre, molte proposte per le città e per le aree metropolitane, per aiutare le aree più critiche di questo Paese dal punto di vista dell’inquinamento.
Tra queste, la misura della rottamazione delle auto Euro 3 e delle moto Euro 2; il “bonus mobilità” per spostare la mobilità dalle auto e dalle moto al trasporto pubblico e alla mobilità condivisa individuale, avviando così una sperimentazione fondamentale.
Inoltre, vengono stanziati 20 milioni a bilancio per le corsie preferenziali, per dare più velocità al trasporto pubblico, investire sul trasporto scolastico sostenibile.
Si tratta, quindi, di norme importanti che possono anche cambiare la faccia e la mobilità di intere città per favorire l’uso dei mezzi pubblici, per favorire l’uso dei mezzi meno inquinanti, per incentivare stili di vita e abitudini di mobilità diversi da quelle che conosciamo ancora in troppe città.
Ma per le città c’è anche altro. Ci sono 15 milioni per aumentare il verde urbano, per riforestare alcune aree: aumentare alberi serve a dare più ossigeno, ma anche a intervenire concretamente per prevenire il dissesto idrogeologico.
Ci sono altre norme come, ad esempio, quella sulla struttura commissariale per la bonifica delle discariche abusive, che è importante perché definisce una struttura che serve ai Comuni.
Quante volte i sindaci, che si sono trovati a bonificare un’area in cui c’è stata una discarica abusiva, sono rimasti senza mezzi e senza le capacità per farlo?
Questo è uno strumento concreto, che va nella direzione di aiutare i Comuni e i sindaci, per consentire di rimettere a disposizione delle città, dei paesi e dei territori intere aree che erano state trasformate in discariche abusive e che sono rimaste impraticabili, perché mancano le bonifiche.
Ci sono poi le misure sulla trasparenza: è giusto costruire in via telematica un’informazione, raccogliere tutti i dati sull’inquinamento e dare ai cittadini, ai Comuni e agli operatori il senso di qual è la situazione, per far capire se le misure che di volta in volta vengono messe in campo sono utili o meno e se sono servite o meno.
Nel Decreto Clima, quindi, a mio avviso ci sono norme che possono davvero migliorare le nostre città e ridurre l’inquinamento. Non sono misure burocratiche o banali, ma possono davvero cambiare i comportamenti e aiutare a risolvere i problemi concreti, che sono presenti nei nostri territori, come quello delle discariche abusive.
Si tratta certamente di un primo passo, ma il secondo passo è la manovra di bilancio. I 22,5 miliardi di euro messi a bilancio, da qui al 2034, per promuovere l’economia circolare, la decarbonizzazione, la riduzione delle emissioni e il risparmio energetico sono un fatto importante e innovativo, sono un marchio di fabbrica che il Governo ha scelto di darsi in discontinuità con il passato.
Le norme per il green new deal, gli investimenti pubblici per ridurre le emissioni di gas serra, che sono contenute nella manovra economica, sono norme importanti, che segnano e definiscono un marchio di fabbrica.
Il Governo, quindi, sta agendo concretamente per dare un segno di cambiamento reale, anche per rispondere alla domanda di futuro e non solo applaudire i ragazzi del Fridays for Future.
Abbiamo una responsabilità: ce lo dicono loro, continuamente. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei ragazzi di oggi e delle generazioni future e penso che anche con provvedimenti come il Decreto Clima o come quelli contenuti nella Legge di Bilancio possiamo cominciare a fare, consapevoli che non c’è più tempo e che adesso è il momento di agire.
A cura del Sen. Franco Mirabelli.