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Fase 2: ora tocca alle professioni contabili

6/5/2020

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Se medici e infermieri sono stati i protagonisti dell’emergenza sanitaria, nei prossimi mesi saranno i revisori legali e le professioni contabili a essere in prima linea. 
Costante interlocuzione istituzionale e forte impegno nell’attività di formazione: queste le due linee-guida dell’INRL, Istituto Nazionale Revisori Legali, per la gestione dell’emergenza Covid-19 e soprattutto per la ripartenza che attende il comparto dei professionisti contabili. 

“Quando, tutti si augurano al più presto, terminerà l’emergenza sanitaria” osserva il Presidente dell’Inrl Ciro Monetta “entrerà nel vivo l’emergenza socio-economica, con migliaia di imprese che dovranno affrontare la difficile fase di una ripresa delle attività, in condizioni finanziarie devastate da tre mesi di blocco. E allora, se medici e infermieri sono stati i protagonisti della gravissima situazione sanitaria che ha colpito il Paese da febbraio, nei prossimi mesi saranno i revisori legali e tutte le professioni contabili ad essere in prima linea per gestire l’emergenza economico-finanziaria, che si prospetta davvero impegnativa. E noi saremo pronti a fare la nostra parte, ma occorre che il Governo avvii quella ‘politica dell’ascolto’ nei confronti del mondo professionale che ha ben presente la situazione, la realtà nei vari territori. Siamo noi professionisti” aggiunge Monetta “a conoscere a fondo le drammatiche situazioni in cui versano migliaia di imprese e saremo chiamati a svolgere un cruciale ruolo di ‘gestori’ della sanità economica delle imprese.” 

In una recente lettera aperta al Governo, i vertici dell’INRL hanno ribadito di aver ‘apprezzato, giorno dopo giorno, tutti gli sforzi che, con grande senso di responsabilità e con tanto spirito di sacrificio, l’Esecutivo sta affrontando in questo periodo di emergenza estrema. Ma pur apprezzando sforzi e sacrifici e congratularci per i numerosi problemi affrontati, non possiamo, nostro malgrado, non evidenziare che, leggendo i recenti decreti, si prospetta davvero difficile il percorso di ripartenza della vita sociale ed economica del Paese. A metà dello scorso aprile, prosegue la lettera Inrl, il Governo Conte ha annunciato la istituzione di una ‘task-force’ governativa, o meglio una vera e propria commissione di esperti guidata da Vittorio Colao, con il compito di indirizzare il Paese verso la cosiddetta fase 2 dell’emergenza Covid-19.

La predetta commissione sta sviluppando dei nuovi modelli organizzativi e relazionali per le imprese, ma come spesso accade, le commissioni di esperti (sicuramente lodevoli per l’elevatissima professionalità e saggezza dei propri componenti) non conoscono approfonditamente le problematiche, la burocrazia, le difficoltà, le esigenze e le necessità del tessuto imprenditoriale del Paese, costituito nel 92% dei casi da piccole e medie imprese.  E questo perché alcuni autorevoli componenti di questa task force sono abituati ad operare in realtà lavorative completamente distanti dalle PMI.  Ma oggi più che mai, indipendentemente da ciò che scaturirà dal lavoro di questa commissione esperti, l’INRL ritiene che sarebbe utile provvedere al reclutamento di ‘professionisti volontari’ su tutto il territorio nazionale, vale a dire professionisti, docenti e manager, in grado di gestire il rilancio delle imprese e della loro produttività nei prossimi due anni.  Un gruppo di consulenti da affiancare alla task-force governativa.  

La lettera propositiva dell’Istituto si conclude con un’altra amara osservazione per voce del Presidente “Il Paese non ripartirà con i 600 o 800 euro alle partite Iva, tra l’altro erogati ancora col contagocce e nemmeno attraverso i provvedimenti del Decreto Liquidità e questo perché è pura utopia pensare che gli imprenditori vadano ad indebitarsi ulteriormente, con il Paese devastato da tre mesi di blocco totale, tanto più che l’erogazione dei mutui, niente affatto a fondo perduto, sarebbe subordinata alla insindacabile valutazione bancaria di solvibilità. La maggior parte degli istituti di credito caldeggia la ristrutturazione del debito, in quanto trasferirebbe il loro rischio per l’80% sulle spalle dello Stato, che in conclusione siamo tutti noi.”

In più occasioni, proprio durante questa emergenza lo stesso Presidente Inrl Monetta ha ribadito che “Ora, le banche devono tornare a fare le banche e a non tenere i soldi depositati dai cittadini presso la banca centrale europea, ma li devono investire nel settore produttivo. La crisi del 2008 ha portato molte imprese a essere segnalate in centrale rischi, con preclusione all’accesso dell’ulteriore credito imprese che per forza maggiore non sono riuscite a onorare dei finanziamenti. Ora queste segnalazioni renderebbero problematico l’erogazione di nuovi prestiti ad imprese che precedentemente riuscivano ad autofinanziarsi. Tutto questo impatterà notevolmente sulla ripresa dei consumi. Occorre che il Governo dia una prova di coraggio, un atto straordinario a beneficio delle imprese e della collettività.”

La formazione specialistica con i webinar dello ‘Sportello del Revisore”

Nella seconda direttrice delle sue strategie e attività per il 2020, anno segnato profondamente dalla crisi del Covid-19, l’INRL ha confermato la gratuità di tutti i corsi di formazione di base per i propri iscritti, al fine dell’acquisizione di 20 crediti formativi richiesti dal Mef e di 10 crediti formativi per la revisione negli enti locali, attivando attraverso lo strumento operativo dello ‘Sportello del Revisore” un ricco programma di seminari frontali ora sono stati trasformati in webinar a pagamento per la formazione specialistica, particolarmente apprezzato dagli iscritti che hanno fatto segnare il ‘sold-out’ per i primi cinque webinar di aprile e maggio, con centinaia di iscrizioni. “Il crescente numero di partecipanti a questi incontri online, che possono ospitare fino ad un massimo di 100 iscritti” sottolinea il Presidente Monetta “conferma l’esattezza del nostro ruolo che non si limita solo a tutelare una categoria professionale, ma si propone di garantire una formazione specialistica di alto spessore che possa permettere ai revisori legali di svolgere attività di monitoraggio contabile ad ampio spettro, consentendo loro anche una prospettiva professionale in altri paesi europei, visto che il titolo di revisore legale è riconosciuto in tutti i Paesi-membri dell’Unione Europea.”

A cura di Luca Simeoni.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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