L’agroalimentare italiano d’eccellenza rischia un durissimo colpo: la minaccia arriva dalle “etichette a semaforo” introdotte dal governo britannico che, con un bollino rosso, marchiano tutti i prodotti dove la presenza di sale, grassi e zuccheri eccede una determinata soglia (17,5 grammi ogni 100 nel caso dei grassi, 1,5g nel caso del sale e 22,5g per gli zuccheri). |
L’idea che un cibo con pochi grassi sia più salutare di uno che ne contiene di più, ad un primo impatto (in questo caso l’impatto di una mensola di supermercato dove sui prodotti spiccano bollini rossi, gialli e verdi), risulta facile e fin evidente. Ciò che il sistema si dimentica di evidenziare è che la quantità di grassi che ciascuno di noi può assumere va valutata in base alla dieta complessiva, lo stile di vita, gli eventuali problemi di salute, e non in modo semplicistico sulla base di un bollino per il quale, follia di questo sistema, una cola light risulta più salutare di un pezzo di Parmigiano.
La verità è che, con il giochino dei surrogati pieni di conservanti ma con poco sale o poco zucchero, le etichette a semaforo fanno bene solo alla grande distribuzione britannica e distruggono la nostra produzione agroalimentare di qualità.
Un danno per l’economia italiana che viene stimato in oltre 700 milioni di euro, ma che riguarda anche tutti gli altri Paesi d’Europa. In Commissione Envi abbiamo condotto e vinto su questo punto una battaglia importante, ottenendo una presa di posizione dell’Ue. Nei mesi scorsi, infatti, la Commissione Europea ha deciso di inviare al Regno Unito una lettera di messa in mora, ritenendo le etichette a semaforo una violazione delle norme del mercato interno e una barriera alla libera circolazione dei prodotti. È il primo passo di una procedura di infrazione.
Se la risposta britannica dovesse risultare negativa, siamo pronti a portare la nostra battaglia fin davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
In gioco c’è il futuro di prodotti che per l’Italia non rappresentano solo un’eccellenza, ma un vero e proprio simbolo di identità.
A cura di Alberto Cirio