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FINCO: sfide future nelle opere specialistiche

14/11/2022

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​Romana, sposata, 2 figlie, Carla Tomasi, attuale Presidente della Finco, è restauratrice di beni culturali, opera da oltre 30 anni con l’omonima impresa Carla Tomasi s.r.l, con sede in Roma ed attiva su tutto il territorio nazionale. Guida la federazione con la stessa passione del suo nobile mestiere.
A cura di Andrea Lovelock 
D. Qual è la forza rappresentativa della FINCO e le aree di interesse che copre?
“FINCO è la Federazione delle Industrie dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere Specialistiche per le Costruzioni e le Manutenzioni Edili e Stradali. Rappresenta 40 Associazioni nazionali di categoria, 14.200 imprese (la maggior parte delle quali partecipa ad appalti pubblici di lavori specialistici e super-specialistici, oltre che di forniture e servizi), per un totale di 140.000 dipendenti e 30 miliardi di fatturato aggregato. La Federazione è suddivisa in Filiere tra le quali figurano beni culturali e conservazione, costruzioni, antincendio, idrogeologica e suolo, macchine e attrezzature da cantiere, mobilità e sicurezza stradale, impianti, sistemi ed energia, efficienza energetica, energie rinnovabili.”

D. Quali sono attualmente le priorità e le istanze portate avanti dalla FINCO nelle interlocuzioni con le istituzioni e la politica?
Le nostre frequenti interlocuzioni con l’Esecutivo, il Legislativo ma anche con Autorità indipendenti ed Enti di interesse quali, solo per fare alcuni esempi, Banca d’Italia, attengono i rapporti Banca/Impresa con particolare riferimento ora alle attuali criticità legate alle cessioni del credito in ambito 110%; con l’Anac, per le interlocuzioni sul tema degli appalti; con l’Antitrust, per la naturale attitudine delle imprese specialistiche e super specialistiche verso un mercato libero e concorrenziale; Accredia ed Uni , nei cui Organi di Governo siamo presenti ed assai attivi data la rilevanza dell’Accreditamento e della Normazione Tecnica volontaria nei comparti rappresentati da Finco.”

D. Recentemente la Finco si è battuta per una riforma del codice degli appalti che tutelasse anche le imprese specialistiche: con quali risultati concreti?
“Nel ribadire la necessità, più volte espressa, che il sistema delle regole che governano gli appalti pubblici giunga ad una stabilizzazione, dal momento che le continue variazioni rendono il mercato fortemente instabile, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, dobbiamo sottolineare come aspetti positivi nella Delega al Governo le norme riguardanti: la divisione in lotti; il divieto di sorteggio in fase di selezione (se non in casi particolari e motivati); la revisione prezzi; la tutela dei prodotti comunitari; l’ utilizzo Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici e del Fascicolo virtuale dell’Operatore Economico; la revisione delle cause di esclusione ed illecito professionale; il riferimento all’adeguata attrezzatura tecnica e dell’organico per la qualificazione delle imprese; l’esclusione automatica dell’ offerta anomala per appalti non transfrontalieri; la riduzione delle garanzie fideiussorie con decurtazione SAL e le concessioni ed affidamento a terzi con procedura ad evidenza pubblica. Vi sono, tuttavia, ancora tematiche che meriterebbero un inserimento nel testo di Legge Delega per le quali abbiamo proposto alcuni emendamenti che riguardano nello specifico la disciplina dedicata per gli appalti nei Beni Culturali che dovrebbero avere una regolamentazione ad hoc, in ragione della peculiarità del settore; la necessità che vengano valorizzati anche CCNL settoriali specifici, oltre a quelli più ampiamente diffusi; la necessità che al subappaltatore venga garantita una adeguata remunerazione, a fronte della eliminazione del ribasso del 20% tra appalto e subappalto; la necessità che per le lavorazioni specialistiche e super-specialistiche (OS e SIOS) venga prevista una Qualificazione specifica; l’urgenza di un Contratto di Subappalto Tipo che regoli il rapporto tra appaltatore e subappaltatore, evitando che il primo riversi sul secondo oneri maggiori rispetto a quelli che lui stesso ha verso la stazione appaltante; e ancora, il pagamento diretto in particolare per subappaltatori, cottimisti, prestatori di servizi, fornitori di beni e lavori, fornitori con posa in opera, noleggianti a caldo, mandanti di raggruppamenti temporanei, subappaltatori dei soci di consorzi; la necessità di riconsiderare la tematica del limite quali/quantitativo al subappalto ed infine la consultazione dei portatori di interesse nel corso dell’elaborazione del prossimo Codice dei Contratti.”

D. Uno sguardo al futuro: quali sono, le opportunità che si possono cogliere con il Pnrr e il ruolo che un organismo come la Finco può giocare?
“Le opportunità che possono essere colte sono potenzialmente molte. Tuttavia, guardo con una certa preoccupazione ad alcuni aspetti: il primo è che si parla di destinazione e ripartizione dei fondi per Opere sempre al futuro, i cantieri aperti in realtà sono pochi. Le piccole e medie imprese avranno inoltre difficoltà ad inserirsi, come abbiamo recentemente rappresentato in un incontro con Invitalia, nell’ambito degli Accordi-Quadro che caratterizzano talune iniziative in seno al PNRR.” D. In una prospettiva di medio termine su quali tematiche la Finco intende svolgere una efficace azione a tutela dei suoi associati? “I campi di maggiore attenzione per la Federazione, anche se certamente non esclusivi, sono quello citato degli Appalti, quello dell’Efficienza energetica e quello di cui alla domanda che segue della Sostenibilità. Vi è poi un quarto campo trasversale che è quello della Lobby e della Rappresentanza, che attiene alla “libera concorrenza” e trasparenza anche in campo associativo ed è a mio parere rilevante per l’attività corretta dei cosiddetti “corpi intermedi”.

D. Oggi una delle declinazioni più utilizzate per guardare al futuro è la sostenibilità: la FINCO rappresenta molte imprese impegnate nella ‘green economy’: quali ritardi sconta il paese e viceversa quali eccellenze può vantare?
Le eccellenze nel settore della green economy hanno una rilevante presenza nell’ambito della Federazione sia per quanto riguarda le modalità “attive” di produzione (si veda l’esempio del settore idroelettrico, della geotermia a bassa entalpia, della biomassa e del teleriscaldamento, della razionale installazione del fotovoltaico), sia per quanto riguarda le modalità “passive” di installazione e fruizione quali i componenti tecnici per l’involucro (infissi, schermature solari, coperture, verde pensile etc.). Grande attenzione, più di recente, abbiamo posto al tema ESG su cui abbiamo in animo di organizzare un importante Convegno entro la fine dell’anno, con la partecipazione degli Interlocutori più importanti sul tema. Queste le eccellenze. Per quanto riguarda invece i ritardi e le criticità dobbiamo rilevare una certa, talvolta notevole, lentezza nelle procedure burocratiche, ultimamente attenuatasi per quanto riguarda le energie rinnovabili e con il Decreto “Posa sonde”, la cui causa abbiamo lungamente perorato insieme ad altri tra cui in primis i Geologi. Non può essere sottaciuto infine il fatto che in materia energetica ed ambientale la modifica costituzionale del Titolo V a suo tempo intervenuta, si è rivelata (ma forse non ci sarebbe voluto molto a capirlo con un’analisi di impatto lucida e scevra da convenienze politiche) una vera iattura.”
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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