FiCO (Fabbrica Italiana Contadina) è un luogo di produzione di valori, prima che di prodotti. Italiana, dal seme all’espressione compiuta. E contadina, intesa come pratica, pienamente connessa alla terra.
Perché la poesia ha inizio proprio lì, nell’unicità del nostro territorio e del nostro clima, e nelle mani sapienti di chi, i prodotti di madre natura, sa curarli, trasformarli e cucinarli, meglio di chiunque altro al mondo.
Fico Eataly World è una palestra di educazione sensoriale al cibo e alla biodiversità, dove le meraviglie dell’agroalimentare e dell’enogastronomia italiana sono presentate e narrate dalla nascita nella terra madre fino all’arrivo nel piatto e nel bicchiere.
Vengono accolte centinaia di piccole e medie imprese italiane di alta qualità che mostrano in diretta la loro arte manifatturiera. L’obiettivo è essere eco dei loro racconti; dei mestieri, della passione del genio.
Il gusto e il bello del nostro Paese, raccontato a tutti i cittadini del mondo.
In merito alla prossima apertura di FICO abbiamo rivolto alcune domande direttamente a Oscar Farinetti.
A novembre verrà inaugurato a Bologna FICO Eataly World, ci può illustrare le caratteristiche di questo ambizioso progetto?
Sarà un luogo dove i bambini e i giovani di tutto il mondo potranno capire l'immenso patrimonio del nostro paese, una sorta di scuola italiana dell'agroalimentare. FICO potrà accrescere la cultura legata al cibo e il sentimento di orgoglio nei giovani.
Quali sono gli elementi di assoluta novità presenti?
Attraverso una grande fattoria didattica che valorizza le eccellenze dell'agricoltura italiana stiamo realizzando la più grande vetrina al mondo dell'agroalimentare italiano: dall'agricoltura alla trasformazione, dal mercato alla ristorazione, con molta narrazione, didattica e divertimento. Una grande Arca di 10 ettari (2 scoperti e 8 coperti) dove tutti potranno scoprire perché l'Italia è il paradiso del cibo del mondo.
Quali obiettivi si pone il progetto nel medio-lungo termine?
Attraverso FICO ci aspettiamo di accogliere milioni di turisti stranieri, ma vorremmo che a visitarlo fossero anche molti italiani, non c'è mai abbastanza orgoglio. E l'orgoglio è indispensabile per smetterla di lamentarsi e darsi da fare.
A cura della redazione