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Fallout 4, è finita l’attesa

15/12/2015

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​​Anno 2280, Boston. Benvenuti nel futuro post-atomico del videogioco dell’anno.
​Fallout 3 è stato uno di quei giochi che ha rivoluzionato il mondo dei giochi.
Succede poche volte, ma in quel caso, Bethesda, la casa produttrice, è riuscita ad innalzare il livello, rendendo il gioco una pietra miliare per gli appassionati. Dopo sette anni arriva l’attesissimo seguito (che ha già polverizzato i record di vendite).
L’ambientazione è sempre la solita. Siamo nel 2280, nel Massachusetts, precisamente a Boston, in un futuro cyber punk, dove l’uomo ha solo l’atomo come fonte energetica, ma che per il resto sembra aver bloccato la tecnologia agli anni Cinquanta.
L’umanità è racchiusa dentro dei “Vault” (rifugi) dove la vita continua protetta e monitorata, e all’esterno c’è un mondo basato sulla violenza e mutazioni radioattive causate dalla guerra nucleare tra le superpotenze.
Il nostro protagonista riesce ad entrare nel Vault 111 a pochissimi minuti dall’avvio del bombardamento, per finire poi ibernato per duecento lunghi anni.
Al suo risveglio succederà un evento drammatico che lo costringerà ad attraversare le lande di Boston desolate dal fallout atomico per incontrare altri umani più o meno ostili, una flora e una fauna modificate dalle radiazioni e una lunga serie di accampamenti e costruzioni che ben evidenziano l’istinto di sopravvivenza dell’umanità e la sua volontà di trovare qualcosa di buono e abitabile anche nelle peggiori condizioni esistenziali.
La storia in single player, in puro stile Bethesda è un filo troppo piatta e lineare, ma rapisce per il suo sviluppo. Le scelte che prendiamo influenzano il proseguo del gioco, con numerose svolte, che rendono il gioco un’esperienza unica.
Ricchissima poi l’offerta di missioni alternative che fanno da contorno alla storia principale. Tanto che il lead designer del gioco ha affermato che per concludere l’esperienza di gioco al 100%, esplorando e concludendo tutte le quest servano circa 400 ore di gioco.
Dato strabiliante se pensiamo alle cinque ore scarse che servono per terminare Call Of Duty.
Ogni cosa raccolta nel gioco può essere riciclata o combinata per creare nuove armi o nuovi attrezzi, un’esperienza che diventa indispensabile per concludere determinate missioni.
Non abbiate paura, se non conoscete il mondo di Fallout, non temete: la potenza di fuoco, pur non essendo la parte principale del gioco, non è lasciata da parte. Grande varietà di armi e molteplici nemici da cui difendersi, dagli sciacalli che vagano per derubare passanti fino ai mostruosi esseri mutanti.
Certo, i fan più critici non potranno notare che Bethesda è rimasta ancorata alla tradizione, quindi sì, è più bello, più grande, più variegato del predecessore, ma mancano degli elementi davvero rivoluzionari.
Potevano osare di più? Probabilmente sì. Però offre talmente tante cose da fare, che lo rende un gioco da avere.  

A cura di Federico Rosa
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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