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Ferrovie, salvaguardia e valorizzazione

13/3/2017

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Intervista all’On. Taricco sulle iniziative legate al sistema ferroviario italiano e alla sua valorizzazione.
Il 25 gennaio scorso la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il Disegno di Legge recante disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in un aree di particolare pregio naturalistico e archeologico. Ora il Disegno di Legge passa alla revisione del Senato. Intervistiamo sulla questione l’On. Taricco.
 
Cosa prevede il Disegno di Legge?
La proposta di Legge è composta di 11 articoli e intende favorire la salvaguardia e la valorizzazione delle tratte ferroviarie di pregio culturale, paesaggistico e turistico. Tra queste sono compresi i tracciati ferroviari, le stazioni e le relative opere d'arte e pertinenze, nonché i rotabili storici e turistici abilitati. Si potranno classificare "ad uso turistico" esclusivamente le tratte ferroviarie dismesse e sospese, pertanto non sarà consentito classificare come tratta ad uso turistico una tratta ferroviaria aperta al traffico commerciale. Ma finalmente si potrà disporre di norme precise e sicure e sarà possibile sviluppare ulteriormente la vasta rete di ferrovie storiche e turistiche che attraversano la provincia italiana. Le singole amministrazioni dovranno pubblicare un bando al quale potranno candidarsi soggetti che intendono manifestare il proprio interesse per l’affidamento dei servizi di trasporto turistico e delle attività commerciali connesse, compresi l’allestimento di spazi museali e iniziative di promozione turistico-ricreativa. Questo offrirà ai giovani, alle associazioni culturali e ad altri soggetti interessati l'opportunità d'investire nei territori attraversati dalle linee turistiche, inaugurando attività culturali, ricettive e di promozione turistica.
 
Si è detto che sia il primo passo di una nuova “cura del ferro” sui nostri territori.
Sì, come ha sottolineato il Ministro Graziano Delrio, la proposta di Legge è un passo fondamentale della “cura del ferro”, un primo passo importante per lo meno, cui dovranno seguire quelli necessari a mettere a disposizione fondi e risorse per le effettive realizzazioni dei progetti di recupero. La manutenzione, il potenziamento, la valorizzazione del sistema ferroviario esistente è una necessità per il nostro Paese e va resa una priorità. Significa infatti minore impatto sul territorio, meno inquinamento, meno traffico, maggior sicurezza. Alcune delle linee in disuso sono situate in aree di pregio, risalgono alla fine dell’Ottocento, pertanto istituire ferrovie turistiche reimpiegandole e al contempo valorizzare i mezzi ferroviari storici, ha importanti ricadute a favore della proposta turistica del nostro paese, oltreché per la riduzione dell’inquinamento.
L’altra grande questione, che vede in questa norma i primi passi, è l’apertura alla gestione del servizio a finalità turistiche anche a soggetti associativi e del mondo non profit, un passaggio fondamentale se si vuole veramente dare gambe alle potenzialità di questo settore.
 
Il passo successivo?
Ora è necessario che il Disegno di Legge pasi al Senato. Quando sarà approvato e diventerà Legge, serviranno le risorse. Il documento infatti, non prevede ancora i finanziamenti necessari, ma traccia i passi indispensabili perché questo possa avvenire e imposta alcune linee guida da seguire per regolamentare le ferrovie turistiche e aprire la strada all’utilizzo di tratte dismesse al ferrociclo (draisine). La commissione Bilancio aveva eliminato l’emendamento nel merito, ma un chiarimento essenziali sul tema dei costi a permesso di conservarlo.
Un nuovo tassello che si inserisce nel solco tracciato dalle attività già operative nell’ambito, come il museo ferroviario piemontese di Savigliano che nel giugno del 2016 ha presentato la sua nuova perla: il Ferrociclo, il carrello a pedali che viaggia sui binari ferroviari. Il carrello, ora in fase di prototipo, intende far rifiorire le ferrovie dismesse e alimentare il turismo, in linea con quanto già accade nel resto d’Europa. Potendo utilizzare le ferrovie nazionali e con l’aiuto di volontari ed esperti, potranno nascere nuovi progetti per sfruttare e valorizzare il territorio piemontese.
 
Cita l’Europa, a che punto sono gli altri paesi rispetto a noi?
La gestione delle ferrovie turistiche e l’organizzazione di convogli ferroviari speciali a carattere storico in molti paesi sono regolamentate da tempo ed è dimostrato che apportano benefìci all’economia del turismo, anche grazie ad una valorizzazione importante dell’apporto del mondo delle associazioni e del non profit. In Italia questo non è ancora avvenuto proprio per un vuoto normativo che impedisce la fruizione di tracciati ferroviari secondari, utilizzabili come vere e proprie ferrovie turistiche al servizio del territorio e limita molto il ruolo associativo. Per questo diventa fondamentale colmare questo vuoto, anche l’Italia potrà vedere e vivere il traffico ferroviario come un valore, inserendo così la sua conservazione tra le priorità nei programmi e nei finanziamenti pubblici. 
 
Anche da noi quindi è possibile rivalutare e riproporre antichi tracciati?
Esistono treni e tracciati in disuso il cui valore come infrastruttura dal punto di vista paesaggistico e storico è davvero rilevante. Inseriti in un piano di riqualificazione a fini turistici possono diventare asset strategici per una mobilità sostenibile. Intorno ad essi può generarsi un indotto allargato con offerta di servizi turistici svariata, dall’accoglienza, alla ristorazione, al trekking e così via. Inoltre, ai tempi della crisi, la propensione all’uso del trasporto pubblico è cresciuta, anche se negli ultimi 6 anni circa sono stati tagliati oltre il 15% dei servizi di trasporto pubblico, su gomma e su ferro. La Legge di Stabilità invece, per il 2016-2018 ha stanziato 91 milioni di euro per progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche, progettazione e realizzazione di ciclostazioni e interventi per la sicurezza della ciclabilità in città.
A questi, si sommano altri 13 milioni per il 2017, 30 per il 2018 e 40 per ciascun anno dal 2019 al 2022. In sostanza, questa crisi deve diventare un’opportunità per il trasporto ferroviario, incluso quello ad uso turistico sulle ferrovie locali.
Qui in Piemonte, la città di Savigliano e il ricco patrimonio del suo Museo Ferroviario sono un esempio di potenzialità da valorizzare nell’ambito: i ferrocicli con 300 metri di binario nel piazzale del Museo; la draisina storica a motore; un'automotrice del 1939 restaurata e funzionante, al momento ferma in attesa della Legge; due carrozze storiche restaurate e tre carri merci ad uso logistico del treno storico. A questo patrimonio storico tangibile si aggiungono su tutto il territorio regionale dodici linee sospese, un capitale che adesso si potrà meglio conservare e rendere fruibile.
 
A cura della redazione
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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