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Finanziamenti BEI, questi sconosciuti

20/11/2015

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Le PMI spesso non sanno di poter contare su finanziamenti UE, messi a disposizione dalla Banca europea degli investimenti.
L’idea della crisi che sta affrontando l’Europa sembra avere inglobato in sé anche la nostra convinzione che si tratta di una sfida ormai persa.
Per fortuna non è sempre così e dimostrano il contrario la buona volontà e gli strumenti offerti dagli Organismi europei per far riprendere l’economia e venire a sostegno dell’imprenditore europeo.
Le misure contro la crisi ci sono e sono concrete, dobbiamo solo abbandonare l’idea che queste ultime rappresentino dei difficili termini economici e quasi surreali per il semplice cittadino, per capire ciò che realmente l’Europa ci sta offrendo.
Tra le misure degne di nota citiamo i 300 miliardi di investimento che il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha promesso a tutta l’Unione e che dovrebbero essere utili per far riprendere l’economia, venendo a sostegno dell’imprenditore europeo.
Parte di questo ammontare proviene dalla Banca Europea degli investimenti (BEI).
La BEI è amministrata dall’Assemblea dei Ministri delle finanze e, dal 1957, ha il compito di finanziare investimenti rivolti ad obiettivi specifici. Nella maggior parte dei casi, questi finanziamenti sono linee di credito messe a disposizione di banche nazionali o intermediari per sostenere fino ad un massimo di 25 milioni di euro le piccole e medie imprese, primo motore di crescita economica del nostro Paese.
L’Italia, con le sue 40 banche partner, è uno degli Stati membri più attivi nel ricevere i prestiti BEI. I finanziamenti rivolti alle PMI italiane sono infatti pari al 25-30% del totale europeo, visto che all’Italia sono stati concessi, tra il 2007 e il 2010, ben 15 miliardi di euro.
Il nostro Paese ha inoltre portato a termine interessanti accordi con la BEI; tra gli ultimi, quello del Gruppo UniCredit, dove vengono messi a disposizione 580 milioni di euro per rafforzare la competitività delle imprese italiane in vari settori, tra cui industria, trasporti, energia, edilizia e sanità. Ci sono finanziamenti per le piccole e medie imprese e per le Mid-Cap, per i programmi per la tutela ambientale e le energie rinnovabili e per i progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito di Industria 2015.
La BEI può anche accordarsi direttamente con i Ministeri, come ha fatto con il Ministero italiano delle politiche agricole e forestali, concedendo linee di credito a molte imprese agricole italiane grazie ad un prestito di 400 milioni di euro. È la prima volta che il comparto agricolo italiano beneficia di un finanziamento così elevato, chiamando ad un grande sforzo per rilanciare l’agricoltura e creare occupazione.
La domanda a questo punto sorge spontanea: come possiamo beneficiare di queste somme?
Questo strumento di finanziamento offre delle grandi opportunità, sia per il singolo imprenditore che per tutti gli Istituti di credito, che intendono allargare la loro attività e collaborare con la BEI.
Il piccolo imprenditore può presentarsi direttamente allo sportello della banca, la quale deve essere accreditata dalla BEI, e richiedere un prestito con un tasso di interesse agevolato per finanziare un progetto che può riguardare tutti gli ambiti dell’economia.
Come accennato sopra, tale strumento può essere utilizzato anche da parte degli Istituti di credito, che vogliono allargare il proprio campo di attività, diventando così intermediari accreditati della BEI.
Ma quali sono i vantaggi di diventare un intermediario qualificato della BEI? Tutti gli Istituti di credito, privati o pubblici, che erogano microcrediti oppure offrono garanzie a favore dei lavoratori autonomi o proprietari di micro imprese, possono manifestare il loro interesse nel collaborare e diventare un intermediario della BEI.
Tale attività di intermediazione consente loro di beneficiare di una serie continua di vantaggi, quali accrescere il volume dei prestiti e dunque attrarre nuovi clienti e nuovi investitori del settore privato consolidando l’assetto azionario, sviluppare progetti pilota e realizzare economie di scala e promuovere l’occupazione con misure sostenibili.
Malgrado questi numeri, che sicuramente sono incoraggianti, nel poter trovare investimenti provenienti dalla BEI, ciò che fa riflettere è tuttavia la mancanza, a livello nazionale, di un vero e proprio canale d’informazione su tutte queste opportunità.
Le PMI sono il motore dell’economia italiana e farle rinascere con degli opportuni investimenti, porterebbe ad una rinascita di tutta l’economia del nostro Paese. Il cittadino deve poter essere messo nelle condizioni di capire cosa l’Europa sta offrendo, avvicinandolo non solo alle sue politiche ma anche alle sue possibilità.
​
Per qualsiasi ulteriore informazione, in merito alle tipologie di finanziamenti offerti direttamente dall’Europa e alle pratiche necessarie ai fini dell’erogazione di tali finanziamenti, vi invitiamo a contattarci su europa@cherchilaw.com e seguirci sulle nostre pagine Facebook e Twitter.


A cura di Olard Hasani e Retjona Kola
Studio legale « Cherchi & Partners », Dipartimento « Affari europei » (Bruxelles)
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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