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Erasmus4Ukraine

10/5/2022

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Ho presentato una interrogazione parlamentare alla Commissione UE chiedendo fondi e la creazione di corridoi accademici umanitari anche per aiutare studenti e docenti a lasciare l’Ucraina. La richiesta è stata accolta in modo trasversale dai gruppi politici e firmata da ben 74 eurodeputati.

​A cura di Daniela Rondinelli
Oltre quattro milioni di ucraini in fuga dalla guerra: donne, ragazze e bambini anche non accompagnati da familiari e genitori. Costretti a fuggire, avendo con sé pochi effetti personali e il ricordo delle loro vite prima che Putin aggredisse l’Ucraina. Il bilancio umanitario è pesantissimo se pensiamo che in poco più di un mese milioni di persone hanno lasciato il proprio paese o le loro città per sfuggire alle bombe, ai carri armati e alle violenze. La scellerata aggressione russa ha generato l’ennesima crisi migratoria e umanitaria in pochi anni. Questa volta però la risposta dell’Unione europea è stata straordinaria. Rapida e coesa.

Riconoscere il merito di aver voltato pagina dinanzi alla crisi Ucraina significa sapere scorgere la “Nuova Europa” dove egoismi e particolarismi non hanno la meglio. Dove le divisioni lasciano il posto all’unità di intenti ma anche di azioni. Uno scenario del tutto inedito guardando alle pagine più difficili che hanno visto l’Unione europea lacerata, letteralmente, al proprio interno sul fronte dell’accoglienza dei migranti. L’Ucraina è un paese libero, democratico, vicino ai valori e ai principi dell’Unione europea.

Distante invece dall’autoritarismo di Putin. Un Paese a cui dobbiamo continuare a dare il nostro supporto, prima di tutto, umanitario. È pensando ai bambini e ai giovani in fuga, che l’Unione europea intende proteggere, che ho chiesto al Parlamento europeo e alla Commissione europea d’impegnarsi maggiormente sul fronte dell’integrazione e dell’inclusione. Non sappiamo quanto durerà questo ingiustificabile conflitto né possiamo prevederne al momento gli esiti. L’unica certezza è che Putin si sta macchiando di odiosi crimini contro l’umanità, radendo al suolo comunità e uccidendo in modo indiscriminato e atroce i civili, compresi i bambini.

Nell’adozione di una macro-strategia per l’accoglienza dei rifugiati ucraini, per la quale il Parlamento europeo ha sbloccato circa 17 miliardi di euro, non è stata inserita un’azione specifica per i giovani ucraini sia per coloro che hanno lasciato il Paese sia per coloro che vorrebbero farlo. L’Unione europea deve dare più dell’accoglienza. Quel che serve è una rete d’integrazione che restituisca ai giovani ucraini almeno un “drappello” di normalità perduta a causa della guerra. È molto importante costruire dei corridoi accademici umanitari dall’Ucraina verso l’Unione europea per proteggere studenti e docenti in fuga al fine di garantire loro un futuro e la prospettiva di potere fare ritorno nel proprio Paese nella fase di ricostruzione post-bellica.

La creazione di un programma straordinario “Erasmus4Ukraine” per favorire il riconoscimento dei titoli di studio e dei crediti formativi che i giovani acquisiranno negli atenei italiani ed europei, impedendo che perdano mesi o anni preziosi della loro formazione, è un tassello fondamentale per una concreta integrazione in Europa. Durante la pandemia, l’Unione europea ha supportato il mondo dell’istruzione secondaria con il programma Erasmus Plus che anche in questo caso potrà rivelarsi decisivo per offrire aiuto e supporto agli studenti e ai docenti ucraini.

​Stanziando più risorse e utilizzando i fondi rimasti inutilizzati tra il 2020 e il 2021 per gli scambi europei, l’Unione europea permetterà ai giovani ucraini di continuare gli studi. Un segnale forte e una grande vittoria che ci permetterebbe di riconsegnare nelle loro mani quel futuro e quelle prospettive che Putin e la sua folle guerra gli hanno strappato via.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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