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Expo Dubai 2020 apre al pubblico

21/11/2021

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L’Expo 2020 di Dubai ha ufficialmente aperto i battenti il 1° ottobre 2021 e per sei mesi di apertura, fino al 31 marzo 2022, sarà accessibile al pubblico di tutto il mondo. 
Nonostante il posticipo dovuto alla pandemia e ai conseguenti problemi di sicurezza per il contenimento del contagio, sono attesi milioni di visitatori da tutte le parti del mondo. Sono 192 le nazioni partecipanti con i rispettivi padiglioni e, per l’occasione, abbiamo cercato di scovare alcuni dei punti di maggior interesse. La visita dell’Expo non può che incominciare dallo stand degli Emirati Arabi Uniti, Paese che ospita l’esposizione, che ha dato mostra di sé con un grandioso padiglione, in un mix di design, tecnologia e sostenibilità.

A ben guardarlo, il padiglione ricorda un gigantesco falco, animale simbolo del Paese, composto da un “piumaggio” in acciaio. Composto da quattro piani, l’esposizione degli Emirati Arabi Uniti si estende su una superficie di 10mila metri quadrati dove il visitatore imparerà a conoscere il passato, il presente e il futuro e la cultura del Paese ospite. Facciamo tappa in Europa, e più precisamente al “Padiglione Campus” della Germania dedicato all’istruzione come mezzo per affrontare i problemi e le sfide di un futuro sempre più sostenibile. L’esperienza di visita inizia con l’iscrizione al campus che consente l’ingresso alla “Welcome Hall” nella quale si trova una piscina contenente 100mila palline.

Ciascuna di queste palline racconta una storia di un tedesco impegnato nella sostenibilità. Prendendo una pallina e posizionandola su un lettore, la “matricola” potrà scoprire di chi si tratta e di cosa si è occupato. Non mancano seminari, presentazioni e lezioni, fino a raggiungere la sala della laurea. Ci spostiamo quindi in Spagna, un padiglione che si fa subito notare per la particolare architettura: composto da nove cilindri gonfiabili disposti sul tetto, prodotti tramite l’impiego di un materiale moderno e leggero chiamato ETFE, la conformazione di questi “coni” permette di rinfrescare naturalmente i locali interni.

Parlando di mobilità, il padiglione spagnolo presenta l’Hyperloop Z01, il treno supersonico a levitazione magnetica progettato per raggiungere velocità fino a 1.000 chilometri orari. Terminiamo in bellezza la rassegna europea con il padiglione italiano (in foto), uno dei più visitati in questo primo mese di apertura. Il progetto propone un’architettura circolare con una facciata multimediale realizzata partendo dal riciclaggio di due milioni di bottiglie di plastica.

Tutto l’edificio è all’insegna del riuso: al suo interno troviamo fondi di caffè, bucce d’arancia, scafi di imbarcazioni che, dall’attuale uso come tetto dell’ edificio, al termine dell’esposizione potranno essere impiegati per salpare letteralmente verso nuovi orizzonti. All’interno, il visitatore accede al percorso di visita partendo da un punto panoramico: c’è anche un Belvedere con annesso giardino di erbe spontanee della macchia mediterranea. La mostra si divide in uno spazio dedicato all’innovazione, nelle installazioni digitali che creano giochi di luce e ombre e nel teatro della memoria.

Acclamato fin dall’inizio come uno dei progetti più riconoscibili di questa Expo, il Padiglione Italia ha vinto il premio per il miglior progetto imprenditoriale dell’anno ai prestigiosi Construction Innovation Awards. Riprendiamo il nostro viaggio volando a Singapore, location in cui il visitatore è introdotto a un microcosmo del paesaggio, nel quale si sottolinea il continuo lavoro del Paese per migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini, la sostenibilità e la resilienza degli insediamenti umani, attraverso soluzioni urbane innovative. L’esperienza all’interno del padiglione porta alla scoperta e alla comprensione dell’ evoluzione di Singapore come città che promuove una relazione sinergica tra la comunità, la natura e lo sviluppo urbano per creare opportunità per il futuro.

Prosegue sulla stesso filone il padiglione della Nuova Zelanda: con il motto “care for people and place” (cura delle persone e dei luoghi), il Paese abbraccia l’antica saggezza Maori di “kaitiakitanga”, un concetto che si basa sulla profonda relazione che esiste tra uomo e natura. All’ interno vengono presentate alcune delle ultime innovazioni neozelandesi, specialità culinarie e oggetti di design particolari. Il Bahrein, invece, propone una foresta di giganteschi aghi da tessitura che sfonda il tetto del padiglione, creando un meraviglioso effetto di luce filtrata e ombre verso l’esterno.

​Con esposizioni di moda e proposte culinarie, il padiglione cuce simbolicamente l’identità multiculturale del Paese per un’esperienza di visita da ricordare. Saltiamo in America e, più precisamente, in Canada, dove il padiglione è stato realizzato per creare un ponte tra la cultura del Paese e gli Emirati Arabi Uniti. I paesaggi mozzafiato canadesi sono qui riproposti e realizzati attraverso l’impiego di elementi architettonici propri del mondo arabo: ad esempio la facciata di legno è ispirata all’architettura tradizionale della Mashrabiya. All’ interno il percorso espositivo presenta i risultati canadesi nel campo della tecnologia d’avanguardia, in ambito aerospaziale e nell’intelligenza artificiale. 
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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