L’autore ovviamente è Frank Miller, a cui Christopher Nolan si è ispirato per definire il suo (splendido) Cavaliere Oscuro.
Miller (già autore di 300 e Sin City tra gli altri) con questo volume ha rivoluzionato non solo la figura dell’uomo pipistrello, ma lo stesso approccio al mondo dei supereroi, portando i problemi interiori e le debolezze in primo piano, come base per la narrazione.
Bruce Wayne è vecchio, indebolito da anni di battaglie contro i vari nemici, spaventosamente umano. Nell’esigenza ritorna ad indossare la tuta, ma al primo nemico consistente cede sotto i troppi acciacchi. Lo aiuta l’ascesa di un nuovo Robin, una spalla femminile che lo aiuta.
Ed è a questo punto che entra in scena l’antagonista: Superman.
Entrano in contrasto due visioni agli antipodi, quella asservita allo stato ed ubbidiente del figlio di Krypton e quella anarchica e solitaria di Batman.
Ma attorno all’uomo pipistrello si crea un esercito spontaneo. Tra gli altri, compare anche Oliver Queen (The Arrow), anche lui vecchio e con il fisico a pezzi, che si immola per la causa.
Ovviamente non è un fumetto su Batman senza il suo principale villain, un Joker subdolo e malvagio, perfettamente presentato nei suoi attimi finali.
Ormai fermare Batman (ed il suo esercito) diventa una priorità per lo stato che si affida al suo super poliziotto.
L’epicità dello scontro si raggiunge nel dialogo durante lo scontro: “Avremmo potuto cambiare il mondo… e ora guardaci. Io sono diventato un problema politico e tu… tu sei una barzelletta. Voglio che ricordi, Clark, negli anni che verranno, nei tuoi momenti più intimi. Voglio che ricordi la mia mano attorno alla tua gola. Voglio che ricordi… l’unico uomo che ti ha battuto”.
Una degna conclusione dell’epopea. Un fumetto che è un must per tutti, appassionati o meno, un capolavoro assoluto.
A cura di Federico Rosa